La complessità strutturale delle lingue, e la loro natura astratta e formale, hanno condotto una certa linguistica strutturale a dimenticare che le lingue ci sono (e si possono descrivere e studiare) perché la gente le parla. Un tale oblio del parlante, però, è tutto meno che saussuriano: al contrario, assumendo la nozione di sentimento linguistico come criterio per la sua morfologia, Saussure mostra di comprendere che il linguista deve vestire i panni del parlante per essere un buon linguista. La filosofia del linguaggio saussuriana nasce dunque nel cuore della linguistica, e non in un preteso “superamento” di essa nella direzione di una più generale epistemologia delle scienze umane. Tuttavia, la definizione stessa del sentimento linguistico, nella sua immediatezza tanto cognitiva (come sistema di classificazione arbitrario) che normativa (come regola inderogabile e immotivata), getta un ponte verso una serie di altre attività e ambiti dell’esperienza umana che hanno caratteristiche simili (le usanze, i riti, le pratiche artistiche). In questo modo, Saussure può essere utilmente inserito nel novero di quei pensatori che pongono il linguaggio come fondamento e paradigma dell’esperienza umana: si è umani quando si assumono grammatiche arbitrarie in luogo degli istinti. Questo strato dell’esperienza rimane alla base di tutti gli altri, e l’uso del linguaggio (anzitutto nella sua componente grammaticale) ne è il centro e il fondamento.
Sentimento della lingua. Per un'antropologia linguistica saussuriana
Fadda E.
2017-01-01
Abstract
La complessità strutturale delle lingue, e la loro natura astratta e formale, hanno condotto una certa linguistica strutturale a dimenticare che le lingue ci sono (e si possono descrivere e studiare) perché la gente le parla. Un tale oblio del parlante, però, è tutto meno che saussuriano: al contrario, assumendo la nozione di sentimento linguistico come criterio per la sua morfologia, Saussure mostra di comprendere che il linguista deve vestire i panni del parlante per essere un buon linguista. La filosofia del linguaggio saussuriana nasce dunque nel cuore della linguistica, e non in un preteso “superamento” di essa nella direzione di una più generale epistemologia delle scienze umane. Tuttavia, la definizione stessa del sentimento linguistico, nella sua immediatezza tanto cognitiva (come sistema di classificazione arbitrario) che normativa (come regola inderogabile e immotivata), getta un ponte verso una serie di altre attività e ambiti dell’esperienza umana che hanno caratteristiche simili (le usanze, i riti, le pratiche artistiche). In questo modo, Saussure può essere utilmente inserito nel novero di quei pensatori che pongono il linguaggio come fondamento e paradigma dell’esperienza umana: si è umani quando si assumono grammatiche arbitrarie in luogo degli istinti. Questo strato dell’esperienza rimane alla base di tutti gli altri, e l’uso del linguaggio (anzitutto nella sua componente grammaticale) ne è il centro e il fondamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.