Quali effetti produce sulla forma di vita ciò che noi percepiamo come “tempo” e che indichiamo con questo termine? In che modo la consapevolezza di avere a disposizione una vita sola – la quale, nella sua essenza, altro non è che una quantità di tempo circoscritta - determina e condiziona le nostre azioni? Queste domande e le possibili risposte si collocano decisamente in un orizzonte etico prima ancora che teoretico e cosmologico: è certamente l’esperienza della caducità a consegnarci da sempre, fin dall’inizio - se di inizio ha senso parlare - alla dimensione della immanenza. Forme ed etica del tempo propone quattro aperture prospettiche su un problema decisivo per Nietzsche: l’esperienza e il manifestarsi della temporalità per il “soggetto”; la funzione performativa del pensiero del tempo nella determinazione dell’agire e della forma di vita; la funzione che il tempo svolge nei meccanismi psicofisiologici alla base di fenomeni come la coscienza e la volontà; e infine, l’esplorazione del rapporto tra verità e tempo in un orizzonte psicoanalitico come quello di Jung, profondamente segnato dalla influenza nietzscheana. Una ricognizione teorica e una ermeneutica il più possibile attenta alla base testuale e che si richiama in questo alla tradizione interpretativa filologica e filosofica della scuola di Mazzino Montinari e Giorgio Colli.
Forme ed etica del tempo in Nietzsche
L. Lupo
2018-01-01
Abstract
Quali effetti produce sulla forma di vita ciò che noi percepiamo come “tempo” e che indichiamo con questo termine? In che modo la consapevolezza di avere a disposizione una vita sola – la quale, nella sua essenza, altro non è che una quantità di tempo circoscritta - determina e condiziona le nostre azioni? Queste domande e le possibili risposte si collocano decisamente in un orizzonte etico prima ancora che teoretico e cosmologico: è certamente l’esperienza della caducità a consegnarci da sempre, fin dall’inizio - se di inizio ha senso parlare - alla dimensione della immanenza. Forme ed etica del tempo propone quattro aperture prospettiche su un problema decisivo per Nietzsche: l’esperienza e il manifestarsi della temporalità per il “soggetto”; la funzione performativa del pensiero del tempo nella determinazione dell’agire e della forma di vita; la funzione che il tempo svolge nei meccanismi psicofisiologici alla base di fenomeni come la coscienza e la volontà; e infine, l’esplorazione del rapporto tra verità e tempo in un orizzonte psicoanalitico come quello di Jung, profondamente segnato dalla influenza nietzscheana. Una ricognizione teorica e una ermeneutica il più possibile attenta alla base testuale e che si richiama in questo alla tradizione interpretativa filologica e filosofica della scuola di Mazzino Montinari e Giorgio Colli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.