La ricerca del 2019 muove dalla questione su dove oggi venga forgiato il concetto di spazio pubblico. Parte da quanto afferma Hannah Arendt, che fa coincidere la sfera pubblica con quella dell’umano. In essa sono costruiti i diritti universali, a differenza di quanto accade nel privato (ad esempio: la famiglia coi vincoli di sangue), regno dei legami particolaristici e, pertanto, letto come “spazio del disumano”. Nel transito da una sfera all’altra si ha la trasformazione dell’uomo in cittadino. Osservando gli spazi pubblici odierni, contrassegnati dai simboli della privatizzazione finanziaria e commerciale, è però arduo rintracciarvi i tratti dell’Universale, ovvero i segni di costruzione dell’ Umano. Si sa che quest’ultimo, garante dell’Universale, è plasmato anche mediante le vie della mutualità e della solidarietà. In questa ricerca mostriamo che, attualmente, queste prassi di comunanza tra diversi soggetti siano più facilmente riscontrabili nei luoghi residuali e marginali tanto del cuore urbano quanto del periferico. Il fine della ricerca sta nel capire in che modo gli specifici riusi degli spazi abbiano plasmato un rinnovato immaginario politico della “civica” e dell’idea di cittadinanza, nonché nell’osservare quali cittadinanze siano state forgiate attraverso pratiche territoriali liminali.
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Titolo: | Dentro le stesse mura, i vicini e i lontani |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2020 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.11770/311246 |
ISBN: | 978 88 351 0785 9 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in volume (Capitolo o Saggio) |