PREFAZIONE Nel mese di ottobre 2015 il Prof. Vito Rizzo è uscito dai ruoli universitari, ma il suo impegno civile e accademico, uniti a un garbo non comune, continuano a essere di esempio a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, a partire da noi curatori di questo volume. Cosí è per l’amico di sempre, Antonio Flamini, che con lui ha condiviso fin da principio un comune cammino di Scuola e di vita. Cosí è per i giovani studiosi di un tempo, che in diverse sedi ebbe la generosità di seguire, motivare e sostenere nei momenti piú duri: Luca Di Nella e Stefano Polidori a Camerino, Enrico Caterini a Cosenza, Lorenzo Mezzasoma a Perugia, che ancor oggi in lui vedono un saldo punto di riferimento. Ciascuno di noi ha ricevuto qualcosa da Vito Rizzo e potrebbe raccontare episodi significativi, toccanti, sempre colmi di umanità. Sarebbe tuttavia esercizio troppo sentimentale e non utile. Ingeneroso, oltretutto, verso i tantissimi altri colleghi e giovani studiosi che con Vito Rizzo hanno condiviso indimenticabili esperienze umane e culturali. Piuttosto che indulgere a tentazioni di autobiografia fine a se stessa, è preferibile, in linea con la sobrietà che ne contraddistingue il carattere, illustrare brevemente le ragioni per le quali Vito Rizzo ha meritato di essere onorato da cosí tanti e autorevoli esponenti della dottrina italiana e straniera. In un’epoca dominata da logiche spesso fuorvianti e distorte, si suole valutare l’impatto della docenza universitaria nella triplice dimensione della didattica, della ricerca e dell’apporto alle attività gestionali. In realtà si tratta di tre profili inseparabili della carriera di un professore universitario, e sicuramente lo sono in quella di Vito Rizzo. Oltre che negli studi scientifici, anche nelle importanti cariche accademiche ricoperte (fra cui un mandato nel Consiglio di amministrazione dell’Università di Camerino) egli ha portato con sé il metodo appreso dal suo Maestro, il prof. Pietro Perlingieri. A questa linea ispiratrice si sono improntati, nell’Università di Camerino, il suo impegno ultradecennale (1972-1999) nella Direzione del «Centro per gli Studi di Teoria dell’interpretazione Emilio Betti» e il quadriennio in cui ha ricoperto la carica di Direttore della «Scuola di specializzazione in diritto civile» (1995-1999); nell’Università di Perugia, la Direzione del «Seminario di applicazione forense», istituito in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Perugia. Sempre in continuità con le attività di ricerca si sono articolate quelle di natura didattica: in oltre quarant’anni ha ricoperto insegnamenti non soltanto di diritto privato e diritto civile, ma anche di teoria dell’interpretazione (materia nella quale, come si vedrà, ha lasciato il segno), diritto privato comparato (dove ha portato la dimensione internazionale dei propri studi, caratterizzati da frequenti rapporti soprattutto con Spagna e Brasile), diritto dei consumatori (a sua volta, elemento distintivo delle linee di ricerca), oltre a numerosi altri corsi in molteplici settori del panorama giuscivilistico. Già questo sintetico e parziale spaccato curriculare getta luce sulla varietà degli interessi culturali coltivati da Vito Rizzo nell’attività scientifica. Attività della quale sarebbe riduttivo parlare al passato, poiché rimane insensibile al dato burocratico del pensionamento e prosegue con immutato impegno. Lo testimoniano la Direzione in essere della rivista «Le Corti umbre», la presenza come Relatore o Presidente di sessione a recentissime attività convegnistiche svoltesi in àmbito nazionale, la partecipazione attiva, negli ultimi anni, alle attività culturali del Centro di Studi Giuridici sui Diritti dei consumatori istituito presso l’Università di Perugia, Polo di Terni. Gli àmbiti di ricerca nei quali Vito Rizzo ha regalato alle generazioni successive spunti di riflessione ancóra attuali attengono principalmente (ma come si vedrà non solo) all’interpretazione del contratto e alla tutela del consumatore. Di primo acchito, sembrerebbe trattarsi di due filoni di ricerca fra loro indipendenti; esaminando in chiave retrospettiva gli studi dell’Autore, ci si avvede che non è cosí. La sua prima monografia, Condizioni generali del contratto e predisposizione normativa (1983), vede la luce quando già da tempo era in gestazione la seconda, Interpretazione dei contratti e relatività delle sue regole (1985). Il tema della contrattazione standardizzata è affrontato criticamente e palesa l’esigenza di sviluppare strumenti di tutela dell’aderente che appaiono ancóra troppo timidamente prospettati nella dottrina e giurisprudenza maggioritarie dell’epoca, rappresentando altresí dichiaratamente un primo sviluppo applicativo del metodo, incentrato sulla relatività delle regole di ermeneutica contrattuale, che sarebbe stato compiutamente teorizzato due anni dopo. Lo studio sull’interpretazione prende le mosse da una approfondita analisi sulle dottrine tedesche del negozio giuridico, divise tra le posizioni volontaristiche e quelle fondate sulla dichiarazione, per arrivare a coglierne l’evoluzione nella concezione che pone il Rechtsgeschäft sul piano del valore. Da questo si giunge a configurare un processo ermeneutico in cui l’aspetto soggettivo e quello oggettivo assumono relativisticamente un ruolo, secondo la natura dell’atto e gli interessi che l’ordinamento protegge. L’unitarietà del procedimento attraverso il quale si snodano interpretazione e qualificazione degli atti; l’impossibilità di stabilire gerarchie precostituite fra i criteri di ricostruzione del regolamento contrattuale; l’inscindibilità della valutazione giuridica dall’accertamento del fatto e dalla concreta selezione della sua disciplina; insomma, l’insegnamento metodologico in tema d’interpretazione del contratto, che tanta fortuna e penetrazione ha avuto nella dottrina e nella giurisprudenza degli anni a venire, è una chiave di lettura visibile, nelle proprie ricadute pratiche, in tutta la sua produzione scientifica, compresa quella di epoca piú recente. Quanto detto è particolarmente evidente negli studi dedicati alla tutela del consumatore, a partire dal primo, cui si alludeva poc’anzi, in materia di condizioni generali del contratto. In un’epoca in cui la protezione del contraente debole costituiva una frontiera in gran parte da esplorare, specialmente in àmbito nazionale dove la normativa codicistica dettata dagli artt. 1341 ss. c.c. mostrava limiti apparentemente insuperabili, proprio lo strumento dell’interpretazione contrattuale consentiva a Vito Rizzo di elaborare soluzioni di valenza fortemente innovativa. Basti pensare che gran parte delle tesi avanzate da Rizzo hanno anticipato, a oltre un decennio di distanza, le innovazioni che sarebbero state introdotte nel sistema con l’attuazione della Direttiva comunitaria in tema di contratti fra professionisti e consumatori. Direttiva che l’Autore ha «monitorato», innanzi tutto, con una importante opera monografica scritta nelle more del suo recepimento: Le clausole abusive nell’esperienza tedesca, francese, italiana e nella prospettiva comunitaria (1994) metteva a nudo, a fronte delle innovazioni imposte dall’armonizzazione europea, i ritardi dell’ordinamento nazionale rispetto ad altri sistemi e i rischi correlati, formulando puntuali proposte per fronteggiarli. Recepita la Direttiva, non tutti i problemi evidenziati in precedenza avevano trovato soluzione appagante nel testo della legge di attuazione; lo strumento per farvi fronte tornava perciò a essere quello ermeneutico, e ancóra una volta Rizzo non si è tirato indietro. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla felice intuizione con la quale, ne Il significativo squilibrio “malgrado” la buona fede nella clausola generale dell’art. 1469-bis cod. civ.: un collegamento “ambiguo” da chiarire (1996), da un maldestro errore di traduzione della definizione di vessatorietà ha tratto spunto per un’opzione interpretativa in grado di garantire al consumatore una protezione piú elevata di quella offerta dal testo comunitario; o all’inquadramento dei rapporti fra trasparenza e vessatorietà, in Trasparenza e «contratti del consumatore» (la novella al codice civile) (1997), ove il giurista di oggi, piú del lettore di ieri, coglie rilevanti spunti anticipatori in ordine a questioni di valenza generale tutt’ora dibattute. Da una approfondita analisi della disciplina sulle clausole vessatorie viene sviluppata una prospettiva applicativa che pochi avevano colto nel suo significato e nell’ampia portata: la trasparenza che coinvolge tutte le fasi del contratto e investe anche il contenuto economico dello stesso è oggi il fondamento di uno dei piú incidenti controlli sulle esplicazioni dell’autonomia contrattuale dei professionisti, secondo un orientamento ampiamente condiviso da dottrina e giurisprudenza. Non soltanto nei campi dell’interpretazione e della tutela dei consumatori, si diceva, l’apporto di Vito Rizzo è stato rilevante. Nella sua bibliografia si possono rinvenire scritti che toccano pressoché ogni àmbito del sapere civilistico, e anche qualche filone meno conosciuto, come quello attinente alla disponibilità delle parti del corpo, sviluppato in riferimento sia alla fattispecie codicistica di cui all’art. 5 c.c., sia alla successiva legislazione in tema di trapianti. Oppure quello dell’informatica giuridica, su cui verte il suo primo scritto intitolato Informatica giuridica e democraticità (1978), e successivamente ripreso nel corso degli anni, anche con l’organizzazione di eventi convegnistici e la partecipazione al Consiglio scientifico dell’Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica del CNR con sede a Firenze. Il resto è attività recentissima, e soprattutto in pieno corso di svolgimento; gli attuali interessi dell’Autore si indirizzano come sempre verso tematiche di respiro cultuale allargato, quali le fonti di obbligazione e la rilettura costituzionale della disciplina del contratto (cui è dedicato un corposo articolo del 2015, Contratto e Costituzione). Ma una riflessione sui princípi ed ancóra sugli sviluppi attinenti alla trasparenza sono oggetto anche delle Sue ultime pubblicazioni [Itinerario e nuove vicende della trasparenza (con particolare riguardo ai contratti del consumatore), in Le Corti Umbre, n. 1/2016 e Il principio di trasparenza, in Atti del Convegno su “La Banca-Assicurazione”, Firenze, 2-3 febbraio 2017). L’ampio raggio nel quale si è sviluppata la produzione scientifica di Vito Rizzo spiega la varietà degli argomenti su cui vertono gli scritti raccolti in suo onore, che spaziano dai profili personalistici a quelli patrimoniali e successori del diritto civile; ovviamente, con sensibile preponderanza verso le tematiche del contratto e della protezione dei consumatori. Ciascuno degli Autori coinvolti ha ricevuto l’elenco delle pubblicazioni prodotte in carriera da Vito Rizzo e ne ha fatto tesoro sia nella scelta dell’argomento da trattare, sia nella individuazione degli spunti che in relazione ad esso fossero eventualmente rintracciabili al suo interno. Ad essi va il primo ringraziamento, e alle Edizioni Scientifiche Italiane (casa editrice che ha battezzato quasi tutte le pubblicazioni di Vito Rizzo) per aver dato, come sempre, piena e fattiva disponibilità a ospitare l’iniziativa. Un ringraziamento particolare e sentito è doveroso rivolgere agli Enti e Istituzioni che, rendendosi disponibili a contribuire ai costi di stampa dell’opera, hanno consentito di realizzarla, pur in un’epoca storica nella quale la contrazione delle risorse destinate alla ricerca universitaria rende quasi proibitiva una pubblicazione di questa mole. Nonostante la delicata congiuntura economica, le sedi universitarie di appartenenza dei cinque curatori non si sono tirate indietro, ma con esse si sono mobilitati anche altri autorevoli soggetti pubblici e privati, i quali hanno colto e fatto proprio il valore culturale dell’iniziativa. Hanno contribuito economicamente, con decisivo apporto, a realizzare la stampa dell’opera: 1) Centro di Studi giuridici sui diritti dei consumatori istituito presso il l’Università di Perugia, Polo di Terni; 2) Struttura finanziatrice dell’Università del Salento; 3) Struttura finanziatrice dell’Università di Camerino; 4) Struttura finanziatrice dell’Università di Cosenza; 5) Struttura finanziatrice dell’Università di Parma. Si ringraziano infine, ma non certo da ultimo, le dottoresse Cristiana Boiti, Manuela Giobbi, Alessia Redi e Silvia Tosti per l’infaticabile e competente ausilio offerto alle attività di revisione dei testi, adeguamento ai criteri redazionali e alla cura di diversi altri aspetti organizzativi di fondamentale importanza per la realizzazione dei volumi.

SCRITTI IN ONORE DI VITO RIZZO

Caterini Enrico
2017-01-01

Abstract

PREFAZIONE Nel mese di ottobre 2015 il Prof. Vito Rizzo è uscito dai ruoli universitari, ma il suo impegno civile e accademico, uniti a un garbo non comune, continuano a essere di esempio a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, a partire da noi curatori di questo volume. Cosí è per l’amico di sempre, Antonio Flamini, che con lui ha condiviso fin da principio un comune cammino di Scuola e di vita. Cosí è per i giovani studiosi di un tempo, che in diverse sedi ebbe la generosità di seguire, motivare e sostenere nei momenti piú duri: Luca Di Nella e Stefano Polidori a Camerino, Enrico Caterini a Cosenza, Lorenzo Mezzasoma a Perugia, che ancor oggi in lui vedono un saldo punto di riferimento. Ciascuno di noi ha ricevuto qualcosa da Vito Rizzo e potrebbe raccontare episodi significativi, toccanti, sempre colmi di umanità. Sarebbe tuttavia esercizio troppo sentimentale e non utile. Ingeneroso, oltretutto, verso i tantissimi altri colleghi e giovani studiosi che con Vito Rizzo hanno condiviso indimenticabili esperienze umane e culturali. Piuttosto che indulgere a tentazioni di autobiografia fine a se stessa, è preferibile, in linea con la sobrietà che ne contraddistingue il carattere, illustrare brevemente le ragioni per le quali Vito Rizzo ha meritato di essere onorato da cosí tanti e autorevoli esponenti della dottrina italiana e straniera. In un’epoca dominata da logiche spesso fuorvianti e distorte, si suole valutare l’impatto della docenza universitaria nella triplice dimensione della didattica, della ricerca e dell’apporto alle attività gestionali. In realtà si tratta di tre profili inseparabili della carriera di un professore universitario, e sicuramente lo sono in quella di Vito Rizzo. Oltre che negli studi scientifici, anche nelle importanti cariche accademiche ricoperte (fra cui un mandato nel Consiglio di amministrazione dell’Università di Camerino) egli ha portato con sé il metodo appreso dal suo Maestro, il prof. Pietro Perlingieri. A questa linea ispiratrice si sono improntati, nell’Università di Camerino, il suo impegno ultradecennale (1972-1999) nella Direzione del «Centro per gli Studi di Teoria dell’interpretazione Emilio Betti» e il quadriennio in cui ha ricoperto la carica di Direttore della «Scuola di specializzazione in diritto civile» (1995-1999); nell’Università di Perugia, la Direzione del «Seminario di applicazione forense», istituito in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Perugia. Sempre in continuità con le attività di ricerca si sono articolate quelle di natura didattica: in oltre quarant’anni ha ricoperto insegnamenti non soltanto di diritto privato e diritto civile, ma anche di teoria dell’interpretazione (materia nella quale, come si vedrà, ha lasciato il segno), diritto privato comparato (dove ha portato la dimensione internazionale dei propri studi, caratterizzati da frequenti rapporti soprattutto con Spagna e Brasile), diritto dei consumatori (a sua volta, elemento distintivo delle linee di ricerca), oltre a numerosi altri corsi in molteplici settori del panorama giuscivilistico. Già questo sintetico e parziale spaccato curriculare getta luce sulla varietà degli interessi culturali coltivati da Vito Rizzo nell’attività scientifica. Attività della quale sarebbe riduttivo parlare al passato, poiché rimane insensibile al dato burocratico del pensionamento e prosegue con immutato impegno. Lo testimoniano la Direzione in essere della rivista «Le Corti umbre», la presenza come Relatore o Presidente di sessione a recentissime attività convegnistiche svoltesi in àmbito nazionale, la partecipazione attiva, negli ultimi anni, alle attività culturali del Centro di Studi Giuridici sui Diritti dei consumatori istituito presso l’Università di Perugia, Polo di Terni. Gli àmbiti di ricerca nei quali Vito Rizzo ha regalato alle generazioni successive spunti di riflessione ancóra attuali attengono principalmente (ma come si vedrà non solo) all’interpretazione del contratto e alla tutela del consumatore. Di primo acchito, sembrerebbe trattarsi di due filoni di ricerca fra loro indipendenti; esaminando in chiave retrospettiva gli studi dell’Autore, ci si avvede che non è cosí. La sua prima monografia, Condizioni generali del contratto e predisposizione normativa (1983), vede la luce quando già da tempo era in gestazione la seconda, Interpretazione dei contratti e relatività delle sue regole (1985). Il tema della contrattazione standardizzata è affrontato criticamente e palesa l’esigenza di sviluppare strumenti di tutela dell’aderente che appaiono ancóra troppo timidamente prospettati nella dottrina e giurisprudenza maggioritarie dell’epoca, rappresentando altresí dichiaratamente un primo sviluppo applicativo del metodo, incentrato sulla relatività delle regole di ermeneutica contrattuale, che sarebbe stato compiutamente teorizzato due anni dopo. Lo studio sull’interpretazione prende le mosse da una approfondita analisi sulle dottrine tedesche del negozio giuridico, divise tra le posizioni volontaristiche e quelle fondate sulla dichiarazione, per arrivare a coglierne l’evoluzione nella concezione che pone il Rechtsgeschäft sul piano del valore. Da questo si giunge a configurare un processo ermeneutico in cui l’aspetto soggettivo e quello oggettivo assumono relativisticamente un ruolo, secondo la natura dell’atto e gli interessi che l’ordinamento protegge. L’unitarietà del procedimento attraverso il quale si snodano interpretazione e qualificazione degli atti; l’impossibilità di stabilire gerarchie precostituite fra i criteri di ricostruzione del regolamento contrattuale; l’inscindibilità della valutazione giuridica dall’accertamento del fatto e dalla concreta selezione della sua disciplina; insomma, l’insegnamento metodologico in tema d’interpretazione del contratto, che tanta fortuna e penetrazione ha avuto nella dottrina e nella giurisprudenza degli anni a venire, è una chiave di lettura visibile, nelle proprie ricadute pratiche, in tutta la sua produzione scientifica, compresa quella di epoca piú recente. Quanto detto è particolarmente evidente negli studi dedicati alla tutela del consumatore, a partire dal primo, cui si alludeva poc’anzi, in materia di condizioni generali del contratto. In un’epoca in cui la protezione del contraente debole costituiva una frontiera in gran parte da esplorare, specialmente in àmbito nazionale dove la normativa codicistica dettata dagli artt. 1341 ss. c.c. mostrava limiti apparentemente insuperabili, proprio lo strumento dell’interpretazione contrattuale consentiva a Vito Rizzo di elaborare soluzioni di valenza fortemente innovativa. Basti pensare che gran parte delle tesi avanzate da Rizzo hanno anticipato, a oltre un decennio di distanza, le innovazioni che sarebbero state introdotte nel sistema con l’attuazione della Direttiva comunitaria in tema di contratti fra professionisti e consumatori. Direttiva che l’Autore ha «monitorato», innanzi tutto, con una importante opera monografica scritta nelle more del suo recepimento: Le clausole abusive nell’esperienza tedesca, francese, italiana e nella prospettiva comunitaria (1994) metteva a nudo, a fronte delle innovazioni imposte dall’armonizzazione europea, i ritardi dell’ordinamento nazionale rispetto ad altri sistemi e i rischi correlati, formulando puntuali proposte per fronteggiarli. Recepita la Direttiva, non tutti i problemi evidenziati in precedenza avevano trovato soluzione appagante nel testo della legge di attuazione; lo strumento per farvi fronte tornava perciò a essere quello ermeneutico, e ancóra una volta Rizzo non si è tirato indietro. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla felice intuizione con la quale, ne Il significativo squilibrio “malgrado” la buona fede nella clausola generale dell’art. 1469-bis cod. civ.: un collegamento “ambiguo” da chiarire (1996), da un maldestro errore di traduzione della definizione di vessatorietà ha tratto spunto per un’opzione interpretativa in grado di garantire al consumatore una protezione piú elevata di quella offerta dal testo comunitario; o all’inquadramento dei rapporti fra trasparenza e vessatorietà, in Trasparenza e «contratti del consumatore» (la novella al codice civile) (1997), ove il giurista di oggi, piú del lettore di ieri, coglie rilevanti spunti anticipatori in ordine a questioni di valenza generale tutt’ora dibattute. Da una approfondita analisi della disciplina sulle clausole vessatorie viene sviluppata una prospettiva applicativa che pochi avevano colto nel suo significato e nell’ampia portata: la trasparenza che coinvolge tutte le fasi del contratto e investe anche il contenuto economico dello stesso è oggi il fondamento di uno dei piú incidenti controlli sulle esplicazioni dell’autonomia contrattuale dei professionisti, secondo un orientamento ampiamente condiviso da dottrina e giurisprudenza. Non soltanto nei campi dell’interpretazione e della tutela dei consumatori, si diceva, l’apporto di Vito Rizzo è stato rilevante. Nella sua bibliografia si possono rinvenire scritti che toccano pressoché ogni àmbito del sapere civilistico, e anche qualche filone meno conosciuto, come quello attinente alla disponibilità delle parti del corpo, sviluppato in riferimento sia alla fattispecie codicistica di cui all’art. 5 c.c., sia alla successiva legislazione in tema di trapianti. Oppure quello dell’informatica giuridica, su cui verte il suo primo scritto intitolato Informatica giuridica e democraticità (1978), e successivamente ripreso nel corso degli anni, anche con l’organizzazione di eventi convegnistici e la partecipazione al Consiglio scientifico dell’Istituto di teoria e tecniche dell’informazione giuridica del CNR con sede a Firenze. Il resto è attività recentissima, e soprattutto in pieno corso di svolgimento; gli attuali interessi dell’Autore si indirizzano come sempre verso tematiche di respiro cultuale allargato, quali le fonti di obbligazione e la rilettura costituzionale della disciplina del contratto (cui è dedicato un corposo articolo del 2015, Contratto e Costituzione). Ma una riflessione sui princípi ed ancóra sugli sviluppi attinenti alla trasparenza sono oggetto anche delle Sue ultime pubblicazioni [Itinerario e nuove vicende della trasparenza (con particolare riguardo ai contratti del consumatore), in Le Corti Umbre, n. 1/2016 e Il principio di trasparenza, in Atti del Convegno su “La Banca-Assicurazione”, Firenze, 2-3 febbraio 2017). L’ampio raggio nel quale si è sviluppata la produzione scientifica di Vito Rizzo spiega la varietà degli argomenti su cui vertono gli scritti raccolti in suo onore, che spaziano dai profili personalistici a quelli patrimoniali e successori del diritto civile; ovviamente, con sensibile preponderanza verso le tematiche del contratto e della protezione dei consumatori. Ciascuno degli Autori coinvolti ha ricevuto l’elenco delle pubblicazioni prodotte in carriera da Vito Rizzo e ne ha fatto tesoro sia nella scelta dell’argomento da trattare, sia nella individuazione degli spunti che in relazione ad esso fossero eventualmente rintracciabili al suo interno. Ad essi va il primo ringraziamento, e alle Edizioni Scientifiche Italiane (casa editrice che ha battezzato quasi tutte le pubblicazioni di Vito Rizzo) per aver dato, come sempre, piena e fattiva disponibilità a ospitare l’iniziativa. Un ringraziamento particolare e sentito è doveroso rivolgere agli Enti e Istituzioni che, rendendosi disponibili a contribuire ai costi di stampa dell’opera, hanno consentito di realizzarla, pur in un’epoca storica nella quale la contrazione delle risorse destinate alla ricerca universitaria rende quasi proibitiva una pubblicazione di questa mole. Nonostante la delicata congiuntura economica, le sedi universitarie di appartenenza dei cinque curatori non si sono tirate indietro, ma con esse si sono mobilitati anche altri autorevoli soggetti pubblici e privati, i quali hanno colto e fatto proprio il valore culturale dell’iniziativa. Hanno contribuito economicamente, con decisivo apporto, a realizzare la stampa dell’opera: 1) Centro di Studi giuridici sui diritti dei consumatori istituito presso il l’Università di Perugia, Polo di Terni; 2) Struttura finanziatrice dell’Università del Salento; 3) Struttura finanziatrice dell’Università di Camerino; 4) Struttura finanziatrice dell’Università di Cosenza; 5) Struttura finanziatrice dell’Università di Parma. Si ringraziano infine, ma non certo da ultimo, le dottoresse Cristiana Boiti, Manuela Giobbi, Alessia Redi e Silvia Tosti per l’infaticabile e competente ausilio offerto alle attività di revisione dei testi, adeguamento ai criteri redazionali e alla cura di diversi altri aspetti organizzativi di fondamentale importanza per la realizzazione dei volumi.
2017
9788849533538
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