LA INMIGRACIÓN ITALIANA EN CENTROAMÉRICA ORÍGENES Y CARACTERÍSTICAS DE LAS COLONIAS ITALIANAS EN PANAMÁ, COSTA RICA Y GUATEMALA La ponencia se propone de explicar los resultados de una investigación, todavia en curso, sobre la inmigración italiana en Centroamérica (la misma investigacion se ocupa también del Caribe colombiano, Cuba y Repùblica Dominicana). No se trata de una inmigración masiva como la de Argentina, Brasil o Estados Unidos, pero posee aspectos cualitativos muy interesantes y originales. Se consideran los casos más significativos en el sentido cualitativo y cuantitativo (Costa Rica, Panamá y Guatemala), pero se señalan también los casos menores de Honduras y Salvador. Se examinan los flujos migratorios en los lugares de despedida, que son principalmente: Lombardia y Calabria por Costa Rica; Calabria y Basilicata por Panamá; antes el nordeste de Italia y luego la Calabria por Guatemala. Se describen después las características sociales y culturales, econòmicas y polìticas del los flujos migratorios. Se examinan al final las instalaciones en los lugares de llegada y los desarrollos de las colonias italianas desde el final del siglo XIX hasta el segundo postguerra. Entre los casos examinados se puede distinguir lo de Panamà, muy acondicionado por la construcción del Canal interoceánico. También en la inmigración europea esta situación determina un carácter principalmente obrero y mucha instabilidad. Los italianos en Panamà, más o menos 600 al principio del siglo XX, procedentes principalmente desde Moliterno (Basilicata) y Castrovillari (Calabria), atraídos por la construcción del Canal, se dedicaran después especialmente a los comercios, pero muchos de ellos regresaran periodicamente o definitivamente a Italia. En Costa Rica se dirige un primer flujo migratorio obrero procedente de la provincia de Mantova (Lombardia), organizado en el 1887-88 cuando se iba construyendo el ferrocarril de San José al Atlantico (Puerto Limón). Más tarde la inmigración tendrá un carácter espontaneo y llegarà principalmente desde el pueblo de Morano Calabro (Cosenza). Miles de italianos contribuyen en Costa Rica a la modernización del Pais, animando la artesanía y el comercio en la capital y en otras ciudades; ellos contribuyen ademas al nacimiento del movimento obrero al final del siglo XIX y al desarrollo del movimento socialista en las decadas Veinte y Trenta del siglo XX. También en Guatemala los italianos (más de mil en la decada Veinte del siglo XX) son muy operosos (sobre todo en la capital y Quetzaltenango) en la artesanía (zapatería y sastrería), comercio e industrias. Sin embargo, aunque al principio hubieran entre ellos muchos socialistas, muy temprano se integraran a las arcaicas jerarquias sociales del pais, aprovechando del brutal dominio de la minoría blanca sobre los indios. En conjunto, la inmigración italiana – especialmente en Costa Rica y Guatemala – tiene un predominante carácter no organizado sino espontáneo (cadenas o redes migratorias); està animada sobre todo por artesanos y campesinos pequeños propietarios, que se dirigen hacia las capitales y otras ciudades en desarrollo; tiene carácteres predominantes de estabilidad e integración en los paises de acojida; produce generalmente buen éxito social y económico (se registra una cantidad pequeña de regresos a Italia); manifiesta una frecuente componente politica socialista que a menudo se evoluciona posteriormente, en los casos sociales exitosos, en la adherencia a la masoneria. En Costa Rica se anota una participación activa al desarrollo democratico del país y una fuerte oposición al fascismo italiano en una parte de la colonia bastante grande. BIBLIOGRAFIA ESENCIAL Principales publicaciones de Vittorio Cappelli sobre la inmigración italiana en Centroamérica y el Caribe: Emigrazione transoceanica e socialismo. Il caso di Morano Calabro tra Ottocento e Novecento, en L’emigrazione calabrese dall’Unità ad oggi, a cura di P. Borzomati, CSER, Roma, 1982; Emigranti moschetti e podestà. Pagine di storia sociale e politica nell’area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari, 1995; Tra “Macondo” e Barranquilla. Gli italiani nella Colombia caraibica dal tardo Ottocento alla seconda guerra mondiale, en “Altreitalie”, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, n. 27, luglio-dicembre 2003 (www.italians-world.org/altreitalie/); Nelle altre Americhe, en Storia dell’emigrazione italiana. Arrivi, a cura di P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina, Donzelli, Roma, 2002; Nelle altre Americhe. Calabresi in Colombia, Panamà, Costa Rica e Guatemala, La Mongolfiera, Doria di Cassano Jonio, 2004.

L’IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CENTROAMERICA ORIGINI E CARATTERISTICHE DELLE COLONIE ITALIANE IN PANAMÁ, COSTA RICA E GUATEMALA La relazione si propone di esporre i risultati finora acquisiti da una ricerca ancora in corso sull’immigrazione italiana in Centroamerica (ma già estesa anche alla Colombia, a Cuba e alla Repubblica Dominicana); un’immigrazione che non ha le caratteristiche di massa di quella giunta in Argentina, Brasile e Stati Uniti, ma che presenta aspetti qualitativi di notevole interesse e originalità. Vengono presi in considerazione i casi più significativi dal punto di vista quantitativo e qualitativo (Costa Rica, Panamá e Guatemala), ma si accenna anche ai casi minori di Honduras e Salvador. Si esaminano i flussi migratori nei luoghi di partenza, che sono prevalentemente: Lombardia e Calabria per Costa Rica; Calabria e Basilicata per Panamá; prima il nord-est e poi la Calabria per il Guatemala. Si descrivono, successivamente, le caratteristiche socio-culturali, economiche e politiche dei flussi migratori. Si esaminano, infine, gli insediamenti nei luoghi d’arrivo e gli sviluppi delle colonie italiane dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra. Tra i casi presi in considerazione, si distingue quello di Panamá, fortemente condizionato dalla eccezionalità della situazione locale, caratterizzata dalla costruzione del Canale interoceanico. Ciò determina anche nell’immigrazione europea un prevalente carattere operaio e una notevole instabilità. Gli italiani in Panamá, circa 600 agli inizi del Novecento, provenienti principalmente da Moliterno (Basilicata) e Castrovillari (Calabria), attratti dalla costruzione del Canale, successivamente si dedicheranno prevalentemente ai commerci, ma molti di essi rientreranno periodicamente o definitivamente in patria. In Costa Rica si dirige un primo flusso migratorio operaio proveniente dalla provincia di Mantova (Lombardia), organizzato nel 1887-88 in occasione della costruzione della ferrovia tra San José e Limón; successivamente l’immigrazione avrà carattere spontaneo e giungerà prevalentemente da Morano Calabro (Cosenza). Alcune migliaia di italiani in Costa Rica danno un notevole contributo alla modernizzazione del Paese, animando l’artigianato e i commerci nella capitale e in altri centri urbani; essi inoltre contribuiscono, alla fine dell’Ottocento, alla nascita del movimento sindacale e, negli anni Venti e Trenta del Novecento, allo sviluppo del movimento socialista. Anche in Guatemala gli italiani (oltre un migliaio negli anni Venti del Novecento) sono molto attivi – in specie nella capitale e a Quetzaltenango – nell’artigianato (calzoleria e sartoria), nei commerci e nelle industrie. Tuttavia, pur essendovi tra di essi, inizialmente, molti socialisti, si assimileranno ben presto agli arcaici ordinamenti sociali del Paese, profittando anch’essi del brutale dominio della minoranza bianca sugli indios. Complessivamente, l’immigrazione italiana – in specie in Costa Rica e in Guatemala – ha un prevalente carattere spontaneo e non organizzato; è animata principalmente da artigiani e contadini piccoli proprietari, che si concentrano nelle capitali e in altri centri urbani in ascesa; ha caratteri prevalenti di stabilità e di crescente integrazione nei Paesi d’accoglienza; produce in genere sbocchi sociali medio-alti e un tasso di rientri piuttosto modesto; presenta una frequente componente politica socialista che spesso si evolve successivamente, nei casi di successo economico, nell’adesione alla massoneria. Nel caso di Costa Rica si registra una partecipazione piuttosto attiva allo sviluppo democratico del Paese e, in una parte consistente della colonia, una vivace opposizione al fascismo italiano. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Principali pubblicazioni di Vittorio Cappelli sull’emigrazione italiana in Centroamerica e nel Caribe: Emigrazione transoceanica e socialismo. Il caso di Morano Calabro tra Ottocento e Novecento, in L’emigrazione calabrese dall’Unità ad oggi, a cura di P. Borzomati, CSER, Roma, 1982; Emigranti moschetti e podestà. Pagine di storia sociale e politica nell’area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari, 1995; Tra “Macondo” e Barranquilla. Gli italiani nella Colombia caraibica dal tardo Ottocento alla seconda guerra mondiale, in “Altreitalie”, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, n. 27, luglio-dicembre 2003 (www.italians-world.org/altreitalie/); Nelle altre Americhe, in Storia dell’emigrazione italiana. Arrivi, a cura di P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina, Donzelli, Roma, 2002; Nelle altre Americhe. Calabresi in Colombia, Panamà, Costa Rica e Guatemala, La Mongolfiera, Doria di Cassano Jonio, 2004.

L’IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CENTROAMERICA ORIGINI E CARATTERISTICHE DELLE COLONIE ITALIANE IN PANAMÁ, COSTA RICA E GUATEMALA

CAPPELLI, Vittorio Maria
2004-01-01

Abstract

L’IMMIGRAZIONE ITALIANA IN CENTROAMERICA ORIGINI E CARATTERISTICHE DELLE COLONIE ITALIANE IN PANAMÁ, COSTA RICA E GUATEMALA La relazione si propone di esporre i risultati finora acquisiti da una ricerca ancora in corso sull’immigrazione italiana in Centroamerica (ma già estesa anche alla Colombia, a Cuba e alla Repubblica Dominicana); un’immigrazione che non ha le caratteristiche di massa di quella giunta in Argentina, Brasile e Stati Uniti, ma che presenta aspetti qualitativi di notevole interesse e originalità. Vengono presi in considerazione i casi più significativi dal punto di vista quantitativo e qualitativo (Costa Rica, Panamá e Guatemala), ma si accenna anche ai casi minori di Honduras e Salvador. Si esaminano i flussi migratori nei luoghi di partenza, che sono prevalentemente: Lombardia e Calabria per Costa Rica; Calabria e Basilicata per Panamá; prima il nord-est e poi la Calabria per il Guatemala. Si descrivono, successivamente, le caratteristiche socio-culturali, economiche e politiche dei flussi migratori. Si esaminano, infine, gli insediamenti nei luoghi d’arrivo e gli sviluppi delle colonie italiane dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra. Tra i casi presi in considerazione, si distingue quello di Panamá, fortemente condizionato dalla eccezionalità della situazione locale, caratterizzata dalla costruzione del Canale interoceanico. Ciò determina anche nell’immigrazione europea un prevalente carattere operaio e una notevole instabilità. Gli italiani in Panamá, circa 600 agli inizi del Novecento, provenienti principalmente da Moliterno (Basilicata) e Castrovillari (Calabria), attratti dalla costruzione del Canale, successivamente si dedicheranno prevalentemente ai commerci, ma molti di essi rientreranno periodicamente o definitivamente in patria. In Costa Rica si dirige un primo flusso migratorio operaio proveniente dalla provincia di Mantova (Lombardia), organizzato nel 1887-88 in occasione della costruzione della ferrovia tra San José e Limón; successivamente l’immigrazione avrà carattere spontaneo e giungerà prevalentemente da Morano Calabro (Cosenza). Alcune migliaia di italiani in Costa Rica danno un notevole contributo alla modernizzazione del Paese, animando l’artigianato e i commerci nella capitale e in altri centri urbani; essi inoltre contribuiscono, alla fine dell’Ottocento, alla nascita del movimento sindacale e, negli anni Venti e Trenta del Novecento, allo sviluppo del movimento socialista. Anche in Guatemala gli italiani (oltre un migliaio negli anni Venti del Novecento) sono molto attivi – in specie nella capitale e a Quetzaltenango – nell’artigianato (calzoleria e sartoria), nei commerci e nelle industrie. Tuttavia, pur essendovi tra di essi, inizialmente, molti socialisti, si assimileranno ben presto agli arcaici ordinamenti sociali del Paese, profittando anch’essi del brutale dominio della minoranza bianca sugli indios. Complessivamente, l’immigrazione italiana – in specie in Costa Rica e in Guatemala – ha un prevalente carattere spontaneo e non organizzato; è animata principalmente da artigiani e contadini piccoli proprietari, che si concentrano nelle capitali e in altri centri urbani in ascesa; ha caratteri prevalenti di stabilità e di crescente integrazione nei Paesi d’accoglienza; produce in genere sbocchi sociali medio-alti e un tasso di rientri piuttosto modesto; presenta una frequente componente politica socialista che spesso si evolve successivamente, nei casi di successo economico, nell’adesione alla massoneria. Nel caso di Costa Rica si registra una partecipazione piuttosto attiva allo sviluppo democratico del Paese e, in una parte consistente della colonia, una vivace opposizione al fascismo italiano. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Principali pubblicazioni di Vittorio Cappelli sull’emigrazione italiana in Centroamerica e nel Caribe: Emigrazione transoceanica e socialismo. Il caso di Morano Calabro tra Ottocento e Novecento, in L’emigrazione calabrese dall’Unità ad oggi, a cura di P. Borzomati, CSER, Roma, 1982; Emigranti moschetti e podestà. Pagine di storia sociale e politica nell’area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari, 1995; Tra “Macondo” e Barranquilla. Gli italiani nella Colombia caraibica dal tardo Ottocento alla seconda guerra mondiale, in “Altreitalie”, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, n. 27, luglio-dicembre 2003 (www.italians-world.org/altreitalie/); Nelle altre Americhe, in Storia dell’emigrazione italiana. Arrivi, a cura di P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina, Donzelli, Roma, 2002; Nelle altre Americhe. Calabresi in Colombia, Panamà, Costa Rica e Guatemala, La Mongolfiera, Doria di Cassano Jonio, 2004.
2004
LA INMIGRACIÓN ITALIANA EN CENTROAMÉRICA ORÍGENES Y CARACTERÍSTICAS DE LAS COLONIAS ITALIANAS EN PANAMÁ, COSTA RICA Y GUATEMALA La ponencia se propone de explicar los resultados de una investigación, todavia en curso, sobre la inmigración italiana en Centroamérica (la misma investigacion se ocupa también del Caribe colombiano, Cuba y Repùblica Dominicana). No se trata de una inmigración masiva como la de Argentina, Brasil o Estados Unidos, pero posee aspectos cualitativos muy interesantes y originales. Se consideran los casos más significativos en el sentido cualitativo y cuantitativo (Costa Rica, Panamá y Guatemala), pero se señalan también los casos menores de Honduras y Salvador. Se examinan los flujos migratorios en los lugares de despedida, que son principalmente: Lombardia y Calabria por Costa Rica; Calabria y Basilicata por Panamá; antes el nordeste de Italia y luego la Calabria por Guatemala. Se describen después las características sociales y culturales, econòmicas y polìticas del los flujos migratorios. Se examinan al final las instalaciones en los lugares de llegada y los desarrollos de las colonias italianas desde el final del siglo XIX hasta el segundo postguerra. Entre los casos examinados se puede distinguir lo de Panamà, muy acondicionado por la construcción del Canal interoceánico. También en la inmigración europea esta situación determina un carácter principalmente obrero y mucha instabilidad. Los italianos en Panamà, más o menos 600 al principio del siglo XX, procedentes principalmente desde Moliterno (Basilicata) y Castrovillari (Calabria), atraídos por la construcción del Canal, se dedicaran después especialmente a los comercios, pero muchos de ellos regresaran periodicamente o definitivamente a Italia. En Costa Rica se dirige un primer flujo migratorio obrero procedente de la provincia de Mantova (Lombardia), organizado en el 1887-88 cuando se iba construyendo el ferrocarril de San José al Atlantico (Puerto Limón). Más tarde la inmigración tendrá un carácter espontaneo y llegarà principalmente desde el pueblo de Morano Calabro (Cosenza). Miles de italianos contribuyen en Costa Rica a la modernización del Pais, animando la artesanía y el comercio en la capital y en otras ciudades; ellos contribuyen ademas al nacimiento del movimento obrero al final del siglo XIX y al desarrollo del movimento socialista en las decadas Veinte y Trenta del siglo XX. También en Guatemala los italianos (más de mil en la decada Veinte del siglo XX) son muy operosos (sobre todo en la capital y Quetzaltenango) en la artesanía (zapatería y sastrería), comercio e industrias. Sin embargo, aunque al principio hubieran entre ellos muchos socialistas, muy temprano se integraran a las arcaicas jerarquias sociales del pais, aprovechando del brutal dominio de la minoría blanca sobre los indios. En conjunto, la inmigración italiana – especialmente en Costa Rica y Guatemala – tiene un predominante carácter no organizado sino espontáneo (cadenas o redes migratorias); està animada sobre todo por artesanos y campesinos pequeños propietarios, que se dirigen hacia las capitales y otras ciudades en desarrollo; tiene carácteres predominantes de estabilidad e integración en los paises de acojida; produce generalmente buen éxito social y económico (se registra una cantidad pequeña de regresos a Italia); manifiesta una frecuente componente politica socialista que a menudo se evoluciona posteriormente, en los casos sociales exitosos, en la adherencia a la masoneria. En Costa Rica se anota una participación activa al desarrollo democratico del país y una fuerte oposición al fascismo italiano en una parte de la colonia bastante grande. BIBLIOGRAFIA ESENCIAL Principales publicaciones de Vittorio Cappelli sobre la inmigración italiana en Centroamérica y el Caribe: Emigrazione transoceanica e socialismo. Il caso di Morano Calabro tra Ottocento e Novecento, en L’emigrazione calabrese dall’Unità ad oggi, a cura di P. Borzomati, CSER, Roma, 1982; Emigranti moschetti e podestà. Pagine di storia sociale e politica nell’area del Pollino (1880-1943), Il Coscile, Castrovillari, 1995; Tra “Macondo” e Barranquilla. Gli italiani nella Colombia caraibica dal tardo Ottocento alla seconda guerra mondiale, en “Altreitalie”, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, n. 27, luglio-dicembre 2003 (www.italians-world.org/altreitalie/); Nelle altre Americhe, en Storia dell’emigrazione italiana. Arrivi, a cura di P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina, Donzelli, Roma, 2002; Nelle altre Americhe. Calabresi in Colombia, Panamà, Costa Rica e Guatemala, La Mongolfiera, Doria di Cassano Jonio, 2004.
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