La Calabria sta cambiando molto dal punto di vista turistico negli ultimi anni. In primo luogo sta modificando la propria immagine e il proprio posizionamento: da meta balneare estiva per le famiglie vuole ora divenire una destinazione visitata tutto l’anno che valorizza anche altre risorse, oltre al mare. I 700 km di costa che circondano la regione sono stati per molti anni la principale attrattiva turistica e ciò ha determinato un’altissima stagionalità della domanda, con conseguenze molto negative, quali la scarsa redditività degli investimenti e lo scarso interesse a investire, l’elevato turnover del personale, la modesta offerta turistica in altri periodi dell’anno e così via. Oggi, consapevoli della necessità di puntare su forme di sviluppo turistico più sostenibili, si stanno valorizzando altre risorse di cui la Calabria è ricca, quali i parchi, le risorse interne, i borghi, le terme, la cultura e la gastronomia. La regione non dovrebbe puntare ad un turismo di massa, quanto piuttosto a ‘turismi’ di nicchia o comunque a specifici segmenti di mercato, interessati a una terra ricca di arte, storia, tradizioni. La Calabria, infatti, offre aree archeologiche uniche, grazie al suo passato come legato alla Magna Grecia, ma anche aree naturali incontaminate (con 3 parchi nazionali e un parco regionale, oltre ad un’area marina protetta e varie riserve, è la regione italiana con la maggiore percentuale di aree naturali protette), stazioni termali aperte molti mesi all’anno, splendidi borghi, una gastronomia apprezzatissima dagli ospiti, artigianato di tradizione e prodotti tipici.
Il turismo delle origini in Calabria: indagine sulla domanda e sull’offerta per lo sviluppo di strategie di destination marketing. In Regione Calabria, Assessorato al turismo
sonia ferrari
2018-01-01
Abstract
La Calabria sta cambiando molto dal punto di vista turistico negli ultimi anni. In primo luogo sta modificando la propria immagine e il proprio posizionamento: da meta balneare estiva per le famiglie vuole ora divenire una destinazione visitata tutto l’anno che valorizza anche altre risorse, oltre al mare. I 700 km di costa che circondano la regione sono stati per molti anni la principale attrattiva turistica e ciò ha determinato un’altissima stagionalità della domanda, con conseguenze molto negative, quali la scarsa redditività degli investimenti e lo scarso interesse a investire, l’elevato turnover del personale, la modesta offerta turistica in altri periodi dell’anno e così via. Oggi, consapevoli della necessità di puntare su forme di sviluppo turistico più sostenibili, si stanno valorizzando altre risorse di cui la Calabria è ricca, quali i parchi, le risorse interne, i borghi, le terme, la cultura e la gastronomia. La regione non dovrebbe puntare ad un turismo di massa, quanto piuttosto a ‘turismi’ di nicchia o comunque a specifici segmenti di mercato, interessati a una terra ricca di arte, storia, tradizioni. La Calabria, infatti, offre aree archeologiche uniche, grazie al suo passato come legato alla Magna Grecia, ma anche aree naturali incontaminate (con 3 parchi nazionali e un parco regionale, oltre ad un’area marina protetta e varie riserve, è la regione italiana con la maggiore percentuale di aree naturali protette), stazioni termali aperte molti mesi all’anno, splendidi borghi, una gastronomia apprezzatissima dagli ospiti, artigianato di tradizione e prodotti tipici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.