Già nella seconda metà del Settecento il genere del ritratto conosce un notevole incremento, ma è soprattutto all’indomani della Rivoluzione che il fenomeno dilaga, suscitando critiche e commenti sulle pagine dei più famosi giornali del tempo. Visualizzare la storia recente, inventare un linguaggio figurativo adeguato ai valori di libertà, sovvertire non soltanto le regole dell’Ancien Régime ma anche i suoi abituali modi espressivi, furono gli obiettivi primari per gli artisti del periodo. Da questo punto di vista, il ritratto appariva come un banco di prova per nulla agevole, principalmente per la tipologia più complessa, quella collegata al potere. Una composizione austera, a mezzo busto, di matrice illuminista, aveva contrassegnato gli anni della Convenzione; uno schema così essenziale non possedeva però l’eloquenza idonea a marcare l’ascesa di Napoleone. Se da generale vittorioso e da primo console Bonaparte aveva trovato in Appiani, Gros, David i degni cantori della sua fama, da imperatore necessitava di una raffigurazione più magniloquente e adatta a trasmettere l’enfasi che il suo ruolo imponeva.
La difficile arte del ritratto: esempi francesi tra Rivoluzione e Impero
Scognamiglio O.
2019-01-01
Abstract
Già nella seconda metà del Settecento il genere del ritratto conosce un notevole incremento, ma è soprattutto all’indomani della Rivoluzione che il fenomeno dilaga, suscitando critiche e commenti sulle pagine dei più famosi giornali del tempo. Visualizzare la storia recente, inventare un linguaggio figurativo adeguato ai valori di libertà, sovvertire non soltanto le regole dell’Ancien Régime ma anche i suoi abituali modi espressivi, furono gli obiettivi primari per gli artisti del periodo. Da questo punto di vista, il ritratto appariva come un banco di prova per nulla agevole, principalmente per la tipologia più complessa, quella collegata al potere. Una composizione austera, a mezzo busto, di matrice illuminista, aveva contrassegnato gli anni della Convenzione; uno schema così essenziale non possedeva però l’eloquenza idonea a marcare l’ascesa di Napoleone. Se da generale vittorioso e da primo console Bonaparte aveva trovato in Appiani, Gros, David i degni cantori della sua fama, da imperatore necessitava di una raffigurazione più magniloquente e adatta a trasmettere l’enfasi che il suo ruolo imponeva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.