Lo straniero è, inconsciamente, evocatore di perdita di qualcosa e di cambiamento. Le difese nei suoi confronti possono, facilmente nella dialettica, trasformarsi in offese . Più aumenta il grado di problematicità del presente più sarebbe necessario dotare la persona di un corredo educativo e valoriale di riferimento forte con il quale possa affrontare la quotidianità mediando e discernendo continuamente in direzione del bene comune. L’altro per eccellenza, lo straniero è sempre portatore di istanze e stimoli nuovi, di cambiamento per la comunità che lo accoglie, al di la di sterili contrapposizioni e preconcetti, restituisce istanze della sua cultura e modalità esistenziali che, concretamente, aprono, nella reciprocità della relazione, gli orizzonti e i paradigmi di conoscenza e di senso, rendendo fecondo e vitale l’incontro, il confronto e i, reciproci, riconoscimenti. Il rischio reale, riferendoci all’incontro con lo straniero, nella nostra società governata dalle oscure logiche economiche mondiali e dalla economia di mercato è quello di confondere, e sclerotizzare, i conflitti di interessi con quelli di identità . La necessità che si impone nel nostro presente vincolato nelle logiche della globalizzazione e delle economie di mercato è quella di superare la chiusura solipsistica di sterili identità (personali, culturali, territoriali, nazionali) chiuse in se stesse e attraverso buone prassi educative cercare di edificare una società autenticamente democratica che riconosca e rispetti le identità di tutte le persone e si radichi su valori etici universali collettivamente condivisi.
Educazione interculturale e forme della differenza
Francesco Bossio
2018-01-01
Abstract
Lo straniero è, inconsciamente, evocatore di perdita di qualcosa e di cambiamento. Le difese nei suoi confronti possono, facilmente nella dialettica, trasformarsi in offese . Più aumenta il grado di problematicità del presente più sarebbe necessario dotare la persona di un corredo educativo e valoriale di riferimento forte con il quale possa affrontare la quotidianità mediando e discernendo continuamente in direzione del bene comune. L’altro per eccellenza, lo straniero è sempre portatore di istanze e stimoli nuovi, di cambiamento per la comunità che lo accoglie, al di la di sterili contrapposizioni e preconcetti, restituisce istanze della sua cultura e modalità esistenziali che, concretamente, aprono, nella reciprocità della relazione, gli orizzonti e i paradigmi di conoscenza e di senso, rendendo fecondo e vitale l’incontro, il confronto e i, reciproci, riconoscimenti. Il rischio reale, riferendoci all’incontro con lo straniero, nella nostra società governata dalle oscure logiche economiche mondiali e dalla economia di mercato è quello di confondere, e sclerotizzare, i conflitti di interessi con quelli di identità . La necessità che si impone nel nostro presente vincolato nelle logiche della globalizzazione e delle economie di mercato è quella di superare la chiusura solipsistica di sterili identità (personali, culturali, territoriali, nazionali) chiuse in se stesse e attraverso buone prassi educative cercare di edificare una società autenticamente democratica che riconosca e rispetti le identità di tutte le persone e si radichi su valori etici universali collettivamente condivisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.