L’eccessiva fiducia nei mezzi tecnologici nella raccolta informativa da parte dei Servizi di informazione e delle Forze di polizia, come più volte dimostrato non è sufficiente per prevenire i fenomeni di pericolo alla sicurezza di uno Stato o dei suoi cittadini. L'enorme quantità di dati raccolti nel cyberspace non solo pone complessi problemi di gestione, analisi e valutazione delle informazioni, ma anche della loro qualità. Infatti, sempre più spesso i dati sono privi di informazioni di contesto, le sole talvolta capaci di cogliere i “segnali deboli” pericolosi per la sicurezza nazionale e per l’ordine pubblico. Sostiene Mario Caligiuri nella prefazione: «L'Intelligence ha bisogno di competenze umane, perché esercita la logica, la razionalità, il pensiero. In questa originale e argomentata pubblicazione si delinea la figura dello Human Sensor nell'attività di intelligence di polizia. La proposta di questa professionalità può essere considerata la nuova frontiera nella raccolta delle informazioni, come sperimentato con successo dall'esercito americano nella seconda Guerra del Golfo». La formazione di tutte le Forze di polizia in tecniche di OES (osservazione, elicitazione, sorveglianza) aumenterebbe di gran lunga la capacità informativa dando statisticamente maggiori opportunità non solo al contrasto alla criminalità organizzata, ma anche nelle attività dell'intelligence istituzionale. Infatti, si legge sempre nella prefazione: «Con questi strumenti umani si possono affrontare sia i problemi vecchi, come la criminalità organizzata, che quelli nuovi, come il disagio sociale».
Prefazione (2020)
mario caligiuri
2020-01-01
Abstract
L’eccessiva fiducia nei mezzi tecnologici nella raccolta informativa da parte dei Servizi di informazione e delle Forze di polizia, come più volte dimostrato non è sufficiente per prevenire i fenomeni di pericolo alla sicurezza di uno Stato o dei suoi cittadini. L'enorme quantità di dati raccolti nel cyberspace non solo pone complessi problemi di gestione, analisi e valutazione delle informazioni, ma anche della loro qualità. Infatti, sempre più spesso i dati sono privi di informazioni di contesto, le sole talvolta capaci di cogliere i “segnali deboli” pericolosi per la sicurezza nazionale e per l’ordine pubblico. Sostiene Mario Caligiuri nella prefazione: «L'Intelligence ha bisogno di competenze umane, perché esercita la logica, la razionalità, il pensiero. In questa originale e argomentata pubblicazione si delinea la figura dello Human Sensor nell'attività di intelligence di polizia. La proposta di questa professionalità può essere considerata la nuova frontiera nella raccolta delle informazioni, come sperimentato con successo dall'esercito americano nella seconda Guerra del Golfo». La formazione di tutte le Forze di polizia in tecniche di OES (osservazione, elicitazione, sorveglianza) aumenterebbe di gran lunga la capacità informativa dando statisticamente maggiori opportunità non solo al contrasto alla criminalità organizzata, ma anche nelle attività dell'intelligence istituzionale. Infatti, si legge sempre nella prefazione: «Con questi strumenti umani si possono affrontare sia i problemi vecchi, come la criminalità organizzata, che quelli nuovi, come il disagio sociale».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.