Intenso, vario e ricco di suggestioni, l’incontro con Pierre Bayle si può considerare a buon diritto uno degli snodi più importanti nel percorso biografico e intellettuale di Leibniz. In esso confluiscono, accanto a tutta una serie di riflessioni, già elaborate e ben strutturate (siamo già a metà degli anni ’80, quando si ha il primo contatto tra i due), anche alcuni nuclei speculativi, che solo in seguito, e anche grazie a questo confronto intellettuale, raggiungeranno piena maturazione. Da un lato, infatti, la polemica anticartesiana, di cui si è voluto offrire qui soltanto uno scorcio, si presenta come uno dei blocchi più saldi della riflessione di Leibniz, figlia dell’insoddisfazione, che si manifesta sin dagli anni giovanili, nei confronti di del dualismo, eredità pesante del pensiero di Cartesio. Dall’altro lato, l’interrogazione sulla teodicea, invece, sebbene il filosofo di Hannover ne rivendichi una lunga gestazione, assume i suoi connotati definitivi soltanto dopo la lettura della seconda edizione del Dizionario Storico e Critico e la rielaborazione dei molti spunti suggestivi, che in essa Bayle offre alla sua attenzione. Di questo aspetto abbiamo volutamente ripercorso il perimetro, seguendo la traccia delle poche annotazioni critiche, che Leibniz redige con buona probabilità negli anni immediatamente successivi, senza tuttavia trascurare che stesura ultima della sua riflessione sul male, vale a dire i Saggi di Teodicea del 1710, si presenterà come un articolato, complesso e imponente contraddittorio proprio con il rifugiato di Rotterdam. È sembrato interessante il tragitto, che conduce dall’una all’altra delle due tematiche trattate, perché, non solo percorre un ventennio intenso della vita e del pensiero di Leibniz, ma, attraversando scenari variopinti, spulciando nei carteggi intellettuali e insinuandosi tra le controversie dei Savants, offre en raccourci (proprio come le monadi) un suggestivo affresco del fermento culturale di questo periodo, di cui Leibniz e Bayle costituiscono un riferimento imprescindibile, che dalla riflessione cartesiana giunge fino alla soglia dell’età dei Lumi
Controversie intellettuali. Leibniz e Bayle (1686-1706)
DE TOMMASO, Emilio Maria
Writing – Original Draft Preparation
2006-01-01
Abstract
Intenso, vario e ricco di suggestioni, l’incontro con Pierre Bayle si può considerare a buon diritto uno degli snodi più importanti nel percorso biografico e intellettuale di Leibniz. In esso confluiscono, accanto a tutta una serie di riflessioni, già elaborate e ben strutturate (siamo già a metà degli anni ’80, quando si ha il primo contatto tra i due), anche alcuni nuclei speculativi, che solo in seguito, e anche grazie a questo confronto intellettuale, raggiungeranno piena maturazione. Da un lato, infatti, la polemica anticartesiana, di cui si è voluto offrire qui soltanto uno scorcio, si presenta come uno dei blocchi più saldi della riflessione di Leibniz, figlia dell’insoddisfazione, che si manifesta sin dagli anni giovanili, nei confronti di del dualismo, eredità pesante del pensiero di Cartesio. Dall’altro lato, l’interrogazione sulla teodicea, invece, sebbene il filosofo di Hannover ne rivendichi una lunga gestazione, assume i suoi connotati definitivi soltanto dopo la lettura della seconda edizione del Dizionario Storico e Critico e la rielaborazione dei molti spunti suggestivi, che in essa Bayle offre alla sua attenzione. Di questo aspetto abbiamo volutamente ripercorso il perimetro, seguendo la traccia delle poche annotazioni critiche, che Leibniz redige con buona probabilità negli anni immediatamente successivi, senza tuttavia trascurare che stesura ultima della sua riflessione sul male, vale a dire i Saggi di Teodicea del 1710, si presenterà come un articolato, complesso e imponente contraddittorio proprio con il rifugiato di Rotterdam. È sembrato interessante il tragitto, che conduce dall’una all’altra delle due tematiche trattate, perché, non solo percorre un ventennio intenso della vita e del pensiero di Leibniz, ma, attraversando scenari variopinti, spulciando nei carteggi intellettuali e insinuandosi tra le controversie dei Savants, offre en raccourci (proprio come le monadi) un suggestivo affresco del fermento culturale di questo periodo, di cui Leibniz e Bayle costituiscono un riferimento imprescindibile, che dalla riflessione cartesiana giunge fino alla soglia dell’età dei LumiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.