La risoluzione delle difficoltà nello studio delle discipline scientifiche rappresenta una della attuali sfide della ricerca educativa in ambito nazionale e internazionale. In particolare, gli Stati europei investono ingenti risorse in piani di ricerca volti ad affrontare un programma così rilevante per le didattiche disciplinari (Michelini, 2007). L’abilità di assimilare e gestire informazioni scientifiche (Millar & Osborne, 1998) rappresenta una capacità essenziale per la vita delle future generazioni (OECD, 2003); questo è stato ampiamente messo in rilievo dall’indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment). I nuovi curricula didattici dovrebbero quindi essere progettati in modo da garantire alle nuove generazioni di studenti competenze scientifiche adeguate per la comprensione del mondo naturale e i cambiamenti che le attività umane comportano su di esso (Pinto & El Boudamoussi, 2009). La comprensione scientifica dei fenomeni naturali è ostacolata dall’insorgenza di idee spontanee, ossia dal pensiero di senso comune che si struttura autonomamente nell’esplorazione del mondo reale. Le idee native insorgono sin dall’infanzia e influenzano la costruzione del pensiero scientifico durante il percorso scolastico (Calvani & Vivanet, 2014; Michelini, 2007; Vosniadou, 2008). Alla luce di queste considerazioni, occorre prestare particolare attenzione alla formazione degli insegnanti, soprattutto di quelli di scuola primaria, ai quali è richiesta la capacità di progettare attività adeguate ai bambini. Pertanto, le attività di formazione devono offrire ai docenti la possibilità di accrescere sia le loro conoscenze in termini di contenuti sia le loro competenze pedagogiche (Osborne, 2014). Tutto questo rappresenta un punto centrale per i corsi di laurea in scienze della formazione primaria (SFP), in cui la maggior parte degli studenti presenta evidenti lacune nell’ambito delle discipline scientifiche e/o avverte tali studi come poco familiari o poco adatti alle proprie capacità . Come conseguenza, nella maggior parte dei casi, gli studenti di SFP si pongono con un atteggiamento sbagliato nei confronti dello studio di tali discipline (Sapia, 2013). È necessario, quindi, tenere conto di queste problematiche nella progettazione di attività formative mirate a far raggiungere una comprensione significativa dei principi di base e, contestualmente, capaci di mostrare esempi pratici abbinati ad appropriate metodologie didattiche.
Tecnologie Didattiche applicate alla didattica della fisica: esempi di applicazioni per la formazione dei futuri insegnanti di scuola primaria.
Bozzo Giacomo
Membro del Collaboration Group
;De Pietro Orlando
Membro del Collaboration Group
;Valenti Antonella
Membro del Collaboration Group
2017-01-01
Abstract
La risoluzione delle difficoltà nello studio delle discipline scientifiche rappresenta una della attuali sfide della ricerca educativa in ambito nazionale e internazionale. In particolare, gli Stati europei investono ingenti risorse in piani di ricerca volti ad affrontare un programma così rilevante per le didattiche disciplinari (Michelini, 2007). L’abilità di assimilare e gestire informazioni scientifiche (Millar & Osborne, 1998) rappresenta una capacità essenziale per la vita delle future generazioni (OECD, 2003); questo è stato ampiamente messo in rilievo dall’indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment). I nuovi curricula didattici dovrebbero quindi essere progettati in modo da garantire alle nuove generazioni di studenti competenze scientifiche adeguate per la comprensione del mondo naturale e i cambiamenti che le attività umane comportano su di esso (Pinto & El Boudamoussi, 2009). La comprensione scientifica dei fenomeni naturali è ostacolata dall’insorgenza di idee spontanee, ossia dal pensiero di senso comune che si struttura autonomamente nell’esplorazione del mondo reale. Le idee native insorgono sin dall’infanzia e influenzano la costruzione del pensiero scientifico durante il percorso scolastico (Calvani & Vivanet, 2014; Michelini, 2007; Vosniadou, 2008). Alla luce di queste considerazioni, occorre prestare particolare attenzione alla formazione degli insegnanti, soprattutto di quelli di scuola primaria, ai quali è richiesta la capacità di progettare attività adeguate ai bambini. Pertanto, le attività di formazione devono offrire ai docenti la possibilità di accrescere sia le loro conoscenze in termini di contenuti sia le loro competenze pedagogiche (Osborne, 2014). Tutto questo rappresenta un punto centrale per i corsi di laurea in scienze della formazione primaria (SFP), in cui la maggior parte degli studenti presenta evidenti lacune nell’ambito delle discipline scientifiche e/o avverte tali studi come poco familiari o poco adatti alle proprie capacità . Come conseguenza, nella maggior parte dei casi, gli studenti di SFP si pongono con un atteggiamento sbagliato nei confronti dello studio di tali discipline (Sapia, 2013). È necessario, quindi, tenere conto di queste problematiche nella progettazione di attività formative mirate a far raggiungere una comprensione significativa dei principi di base e, contestualmente, capaci di mostrare esempi pratici abbinati ad appropriate metodologie didattiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.