Oltre alle specifiche skill, richieste per svolgere una determinata professione (hard skills), la comunità economica europea ha posto l’accento sull’importanza del possesso delle cosiddette soft skills. Se questo è vero per ogni ambito lavorativo, diventa ancora più necessario nella professione docente. Per troppo tempo si è trascurato questo aspetto nella formazione dei docenti, sia di quella iniziale, sia di quella continua relativa all’aggiornamento e alla riqualificazione professionale. In una società complessa, caratterizzata da una sempre minore prevedibilità dei suoi mutamenti, agli insegnanti sono richieste oltre alle competenze di tipo metodologico- didattico quelle relazionali, comunicative, di gestione delle situazioni complesse, di flessibilità e adattamento al cambiamento. Le soft skills sono perciò necessarie a ogni insegnante per progettare percorsi formativi che valorizzino le qualità personali degli alunni, tenendo conto dell’imprevedibilità dei futuri scenari lavorativi e, quindi, saper promuovere, a loro volta, lo sviluppo di soft skills nei propri studenti. Purtroppo, si sta assistendo, nel corso degli anni, a un ruolo sempre minore dell’Università nella formazione iniziale degli insegnanti della Scuola secondaria e il PF24, che ha sostituito tutti i vecchi percorsi abilitanti di durata annuale non permette l’attuazione di ricerche didattiche volte alla sperimentazione di proposte innovative per la formazione iniziale degli insegnanti delle Secondarie. A partire da tali considerazioni, il nostro studio si basa sull’ipotesi che, grazie alle sue caratteristiche procedurali e metodologiche, il laboratorio didattico, possa favorire lo sviluppo di soft skills nei futuri insegnanti. I risultati ottenuti ci hanno indotto a realizzare uno strumento, in fase di standardizzazione, per la misurazione di quelle soft skills maggiormente richieste per la professione di insegnante.
Il laboratorio didattico può favorire l’acquisizione di Soft Skills?
Orlando De Pietro;Antonella Valenti
2022-01-01
Abstract
Oltre alle specifiche skill, richieste per svolgere una determinata professione (hard skills), la comunità economica europea ha posto l’accento sull’importanza del possesso delle cosiddette soft skills. Se questo è vero per ogni ambito lavorativo, diventa ancora più necessario nella professione docente. Per troppo tempo si è trascurato questo aspetto nella formazione dei docenti, sia di quella iniziale, sia di quella continua relativa all’aggiornamento e alla riqualificazione professionale. In una società complessa, caratterizzata da una sempre minore prevedibilità dei suoi mutamenti, agli insegnanti sono richieste oltre alle competenze di tipo metodologico- didattico quelle relazionali, comunicative, di gestione delle situazioni complesse, di flessibilità e adattamento al cambiamento. Le soft skills sono perciò necessarie a ogni insegnante per progettare percorsi formativi che valorizzino le qualità personali degli alunni, tenendo conto dell’imprevedibilità dei futuri scenari lavorativi e, quindi, saper promuovere, a loro volta, lo sviluppo di soft skills nei propri studenti. Purtroppo, si sta assistendo, nel corso degli anni, a un ruolo sempre minore dell’Università nella formazione iniziale degli insegnanti della Scuola secondaria e il PF24, che ha sostituito tutti i vecchi percorsi abilitanti di durata annuale non permette l’attuazione di ricerche didattiche volte alla sperimentazione di proposte innovative per la formazione iniziale degli insegnanti delle Secondarie. A partire da tali considerazioni, il nostro studio si basa sull’ipotesi che, grazie alle sue caratteristiche procedurali e metodologiche, il laboratorio didattico, possa favorire lo sviluppo di soft skills nei futuri insegnanti. I risultati ottenuti ci hanno indotto a realizzare uno strumento, in fase di standardizzazione, per la misurazione di quelle soft skills maggiormente richieste per la professione di insegnante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.