Questo lavoro di documentazione scientifica nasce da una ricerca archivistica condotta presso l’Archivio di Stato di Cosenza — Fondo Gabinetto di Prefettura, e pubblicata nella seconda parte di questo volume — al duplice fine di studiare le relazioni di potere che intercorrono tra scuola popolare e regime fascista nel Cosentino, e di lavorare alla costruzione di un repertorio, il più possibile vasto, di fonti e materiali attraverso i quali poter scrivere una storia organica dell’istruzione popolare calabrese durante il Ventennio fascista. Le relazioni annuali dei convegni tenuti dai maestri rurali a Cosenza tra il 1933 e il 1935 costituiscono un materiale significativo per studiare il linguaggio di potere del fascismo, il suo alfabeto pedagogico della dipendenza e la sua grammatica dell’obbedienza sociale. È soprattutto il maestro rurale, nelle piccole e frammentate realtà comunali del Cosentino, ad assumere il doppio ruolo di soggetto accentratore delle cariche all’interno delle organizzazioni fasciste e di attuatore delle strategie educative volte a incrementare il consenso alle politiche del regime. La scuola rurale si configura nelle periferie del Paese come laboratorio sociale nel quale sperimentare una pedagogia dell’oppressione di massa.
I convegni dei maestri rurali nella Cosenza del Ventennio. Fonti di una pedagogia dell'oppressione
Costabile Giancarlo
Investigation
2019-01-01
Abstract
Questo lavoro di documentazione scientifica nasce da una ricerca archivistica condotta presso l’Archivio di Stato di Cosenza — Fondo Gabinetto di Prefettura, e pubblicata nella seconda parte di questo volume — al duplice fine di studiare le relazioni di potere che intercorrono tra scuola popolare e regime fascista nel Cosentino, e di lavorare alla costruzione di un repertorio, il più possibile vasto, di fonti e materiali attraverso i quali poter scrivere una storia organica dell’istruzione popolare calabrese durante il Ventennio fascista. Le relazioni annuali dei convegni tenuti dai maestri rurali a Cosenza tra il 1933 e il 1935 costituiscono un materiale significativo per studiare il linguaggio di potere del fascismo, il suo alfabeto pedagogico della dipendenza e la sua grammatica dell’obbedienza sociale. È soprattutto il maestro rurale, nelle piccole e frammentate realtà comunali del Cosentino, ad assumere il doppio ruolo di soggetto accentratore delle cariche all’interno delle organizzazioni fasciste e di attuatore delle strategie educative volte a incrementare il consenso alle politiche del regime. La scuola rurale si configura nelle periferie del Paese come laboratorio sociale nel quale sperimentare una pedagogia dell’oppressione di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.