Lo studio dei beni di pregio storico-architettonico-monumentali degradati, soprattutto se finalizzato ad azioni di recupero, deve necessariamente rispondere a rigore metodologico, avvalendosi di strumenti di conoscenza articolati e complementari, in modo da considerare in modo equilibrato le diverse componenti che entrano in gioco e le loro interrelazioni. Occorre creare sinergie tra diverse competenze e, attraverso il confronto ed il dialogo, perseguire un maggiore grado di comprensione delle problematiche. Si tratta di assumere come prassi anche una azione ciclica di verifica e ricalibrazione dei risultati delle analisi parziali finalizzata a delineare un quadro complessivo. Lo studio degli edifici monumentali richiede necessariamente la collaborazione di più operatori che devono partecipare in modo integrato e con flessibilità affinché ne derivi il miglior dei risultati, agendo con rigore scientifico ed in tempi reali. Lo sviluppo delle conoscenze può avvenire non solo attraverso il confronto con le teorie e le conoscenze di base tradizionali, ma anche attraverso la definizione di modelli di gestione che ottimizzino l’utilità di tali conoscenze. Si tratta di definire e adottare nuovi sistemi di gestione delle informazioni derivanti da specifiche ricerche di settore e validati dal confronto con la realtà per creare un coordinamento sul piano delle tecniche di processo in senso stretto considerando aspetti organizzativi finalizzati oltre che alla tutela e al restauro anche alla valorizzazione ed al marketing. Nella nota si propone un possibile percorso conoscitivo volto alla realizzazione di una cartella clinica del bene culturale, che si avvale anche di interessanti sistemi di digitalizzazione resi possibili dagli sviluppi più recenti delle tecnologie di settore. Esso muove dall’idea dell’opportunità di un approccio globale di ricerca, di un atteggiamento volto all’integrazione intelligente di diverse sfere conoscitive, della necessità di assumere un processo tecnico razionale, a partire dalla pre-diagnosi fino a giungere alla definizione ultima degli interventi. Il processo completo che deriva da tali premesse è sintetizzabile in tre parole chiave: Anamnesi, Diagnosi e Terapia.

PER UN APPROCCIO RAZIONALE AL PIANO DIAGNOSTICO NEGLI INTERVENTI DI RESTAURO CONSERVATIVO

Gattuso C.
Project Administration
2011-01-01

Abstract

Lo studio dei beni di pregio storico-architettonico-monumentali degradati, soprattutto se finalizzato ad azioni di recupero, deve necessariamente rispondere a rigore metodologico, avvalendosi di strumenti di conoscenza articolati e complementari, in modo da considerare in modo equilibrato le diverse componenti che entrano in gioco e le loro interrelazioni. Occorre creare sinergie tra diverse competenze e, attraverso il confronto ed il dialogo, perseguire un maggiore grado di comprensione delle problematiche. Si tratta di assumere come prassi anche una azione ciclica di verifica e ricalibrazione dei risultati delle analisi parziali finalizzata a delineare un quadro complessivo. Lo studio degli edifici monumentali richiede necessariamente la collaborazione di più operatori che devono partecipare in modo integrato e con flessibilità affinché ne derivi il miglior dei risultati, agendo con rigore scientifico ed in tempi reali. Lo sviluppo delle conoscenze può avvenire non solo attraverso il confronto con le teorie e le conoscenze di base tradizionali, ma anche attraverso la definizione di modelli di gestione che ottimizzino l’utilità di tali conoscenze. Si tratta di definire e adottare nuovi sistemi di gestione delle informazioni derivanti da specifiche ricerche di settore e validati dal confronto con la realtà per creare un coordinamento sul piano delle tecniche di processo in senso stretto considerando aspetti organizzativi finalizzati oltre che alla tutela e al restauro anche alla valorizzazione ed al marketing. Nella nota si propone un possibile percorso conoscitivo volto alla realizzazione di una cartella clinica del bene culturale, che si avvale anche di interessanti sistemi di digitalizzazione resi possibili dagli sviluppi più recenti delle tecnologie di settore. Esso muove dall’idea dell’opportunità di un approccio globale di ricerca, di un atteggiamento volto all’integrazione intelligente di diverse sfere conoscitive, della necessità di assumere un processo tecnico razionale, a partire dalla pre-diagnosi fino a giungere alla definizione ultima degli interventi. Il processo completo che deriva da tali premesse è sintetizzabile in tre parole chiave: Anamnesi, Diagnosi e Terapia.
2011
978-88-86208-69-7
piano diagnostico
metodologia
Interdisiciplinarietà
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/264717
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