I beni culturali trascendono la loro dimensione locale e si offrono alla fruizione collettiva senza confini, anche in termini di fruizione a livello internazionale e a livello universale, di cui esempio eloquente è l’azione intrapresa per proteggere i siti storici lunari a testimonianza dell'attività scientifica sul nostro satellite per il futuro. In realtà vi sono universi ancora sconosciuti sulla terra che meriterebbero maggiore attenzione: le profondità del mare, ad esempio, celano un immenso patrimonio ambientale che con le epoche si è ulteriormente arricchito divenendo depositario di patrimoni costituiti da tesori, testimonianze di popoli di varie epoche che solcando il mare hanno lasciato tracce volontarie e involontarie delle loro rotte. Accanto a queste meravigliose testimonianze storiche, nell’universo marino vive la Pinna nobilis, bivalve endemico del Mar Mediterraneo che cresce su fondali sabbiosi in prossimità di praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. A causa dell’impatto antropico, negli ultimi decenni le popolazioni di Pinna nobilis hanno subito un notevole decremento che ha condotto all’introduzione del bivalve nella lista delle specie protette fornita dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Nell’ottica di inquadrare la specie all’interno di un contesto multidisciplinare che coinvolga fattori di importanza naturalistica e culturale, il presente studio si propone di fornire dati morfo-funzionali e biologici sul bisso prodotto dal mollusco, impiegato ancora oggi per la realizzazione di un filato di elevato pregio noto con il nome di “Seta del Mare”. Il tessuto prodotto con tale filato è stato utilizzato in passato per realizzare vere e proprie opere d’arte la cui preziosità ne ha consentito l’entrata a pieno titolo nel mondo dei beni culturali. La ricerca che evidenzia le connessioni tra ambiente, prodotto, manifattura, storia e arte è inoltre volta a comparare le proprietà del filato marino con quello prodotto con la seta da baco allo scopo di evidenziarne eventuali proprietà fisiche comuni. Infine, obiettivo ultimo del presente lavoro è quello di tracciare una mappa georeferita, attraverso l’ausilio di tecniche GIS, della presenza di popolazioni del mollusco lungo le coste calabresi.
I tesori del mare: la seta e la Pinna Nobilis
Chidichimo G
Project Administration
;Gattuso C
Supervision
;Biasone P
Formal Analysis
;
2012-01-01
Abstract
I beni culturali trascendono la loro dimensione locale e si offrono alla fruizione collettiva senza confini, anche in termini di fruizione a livello internazionale e a livello universale, di cui esempio eloquente è l’azione intrapresa per proteggere i siti storici lunari a testimonianza dell'attività scientifica sul nostro satellite per il futuro. In realtà vi sono universi ancora sconosciuti sulla terra che meriterebbero maggiore attenzione: le profondità del mare, ad esempio, celano un immenso patrimonio ambientale che con le epoche si è ulteriormente arricchito divenendo depositario di patrimoni costituiti da tesori, testimonianze di popoli di varie epoche che solcando il mare hanno lasciato tracce volontarie e involontarie delle loro rotte. Accanto a queste meravigliose testimonianze storiche, nell’universo marino vive la Pinna nobilis, bivalve endemico del Mar Mediterraneo che cresce su fondali sabbiosi in prossimità di praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. A causa dell’impatto antropico, negli ultimi decenni le popolazioni di Pinna nobilis hanno subito un notevole decremento che ha condotto all’introduzione del bivalve nella lista delle specie protette fornita dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE. Nell’ottica di inquadrare la specie all’interno di un contesto multidisciplinare che coinvolga fattori di importanza naturalistica e culturale, il presente studio si propone di fornire dati morfo-funzionali e biologici sul bisso prodotto dal mollusco, impiegato ancora oggi per la realizzazione di un filato di elevato pregio noto con il nome di “Seta del Mare”. Il tessuto prodotto con tale filato è stato utilizzato in passato per realizzare vere e proprie opere d’arte la cui preziosità ne ha consentito l’entrata a pieno titolo nel mondo dei beni culturali. La ricerca che evidenzia le connessioni tra ambiente, prodotto, manifattura, storia e arte è inoltre volta a comparare le proprietà del filato marino con quello prodotto con la seta da baco allo scopo di evidenziarne eventuali proprietà fisiche comuni. Infine, obiettivo ultimo del presente lavoro è quello di tracciare una mappa georeferita, attraverso l’ausilio di tecniche GIS, della presenza di popolazioni del mollusco lungo le coste calabresi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.