Il saggio, che si colloca nel volume scritto da Olimpia Affuso, Ercole Giap Parini e Ambrogio Santambrogio, indaga gli atteggiamenti con cui i cittadini, durante la quarantena per il diffondersi del Covid-19, hanno cercato di contenere lo spaesamento provocato da questo evento globale. Muovendo dai racconti degli intervistati, vi si ricostruiscono le idee, le emozioni, i ricordi e le pratiche collettive comunicativi e mediali che la pandemia ha generato e innescato a livello collettivo. Come si è affrontata la separazione dai propri cari? Quali pensieri, sul presente e sul futuro, sono stati messi in moto dalla necessità di gestire la novità e di riorganizzare le pratiche quotidiane di studio e di lavoro? Che impatto ha avuto su tali pensieri e sulle stesse pratiche l’esperienza del digitale? L’ipotesi di questo contributo è che, per far fronte allo spaesamento provocato nelle routine quotidiane dalla pandemia, siano stati messi al lavoro e recuperati i più cari ricordi emotivi e affettivi al fine di compensare il sentimento della perdita: ricordi dell’amicizia, della parentela, delle relazioni di lavoro, di legami sospesi dal confinamento domestico, che hanno avuto la funzione di tenere vive queste stesse relazioni di fronte all’impossibilità di incontrarsi realmente. Contemporaneamente, considerando che il distanziamento avrebbe potuto provocare un generale indebolimento dell’intimità della vicinanza, e a partire dalla grande rilevanza che durante la quarantena hanno avuto le tecnologie digitali rispetto a tale intimità, il contributo discute intorno agli scenari, anche inattesi, che le piattaforme della connessione hanno disegnato per la socialità futura. La conclusione a cui il contributo perviene è che, se prima del Covid-19 la ‘socialità mediata’ era una parte della socialità, ma che non la sostituiva, nel momento in cui essa è diventa l’unica socialità possibile ha generato, tra gli utenti, una nuova percezione dei social e della rete; e questo ha avuto un effetto più ampio, ridelineando l’esperienza di vita online nei termini di una imprevista gabbia d’acciaio.
Abbracciati ai ricordi, insieme negli schermi. Pensieri e nuove pratiche per sopravvivere al Covid-19
Affuso O.
2020-01-01
Abstract
Il saggio, che si colloca nel volume scritto da Olimpia Affuso, Ercole Giap Parini e Ambrogio Santambrogio, indaga gli atteggiamenti con cui i cittadini, durante la quarantena per il diffondersi del Covid-19, hanno cercato di contenere lo spaesamento provocato da questo evento globale. Muovendo dai racconti degli intervistati, vi si ricostruiscono le idee, le emozioni, i ricordi e le pratiche collettive comunicativi e mediali che la pandemia ha generato e innescato a livello collettivo. Come si è affrontata la separazione dai propri cari? Quali pensieri, sul presente e sul futuro, sono stati messi in moto dalla necessità di gestire la novità e di riorganizzare le pratiche quotidiane di studio e di lavoro? Che impatto ha avuto su tali pensieri e sulle stesse pratiche l’esperienza del digitale? L’ipotesi di questo contributo è che, per far fronte allo spaesamento provocato nelle routine quotidiane dalla pandemia, siano stati messi al lavoro e recuperati i più cari ricordi emotivi e affettivi al fine di compensare il sentimento della perdita: ricordi dell’amicizia, della parentela, delle relazioni di lavoro, di legami sospesi dal confinamento domestico, che hanno avuto la funzione di tenere vive queste stesse relazioni di fronte all’impossibilità di incontrarsi realmente. Contemporaneamente, considerando che il distanziamento avrebbe potuto provocare un generale indebolimento dell’intimità della vicinanza, e a partire dalla grande rilevanza che durante la quarantena hanno avuto le tecnologie digitali rispetto a tale intimità, il contributo discute intorno agli scenari, anche inattesi, che le piattaforme della connessione hanno disegnato per la socialità futura. La conclusione a cui il contributo perviene è che, se prima del Covid-19 la ‘socialità mediata’ era una parte della socialità, ma che non la sostituiva, nel momento in cui essa è diventa l’unica socialità possibile ha generato, tra gli utenti, una nuova percezione dei social e della rete; e questo ha avuto un effetto più ampio, ridelineando l’esperienza di vita online nei termini di una imprevista gabbia d’acciaio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.