Nel maggio del 1965, i Rolling Stones e i Beatles hanno registrato due delle più celebrate canzoni di tutti i tempi, rispettivamente, (I can’t get no) Satisfaction e Yesterday. Nonostante la rivalità alimentata dalla stampa e le diverse immagini trasmesse dalle due band, il modo in cui i protagonisti hanno descritto la genesi di questi due capolavori è straordinariamente simile: in entrambi i casi, viene enfatizzato un processo creativo basato su improvvise illuminazioni, esperienze oniriche e istinto – ovvero sull’insight. Il chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards ha dichiarato di aver sentito il celebre giro a tre note in un sogno, di essersi improvvisamente svegliato per registrarlo, bofonchiando "I can't get no satisfaction", e tornando poi a dormire . In modo simile, Paul McCartney dei Beatles spiegò che Yesterday è la sua migliore canzone “… perché è una delle canzoni più istintive che ho scritto (…) sono caduto dal letto e avevo in testa gli accordi di Yesterday. L’ho sognata …” . Riferimenti all’insight quale fonte del processo creativo sono comuni anche in altri domini. Al noto aforisma attribuito ad Albert Einstein, secondo cui “l’immaginazione è più importante della conoscenza” , fa da eco il premio Nobel per la fisica Max Planck (1949), per il quale gli scienziati “devono avere un’immaginazione vivida e intuitiva, perché le nuove idee non sono generate per deduzione, ma da una mente artisticamente creativa”. Comunicare la creatività enfatizzando l’insight sembra il naturale corollario a miti del mondo antico come la divina musa di Platone, che ispirava i poeti (Rothenberg, 1970), o come la storia di Archimede, il grande matematico, che corse nudo per le strade di Siracusa urlando “Eureka!”, eccitato dall’idea, avuta improvvisamente mentre faceva il bagno, per calcolare il volume della corona del Re Gerone II senza necessità di fonderla (Hirshfeld, 2009). Ogni individuo impegnato nella produzione di prodotti creativi (e.g., artisti, scienziati) deve presentare le sue creazioni, a pubblici diversi, nell’ambito di interviste, pitches per richiedere finanziamenti, messaggi sui social media, campagne di divulgazione. In tali messaggi, oltre a presentare le caratteristiche del prodotto creativo, è sempre più frequente e rilevante descrivere il processo creativo che ha condotto all’idea e alla realizzazione dell’output, per migliorare l’empatia con il pubblico, stimolare migliori valutazioni e permettere inferenze sulla capacità di produrre ulteriori opere creative. Non sorprende quindi che la comunicazione sia indicata come uno stadio del processo creativo in diverse proposte concettuali (e.g., Amabile, 1996; Simonton, 2000) e che un gran numero di celebrati volumi descrivano le fasi tramite cui si realizza un’opera creativa in svariati domini (Ghiselin, 1985; Csikszentmihalyi, 1996; John-Steiner, 1997; Feinstein, 2006). In questo libro, viene proposto un modello concettuale sulle associazioni esistenti – nella forma di implicit theories – tra fonti di creatività e domini di applicazione. Nonostante gli aneddoti citati e la gran parte della letteratura sulle implicit theories sulla creatività lascino pensare a una forte associazione tra insight e creatività, in questo volume viene proposto che il dominio (artistico vs. scientifico) abbia un ruolo cruciale sulle convinzioni del pubblico di massa esposto a tentativi di comunicazione su prodotti creativi. In particolare, insight è associato alle arti, mentre un processo creativo basato su fasi pianificate e duro lavoro – effort – viene associato alle scienze. Queste associazioni hanno un’influenza rilevante sulle valutazioni di prodotti creativi nelle arti e nelle scienze. Nel modello concettuale presentato, viene discusso, inoltre, il ruolo dell’expertise del pubblico: gli esperti tendono ad apprezzare una comunicazione del processo creativo basata su effort, indifferentemente dal dominio. Con maggior dettaglio, nel Capitolo 1 viene presentata una rassegna della letteratura degli studi sulla creatività e sul processo creativo, che rappresentano l’oggetto degli esercizi di comunicazione approfonditi in questo volume. Nel Capitolo 2, invece, viene introdotta e discussa una rassegna strutturata degli studi sulla creatività nell’ambito della letteratura di marketing, con particolare attenzione ai contributi di consumer behavior. A valle dell’analisi degli studi precedenti, nel Capitolo 3 viene presentato un modello concettuale sulla comunicazione del processo creativo nelle arti e nelle scienze e a pubblici diversi in termini di expertise. Il modello concettuale presentato è stato sottoposto a valutazione empirica. In merito, i risultati di una serie di studi, che adottano disegni di ricerca qualitativi e quantitativi, utilizzando dati primari e secondari, sono presentati, rispettivamente, nei Capitoli 4 e 5. Le evidenze raccolte consentono di delineare una serie di direzioni di ricerca e di implicazioni per chi gestisce la comunicazione di artisti e scienziati, attività sempre più rilevanti nella società dei media digitali e della ritrovata enfasi sulla divulgazione scientifica.

La comunicazione del processo creativo nelle arti e nelle scienze

Gaetano Miceli
2018-01-01

Abstract

Nel maggio del 1965, i Rolling Stones e i Beatles hanno registrato due delle più celebrate canzoni di tutti i tempi, rispettivamente, (I can’t get no) Satisfaction e Yesterday. Nonostante la rivalità alimentata dalla stampa e le diverse immagini trasmesse dalle due band, il modo in cui i protagonisti hanno descritto la genesi di questi due capolavori è straordinariamente simile: in entrambi i casi, viene enfatizzato un processo creativo basato su improvvise illuminazioni, esperienze oniriche e istinto – ovvero sull’insight. Il chitarrista dei Rolling Stones Keith Richards ha dichiarato di aver sentito il celebre giro a tre note in un sogno, di essersi improvvisamente svegliato per registrarlo, bofonchiando "I can't get no satisfaction", e tornando poi a dormire . In modo simile, Paul McCartney dei Beatles spiegò che Yesterday è la sua migliore canzone “… perché è una delle canzoni più istintive che ho scritto (…) sono caduto dal letto e avevo in testa gli accordi di Yesterday. L’ho sognata …” . Riferimenti all’insight quale fonte del processo creativo sono comuni anche in altri domini. Al noto aforisma attribuito ad Albert Einstein, secondo cui “l’immaginazione è più importante della conoscenza” , fa da eco il premio Nobel per la fisica Max Planck (1949), per il quale gli scienziati “devono avere un’immaginazione vivida e intuitiva, perché le nuove idee non sono generate per deduzione, ma da una mente artisticamente creativa”. Comunicare la creatività enfatizzando l’insight sembra il naturale corollario a miti del mondo antico come la divina musa di Platone, che ispirava i poeti (Rothenberg, 1970), o come la storia di Archimede, il grande matematico, che corse nudo per le strade di Siracusa urlando “Eureka!”, eccitato dall’idea, avuta improvvisamente mentre faceva il bagno, per calcolare il volume della corona del Re Gerone II senza necessità di fonderla (Hirshfeld, 2009). Ogni individuo impegnato nella produzione di prodotti creativi (e.g., artisti, scienziati) deve presentare le sue creazioni, a pubblici diversi, nell’ambito di interviste, pitches per richiedere finanziamenti, messaggi sui social media, campagne di divulgazione. In tali messaggi, oltre a presentare le caratteristiche del prodotto creativo, è sempre più frequente e rilevante descrivere il processo creativo che ha condotto all’idea e alla realizzazione dell’output, per migliorare l’empatia con il pubblico, stimolare migliori valutazioni e permettere inferenze sulla capacità di produrre ulteriori opere creative. Non sorprende quindi che la comunicazione sia indicata come uno stadio del processo creativo in diverse proposte concettuali (e.g., Amabile, 1996; Simonton, 2000) e che un gran numero di celebrati volumi descrivano le fasi tramite cui si realizza un’opera creativa in svariati domini (Ghiselin, 1985; Csikszentmihalyi, 1996; John-Steiner, 1997; Feinstein, 2006). In questo libro, viene proposto un modello concettuale sulle associazioni esistenti – nella forma di implicit theories – tra fonti di creatività e domini di applicazione. Nonostante gli aneddoti citati e la gran parte della letteratura sulle implicit theories sulla creatività lascino pensare a una forte associazione tra insight e creatività, in questo volume viene proposto che il dominio (artistico vs. scientifico) abbia un ruolo cruciale sulle convinzioni del pubblico di massa esposto a tentativi di comunicazione su prodotti creativi. In particolare, insight è associato alle arti, mentre un processo creativo basato su fasi pianificate e duro lavoro – effort – viene associato alle scienze. Queste associazioni hanno un’influenza rilevante sulle valutazioni di prodotti creativi nelle arti e nelle scienze. Nel modello concettuale presentato, viene discusso, inoltre, il ruolo dell’expertise del pubblico: gli esperti tendono ad apprezzare una comunicazione del processo creativo basata su effort, indifferentemente dal dominio. Con maggior dettaglio, nel Capitolo 1 viene presentata una rassegna della letteratura degli studi sulla creatività e sul processo creativo, che rappresentano l’oggetto degli esercizi di comunicazione approfonditi in questo volume. Nel Capitolo 2, invece, viene introdotta e discussa una rassegna strutturata degli studi sulla creatività nell’ambito della letteratura di marketing, con particolare attenzione ai contributi di consumer behavior. A valle dell’analisi degli studi precedenti, nel Capitolo 3 viene presentato un modello concettuale sulla comunicazione del processo creativo nelle arti e nelle scienze e a pubblici diversi in termini di expertise. Il modello concettuale presentato è stato sottoposto a valutazione empirica. In merito, i risultati di una serie di studi, che adottano disegni di ricerca qualitativi e quantitativi, utilizzando dati primari e secondari, sono presentati, rispettivamente, nei Capitoli 4 e 5. Le evidenze raccolte consentono di delineare una serie di direzioni di ricerca e di implicazioni per chi gestisce la comunicazione di artisti e scienziati, attività sempre più rilevanti nella società dei media digitali e della ritrovata enfasi sulla divulgazione scientifica.
2018
9788823845954
creatività, comunicazione, process creativo, artisti, scienziati
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/291238
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