Lo studio sulla fotolabilità dei farmaci si inserisce nel più vasto progetto di “Quality Assurance”, perseguito negli ultimi anni dalla Chimica Analitica. I test di fotodegradazione vengono effettuati secondo le direttive internazionali ICH, eseguendo processi di invecchiamento artificiale noti come "studi accelerati di stabilità" e avvalendosi di specifica apparecchiatura di irradiazione con lampada ad arco voltaico di Xeno, riconosciuta come standard internazionale per la luce naturale. Un ampio studio è riservato alla serie degli antipertensivi 1,4-diidropiridinici, per molti dei quali si sono definite le procedure per il monitoraggio analitico dei principi attivi e dei rispettivi prodotti di fotodegradazione. Nel contempo si studia lo sviluppo di sistemi di stabilizzazione alla luce, in particolare con matrici di liposomi, ciclodestrine e microsfere polimeriche. Un ulteriore fase della ricerca riguarda la creazione di un modello QSPR (Quantitative Structure-Property Relationships) tra struttura molecolare e fotostabilità degli 1,4-diidropiridinici, analizzando l’influenza dei sostituenti sull’anello benzenico e piridinico, in termini di caratteri idrofobici, elettronici e sterici. Si vuole arrivare alla definizione di una equazione multiparametrica con la quale predire il comportamento chimico di molecole nuove che presentino teoricamente una alta stabilità alla luce. Un secondo progetto verte sulla fotodegradazione degli acidi retinoici, in particolare all-trans retinoico e 13-cis-retinoico, i quali presentano una spiccata fotosensibilità, dando origine nella maggior parte dei casi a prodotti di isomerizzazione. Si cerca di definire matrici farmaceutiche a base di liposomi e niosomi, che presentano un alto grado di fotoprotezione dei farmaci incorporati. Le strategie per la definizione e l’ottimizzazione dei processi analitici vengono supportate dalle tecniche chemiometriche, che permettono l’utilizzo contemporaneo di un numero di dati di gran lunga superiore rispetto ai metodi tradizionali. I procedimenti analitici di “calibrazione multivariata”, vengono applicati soprattutto in campo spettrofotometrico per miscele privi di zone di assorbimento specifico. L’approccio chemiometrico consente di sviluppare modelli anche complessi in grado di predire con alta precisione le caratteristiche analitiche di un campione incognito.

STUDI ACCELERATI DI FOTOSTABILITÀ DEI FARMACI.

RAGNO, Gaetano;GAROFALO A;SINICROPI, Maria Stefania;DE LUCA M;GRANDE, Fedora;IOELE, Giuseppina;
2006-01-01

Abstract

Lo studio sulla fotolabilità dei farmaci si inserisce nel più vasto progetto di “Quality Assurance”, perseguito negli ultimi anni dalla Chimica Analitica. I test di fotodegradazione vengono effettuati secondo le direttive internazionali ICH, eseguendo processi di invecchiamento artificiale noti come "studi accelerati di stabilità" e avvalendosi di specifica apparecchiatura di irradiazione con lampada ad arco voltaico di Xeno, riconosciuta come standard internazionale per la luce naturale. Un ampio studio è riservato alla serie degli antipertensivi 1,4-diidropiridinici, per molti dei quali si sono definite le procedure per il monitoraggio analitico dei principi attivi e dei rispettivi prodotti di fotodegradazione. Nel contempo si studia lo sviluppo di sistemi di stabilizzazione alla luce, in particolare con matrici di liposomi, ciclodestrine e microsfere polimeriche. Un ulteriore fase della ricerca riguarda la creazione di un modello QSPR (Quantitative Structure-Property Relationships) tra struttura molecolare e fotostabilità degli 1,4-diidropiridinici, analizzando l’influenza dei sostituenti sull’anello benzenico e piridinico, in termini di caratteri idrofobici, elettronici e sterici. Si vuole arrivare alla definizione di una equazione multiparametrica con la quale predire il comportamento chimico di molecole nuove che presentino teoricamente una alta stabilità alla luce. Un secondo progetto verte sulla fotodegradazione degli acidi retinoici, in particolare all-trans retinoico e 13-cis-retinoico, i quali presentano una spiccata fotosensibilità, dando origine nella maggior parte dei casi a prodotti di isomerizzazione. Si cerca di definire matrici farmaceutiche a base di liposomi e niosomi, che presentano un alto grado di fotoprotezione dei farmaci incorporati. Le strategie per la definizione e l’ottimizzazione dei processi analitici vengono supportate dalle tecniche chemiometriche, che permettono l’utilizzo contemporaneo di un numero di dati di gran lunga superiore rispetto ai metodi tradizionali. I procedimenti analitici di “calibrazione multivariata”, vengono applicati soprattutto in campo spettrofotometrico per miscele privi di zone di assorbimento specifico. L’approccio chemiometrico consente di sviluppare modelli anche complessi in grado di predire con alta precisione le caratteristiche analitiche di un campione incognito.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/188353
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