Riconosciuto campione della stagione manierista tra Firenze e Roma, Francesco Salviati (1510-1563) fu certamente uno degli artisti più dotati della sua epoca. Giorgio Vasari, che del pittore fu amico sin dalla giovinezza, annotava ne Le vite dei più eccellenti pittori, scultori et architettori [1568]: «Francesco in tutte le sue cose fu sempre di gran giudizio, vario e copioso d’invenzione, e, ch’è più, possedeva le cose del disegno et aveva più bella maniera che qualunche altro fusse allora a Fiorenza, et i colori maneggiava con molta pratica e vaghezza». Cecchino fu, difatti, artista dalla fervida immaginazione, disegnatore prolifico, colorista eccezionale. Ancora e soprattutto, lo riconoscevano già i contemporanei, fu pittore dalle «bellissime et vaghissime inventioni» (Remigio Nannini), che gli elaborava, sempre nuove e “bizzarre”, per grandi cicli decorativi ad affresco, pale d’altare, arazzi, oreficerie, apparati scenografici, illustrazioni di libri miniati e a stampa. A seguito dell’importante mostra monografica dedicata all’artista da Catherine Monbeig Goguel nel 1998, e degli studi che a quell’evento sono seguiti, questo volume, attraverso i nove saggi che lo compongono, prova a ricostruire i primi anni della carriera del pittore, dalla fine degli anni Trenta alla prima metà dei Quaranta, ponendo l’accento su alcuni aspetti del suo percorso e della sua attività che attendono di essere valorizzati ed esplorati. Sono questi anni, infatti, densissimi, con l’artista in continuo movimento: prima da Roma a Firenze; poi al nord, tra Bologna e Venezia, addirittura a Genova; infine, sulla strada di ritorno verso la città pontificia, a Verona e Mantova. I contributi si soffermano, in particolare, sulla ricostruzione dei rapporti intrecciati da Francesco con Perino del Vaga e Jacopino del Conte intorno al cantiere di San Giovanni Decollato e con Pietro Aretino e altri letterati suoi contemporanei, cui l’artista deve una fama precocissima ancora in vita. Grande spazio è dato al soggiorno nella città lagunare, del quale se ne indaga, inoltre, la ricaduta nello stesso contesto veneto, in artisti quali Giuseppe Porta Salviati e Tiziano.

Francesco Salviati “spirito veramente pellegrino ed eletto”, Roma, Campisano

geremicca, antonio
2015-01-01

Abstract

Riconosciuto campione della stagione manierista tra Firenze e Roma, Francesco Salviati (1510-1563) fu certamente uno degli artisti più dotati della sua epoca. Giorgio Vasari, che del pittore fu amico sin dalla giovinezza, annotava ne Le vite dei più eccellenti pittori, scultori et architettori [1568]: «Francesco in tutte le sue cose fu sempre di gran giudizio, vario e copioso d’invenzione, e, ch’è più, possedeva le cose del disegno et aveva più bella maniera che qualunche altro fusse allora a Fiorenza, et i colori maneggiava con molta pratica e vaghezza». Cecchino fu, difatti, artista dalla fervida immaginazione, disegnatore prolifico, colorista eccezionale. Ancora e soprattutto, lo riconoscevano già i contemporanei, fu pittore dalle «bellissime et vaghissime inventioni» (Remigio Nannini), che gli elaborava, sempre nuove e “bizzarre”, per grandi cicli decorativi ad affresco, pale d’altare, arazzi, oreficerie, apparati scenografici, illustrazioni di libri miniati e a stampa. A seguito dell’importante mostra monografica dedicata all’artista da Catherine Monbeig Goguel nel 1998, e degli studi che a quell’evento sono seguiti, questo volume, attraverso i nove saggi che lo compongono, prova a ricostruire i primi anni della carriera del pittore, dalla fine degli anni Trenta alla prima metà dei Quaranta, ponendo l’accento su alcuni aspetti del suo percorso e della sua attività che attendono di essere valorizzati ed esplorati. Sono questi anni, infatti, densissimi, con l’artista in continuo movimento: prima da Roma a Firenze; poi al nord, tra Bologna e Venezia, addirittura a Genova; infine, sulla strada di ritorno verso la città pontificia, a Verona e Mantova. I contributi si soffermano, in particolare, sulla ricostruzione dei rapporti intrecciati da Francesco con Perino del Vaga e Jacopino del Conte intorno al cantiere di San Giovanni Decollato e con Pietro Aretino e altri letterati suoi contemporanei, cui l’artista deve una fama precocissima ancora in vita. Grande spazio è dato al soggiorno nella città lagunare, del quale se ne indaga, inoltre, la ricaduta nello stesso contesto veneto, in artisti quali Giuseppe Porta Salviati e Tiziano.
2015
978-88-98229-63-5
Francesco Salviati, Mannerism, Rome, Florence, Venice, arts, letters
Francesco Salviati, Manierismo, Roma, Firenze, Venezia, arti, lettere
Francesco salviati, Maniérisme, Rome, Florence, Venise, arts, lettres
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/341596
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