Si esplorano le potenzialità della visione repubblicana di Hume (1711-1776) rispetto a due chiavi prospettiche poco usuali nel suo pensiero politico ma audacemente sperimentate dal pensatore scozzese ne La forma di governo ideale (1752): 1) la legittimazione della repubblica come forma di governo stabile e maggiormente assoggettabile alle analisi della scienza politica rispetto alla monarchia, la quale risulta troppo dipendente dal carattere personale dei governanti; 2) l’interesse per le elezioni popolari nell’unica forma di democrazia possibile e attuabile, quella rappresentativa. La forma di governo ideale, benché il titolo possa trarre in inganno, non descrive un’idea utopica di Stato: una «repubblica perfetta» non dipende dalla teorizzazione di un modello astratto di Stato, quanto dalla ricerca di una possibile amministrazione legale che risponda efficacemente alle distorsioni di tipo sociale e istituzionale prodotte dalla natura conflittuale, instabile e incerta della costituzione mista britannica, la quale, agli occhi del filosofo scozzese, impedisce all’Inghilterra di svilupparsi come una vera e propria nazione. La modernità politica di Hume, secondo Pupo, consiste nella fiducia incondizionata in una vita pubblica ben regolata e ordinata sulla base di istituzioni efficienti e nell’autonomia della scienza costituzionale alla quale riconosce la funzione di mezzo insostituibile per la tutela della libertà civile.

Come perfezionare la democrazia. David Hume e la forma di governo ideale

Pupo Spartaco
2017-01-01

Abstract

Si esplorano le potenzialità della visione repubblicana di Hume (1711-1776) rispetto a due chiavi prospettiche poco usuali nel suo pensiero politico ma audacemente sperimentate dal pensatore scozzese ne La forma di governo ideale (1752): 1) la legittimazione della repubblica come forma di governo stabile e maggiormente assoggettabile alle analisi della scienza politica rispetto alla monarchia, la quale risulta troppo dipendente dal carattere personale dei governanti; 2) l’interesse per le elezioni popolari nell’unica forma di democrazia possibile e attuabile, quella rappresentativa. La forma di governo ideale, benché il titolo possa trarre in inganno, non descrive un’idea utopica di Stato: una «repubblica perfetta» non dipende dalla teorizzazione di un modello astratto di Stato, quanto dalla ricerca di una possibile amministrazione legale che risponda efficacemente alle distorsioni di tipo sociale e istituzionale prodotte dalla natura conflittuale, instabile e incerta della costituzione mista britannica, la quale, agli occhi del filosofo scozzese, impedisce all’Inghilterra di svilupparsi come una vera e propria nazione. La modernità politica di Hume, secondo Pupo, consiste nella fiducia incondizionata in una vita pubblica ben regolata e ordinata sulla base di istituzioni efficienti e nell’autonomia della scienza costituzionale alla quale riconosce la funzione di mezzo insostituibile per la tutela della libertà civile.
2017
978-88-3329-000-3
David Hume; Democrazia; Rappresentanza; Repubblica; Monarchia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/266873
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