La domanda a cui intende rispondere il contributo è se il governo italiano, per reagire ai “femminicidi”, ci abbia posto, con l’approvazione dell’ultima legge “contro la violenza domestica e di genere”, il cosiddetto “Codice rosso”, di fronte a una trasformazione del diritto che cerca di fondarsi sulle componenti emozionali anziché sulla ragione, sui diritti positivizzati nella Costituzione. Se è vero che servono misure urgenti contro il femminicidio, non è giusto disegnare una giustizia sulla base dell’emergenza. La sacralità del diritto va sempre preservata proprio perché il diritto, in una civiltà è un elemento che ordina e regola la democrazia, frutto di una sovranità popolare che non può obbedire né a una maggioranza né a una minoranza. Il diritto è superiore alla democrazia e in uno Stato di diritto non è possibile minacciare pene sproporzionate quando l’umore popolare intorno all’imputato è aspro. Il contributo intende dimostrare, che ormai, lo stesso Legislatore segue l’onda emotiva popolare nei suoi interventi in materia penale a causa di un diffuso populismo giudiziario che chiede ormai da tempo soluzioni alla violenza di genere e segnatamente al femminicidio attraverso condanne al rialzo e anche, da dove viene questo desiderio di vendetta e come si nutrano tali emozioni.
Femminicidio: risposte politiche e istituzionali
Franca Garreffa
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2021-01-01
Abstract
La domanda a cui intende rispondere il contributo è se il governo italiano, per reagire ai “femminicidi”, ci abbia posto, con l’approvazione dell’ultima legge “contro la violenza domestica e di genere”, il cosiddetto “Codice rosso”, di fronte a una trasformazione del diritto che cerca di fondarsi sulle componenti emozionali anziché sulla ragione, sui diritti positivizzati nella Costituzione. Se è vero che servono misure urgenti contro il femminicidio, non è giusto disegnare una giustizia sulla base dell’emergenza. La sacralità del diritto va sempre preservata proprio perché il diritto, in una civiltà è un elemento che ordina e regola la democrazia, frutto di una sovranità popolare che non può obbedire né a una maggioranza né a una minoranza. Il diritto è superiore alla democrazia e in uno Stato di diritto non è possibile minacciare pene sproporzionate quando l’umore popolare intorno all’imputato è aspro. Il contributo intende dimostrare, che ormai, lo stesso Legislatore segue l’onda emotiva popolare nei suoi interventi in materia penale a causa di un diffuso populismo giudiziario che chiede ormai da tempo soluzioni alla violenza di genere e segnatamente al femminicidio attraverso condanne al rialzo e anche, da dove viene questo desiderio di vendetta e come si nutrano tali emozioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.