Il volume indaga la ‘funzione’ Machiavelli negli anni della «ragion di Stato» e del tacitismo, tra la fine del Cinquecento e il Seicento. Dopo un’introduzione di carattere generale, dedicata alla presentazione delle espressioni più tipiche in cui si declina il pensiero politico della stagione controriformata, tacitismo e «ragion di Stato», lo studio si sofferma su tre testi: la "Ragion di Stato" di Giovanni Botero, l’opera-emblema della trattatistica dell’epoca (Venezia 1589), e due commenti a Tacito tra i più significativi nel folto numero delle scritture di esegesi politico-morale dedicate allo storico latino nella stagione del tacitismo: i "Comentarii sopra Cornelio Tacito" di Traiano Boccalini (pubblicati postumi, e peraltro non integralmente, solo nel 1677), e i "Discorsi sopra Cornelio Tacito" di Virgilio Malvezzi (Venezia 1622). L’analisi delle tre opere (finora poco frequentate dagli studiosi) ha permesso di riesaminare una serie di questioni centrali della trattatistica politica, sollevate dal Segretario e ridiscusse con l’obiettivo di mitigare la portata più sovversiva implicita nelle sue tesi: il tema dell’“ampliamento”, dell’espansionismo territoriale, della conservazione dello Stato, della durabilità del corpo politico, delle forme di governo, della guerra, dei conflitti interni, della pace, dell’«assicurarsi», del neutralizzare le istanze antistatali dei cittadini più ambiziosi (coloro che tentano di «fare novità»), della necessità, dell’uso della forza, del timore, dei mezzi per ascendere al potere, delle virtù e dei vizi del principe. Lo studio mostra come al di là delle divergenze e dei diversi modi di svolgere la propria riflessione su questi temi centrali del pensiero politico, le opere dei tre autori segnino pressoché concordemente ‒ nonostante la presenza di qualche segnale che va in direzione diversa ‒ la crisi del modello della Roma repubblicana consegnato alle pagine dei "Discorsi", contribuendo al dilagare incontrastato del mito di Venezia: il repubblicanesimo imperialista, simboleggiato dall’antica Roma, viene rifiutato, talora condannato, in ogni caso ridimensionato.

Lettori di Machiavelli tra Cinque e Seicento. Botero, Boccalini, Malvezzi

Maria Cristina Figorilli
2018-01-01

Abstract

Il volume indaga la ‘funzione’ Machiavelli negli anni della «ragion di Stato» e del tacitismo, tra la fine del Cinquecento e il Seicento. Dopo un’introduzione di carattere generale, dedicata alla presentazione delle espressioni più tipiche in cui si declina il pensiero politico della stagione controriformata, tacitismo e «ragion di Stato», lo studio si sofferma su tre testi: la "Ragion di Stato" di Giovanni Botero, l’opera-emblema della trattatistica dell’epoca (Venezia 1589), e due commenti a Tacito tra i più significativi nel folto numero delle scritture di esegesi politico-morale dedicate allo storico latino nella stagione del tacitismo: i "Comentarii sopra Cornelio Tacito" di Traiano Boccalini (pubblicati postumi, e peraltro non integralmente, solo nel 1677), e i "Discorsi sopra Cornelio Tacito" di Virgilio Malvezzi (Venezia 1622). L’analisi delle tre opere (finora poco frequentate dagli studiosi) ha permesso di riesaminare una serie di questioni centrali della trattatistica politica, sollevate dal Segretario e ridiscusse con l’obiettivo di mitigare la portata più sovversiva implicita nelle sue tesi: il tema dell’“ampliamento”, dell’espansionismo territoriale, della conservazione dello Stato, della durabilità del corpo politico, delle forme di governo, della guerra, dei conflitti interni, della pace, dell’«assicurarsi», del neutralizzare le istanze antistatali dei cittadini più ambiziosi (coloro che tentano di «fare novità»), della necessità, dell’uso della forza, del timore, dei mezzi per ascendere al potere, delle virtù e dei vizi del principe. Lo studio mostra come al di là delle divergenze e dei diversi modi di svolgere la propria riflessione su questi temi centrali del pensiero politico, le opere dei tre autori segnino pressoché concordemente ‒ nonostante la presenza di qualche segnale che va in direzione diversa ‒ la crisi del modello della Roma repubblicana consegnato alle pagine dei "Discorsi", contribuendo al dilagare incontrastato del mito di Venezia: il repubblicanesimo imperialista, simboleggiato dall’antica Roma, viene rifiutato, talora condannato, in ogni caso ridimensionato.
2018
9788855534093
letteratura italiana del Cinquecento, letteratura politica del Cinquecento, ricezione delle opere di Machiavelli, trattatistica politica del XVI e XVII secolo, Niccolò Machiavelli, Giovanni Botero, Traiano Boccalini, Virgilio Malvezzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/277698
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