E’ stato scritto che il viaggio rappresenta un (il) fattore centrale nella spinta al cambiamento della società, della storia umana e della cultura, e che la cultura globale che oggi impregna tutti i settori della società, è il risultato delle continue trasformazioni generate dalla mobilità territoriale nella forma prevalente di mobilità turistica, anche nel prossimo futuro.. Ci si è anche chiesti in che modo il viaggio agisce come una forza che muta il corso della storia umana e come può un semplice spostamento nello spazio influenzare gli individui, plasmare i gruppi sociali e modificare quelle durature strutture di significato che chiamiamo cultura. Si è anche cercata una risposta a queste domande analizzando la maniera il cui il viaggio ha agito – e continua ad agire – come una forza che trasforma le personalità individuali, le mentalità, i rapporti sociali. (Leed, 1991; ed. it. 2007, 13). Quel che ormai appare certo è che il viaggio fa parte integrante della storia dell’umanità, si è sempre viaggiato ed i significati simbolici attribuiti al viaggio sono nel tempo mutati. Nell’Antichità e fino a prima della comparsa dell’epoca rinascimentale viaggiare significava compiere un atto “eroico” che restituiva prestigio a chi lo compieva. Successivamente all’epoca medievale, e, quindi, nel periodo moderno, viaggiare significava esplorare e svelare il rapporto fra se stessi e gli “altri”. Infine, in epoca contemporanea, il viaggio rappresenta un mezzo per rafforzare la propria identità personale e nazionale. Vi è, tuttavia, una tipologia di viaggi che secondo alcuni nobiliterebbe più di altri una pratica, quella turistica, spesso ritenuta un banale e superficiale atto di consumo, ci stiamo qui riferendo al viaggio religioso. Il turismo religioso rappresenta oggi un mercato turistico stimato in circa venti miliardi di dollari americani, una somma che spiega non solo il grande interesse delle comunità che possono vantare risorse di tipo religiose ma anche l’interesse crescente delle stesse istituzioni religiose che non solo ne hanno un vantaggio economico ma anche e soprattutto un modo adeguatamente contemporaneo di promuovere processi di fidelizzazione e proselitismo. In ogni caso, la domanda a cui questo lavoro cerca di dare una risposta è quali sono i criteri in base ai quali è possibile individuare e distinguere i viaggi religiosi da altri tipi di viaggio, magari sacri, ma non religiosi.

The journey as a factor of change of the person: the religious journey

Romita T.;Perri A.
2018-01-01

Abstract

E’ stato scritto che il viaggio rappresenta un (il) fattore centrale nella spinta al cambiamento della società, della storia umana e della cultura, e che la cultura globale che oggi impregna tutti i settori della società, è il risultato delle continue trasformazioni generate dalla mobilità territoriale nella forma prevalente di mobilità turistica, anche nel prossimo futuro.. Ci si è anche chiesti in che modo il viaggio agisce come una forza che muta il corso della storia umana e come può un semplice spostamento nello spazio influenzare gli individui, plasmare i gruppi sociali e modificare quelle durature strutture di significato che chiamiamo cultura. Si è anche cercata una risposta a queste domande analizzando la maniera il cui il viaggio ha agito – e continua ad agire – come una forza che trasforma le personalità individuali, le mentalità, i rapporti sociali. (Leed, 1991; ed. it. 2007, 13). Quel che ormai appare certo è che il viaggio fa parte integrante della storia dell’umanità, si è sempre viaggiato ed i significati simbolici attribuiti al viaggio sono nel tempo mutati. Nell’Antichità e fino a prima della comparsa dell’epoca rinascimentale viaggiare significava compiere un atto “eroico” che restituiva prestigio a chi lo compieva. Successivamente all’epoca medievale, e, quindi, nel periodo moderno, viaggiare significava esplorare e svelare il rapporto fra se stessi e gli “altri”. Infine, in epoca contemporanea, il viaggio rappresenta un mezzo per rafforzare la propria identità personale e nazionale. Vi è, tuttavia, una tipologia di viaggi che secondo alcuni nobiliterebbe più di altri una pratica, quella turistica, spesso ritenuta un banale e superficiale atto di consumo, ci stiamo qui riferendo al viaggio religioso. Il turismo religioso rappresenta oggi un mercato turistico stimato in circa venti miliardi di dollari americani, una somma che spiega non solo il grande interesse delle comunità che possono vantare risorse di tipo religiose ma anche l’interesse crescente delle stesse istituzioni religiose che non solo ne hanno un vantaggio economico ma anche e soprattutto un modo adeguatamente contemporaneo di promuovere processi di fidelizzazione e proselitismo. In ogni caso, la domanda a cui questo lavoro cerca di dare una risposta è quali sono i criteri in base ai quali è possibile individuare e distinguere i viaggi religiosi da altri tipi di viaggio, magari sacri, ma non religiosi.
2018
978-9928-202-28-4
turismo religioso; viaggio religioso; cambiamento sociale;
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/292892
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