The essay explores the causes and the political phenomenology of anti-Scottish prejudice, better known as scotophobia, which became so popular in England in the 1860s as to be compared to twentieth-century anti-Semitism, but which has remained virtually unknown in Italy until now. Scotophobia stemmed largely from propaganda orchestrated both by English radicals following the leader John Wilkes, and for this reason known as 'Wilkites', and by the Whig party elite, and heavily discriminated against the Scottish people who had immigrated to London in those years. The Scots, especially the more educated among them, were repeatedly singled out in the British press as 'foreigners' and 'enemies' of the constitution and freedom that had shaped English identity as a result of the Glorious Revolution. The cultural, social and political discrimination of the Scots is here examined in relation to the process of the formation of the new British identity and its impact on the sense of insecurity, quite widespread in English society at the time, regarding Britishness ('Britishness'), which half a century after the Act of Union with Scotland in 1707 threatened to permanently undermine English identity. Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)

Il saggio esplora le cause e la fenomenologia politica del pregiudizio anti-scozzese, meglio nota come scotofobia, divenuta tanto popolare nell’Inghilterra degli anni ’60 del ‘700 da essere paragonata all’antisemitismo novecentesco, ma che è rimasta sin qui pressoché sconosciuta in Italia. La scotofobia scaturita in gran parte dalla propaganda orchestrata sia dai radicali inglesi a seguito del leader John Wilkes, e per questo noti come “Wilkites”, sia dall’élite del partito Whig, discriminò pesantemente la classe dirigente scozzese in quegli anni immigrata a Londra e composta, da intellettuali come Hume, Smollett e molti altri, e politici come Lord Bute, il primo premier scozzese della storia. Costoro vennero a più riprese sbeffeggiati e additati sui giornali e sulle stampe dell'epoca come “stranieri” e “nemici” della costituzione e della libertà che avevano plasmato l’identità inglese per effetto della Gloriosa Rivoluzione. La pesante discriminazione culturale, sociale e politica degli scozzesi è qui esaminata in relazione al processo di formazione della nuova identità britannica e alla sua incidenza sul senso di insicurezza, abbastanza diffuso nella società inglese del tempo, nei riguardi della "Britishness"(britannicità), che a distanza di mezzo secolo dall’Atto di Unione con la Scozia del 1707 rischiava di compromettere definitivamente l’identità inglese.

La scotofobia inglese negli anni ’60 del ’700 e il difficile transito alla "Britishness"

Pupo, Spartaco
2023-01-01

Abstract

The essay explores the causes and the political phenomenology of anti-Scottish prejudice, better known as scotophobia, which became so popular in England in the 1860s as to be compared to twentieth-century anti-Semitism, but which has remained virtually unknown in Italy until now. Scotophobia stemmed largely from propaganda orchestrated both by English radicals following the leader John Wilkes, and for this reason known as 'Wilkites', and by the Whig party elite, and heavily discriminated against the Scottish people who had immigrated to London in those years. The Scots, especially the more educated among them, were repeatedly singled out in the British press as 'foreigners' and 'enemies' of the constitution and freedom that had shaped English identity as a result of the Glorious Revolution. The cultural, social and political discrimination of the Scots is here examined in relation to the process of the formation of the new British identity and its impact on the sense of insecurity, quite widespread in English society at the time, regarding Britishness ('Britishness'), which half a century after the Act of Union with Scotland in 1707 threatened to permanently undermine English identity. Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)
2023
979 12 80382 14 6
Il saggio esplora le cause e la fenomenologia politica del pregiudizio anti-scozzese, meglio nota come scotofobia, divenuta tanto popolare nell’Inghilterra degli anni ’60 del ‘700 da essere paragonata all’antisemitismo novecentesco, ma che è rimasta sin qui pressoché sconosciuta in Italia. La scotofobia scaturita in gran parte dalla propaganda orchestrata sia dai radicali inglesi a seguito del leader John Wilkes, e per questo noti come “Wilkites”, sia dall’élite del partito Whig, discriminò pesantemente la classe dirigente scozzese in quegli anni immigrata a Londra e composta, da intellettuali come Hume, Smollett e molti altri, e politici come Lord Bute, il primo premier scozzese della storia. Costoro vennero a più riprese sbeffeggiati e additati sui giornali e sulle stampe dell'epoca come “stranieri” e “nemici” della costituzione e della libertà che avevano plasmato l’identità inglese per effetto della Gloriosa Rivoluzione. La pesante discriminazione culturale, sociale e politica degli scozzesi è qui esaminata in relazione al processo di formazione della nuova identità britannica e alla sua incidenza sul senso di insicurezza, abbastanza diffuso nella società inglese del tempo, nei riguardi della "Britishness"(britannicità), che a distanza di mezzo secolo dall’Atto di Unione con la Scozia del 1707 rischiava di compromettere definitivamente l’identità inglese.
Scotophobia, anti-Scottish prejudice, Britishness, John Wilkes,Lord Bute
Scotofobia, pregiudizio antiscozzese, identità britannica, John Wilkes, Lord Bute
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/347736
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