La Direttiva europea 1023/2019 del 20 giugno 2019, nella sua finalità di recuperare l’impresa in difficoltà ed evitarne la liquidazione, prevede che gli Stati membri si dotino di early warning tools. Pur non richiamando la Direttiva in maniera esplicita l’individuazione di indicatori predittivi di una situa zione di difficoltà, certamente l’attivazione di strumenti di allerta non può prescindere dal calcolo ed interpretazione di indici di bilancio esplicativi dell’andamento dell’impresa. L’analisi del bilancio per indici rappresenta, infatti, uno strumento efficace per apprezzare lo “stato di salute” di un’impresa, valutare l’esistenza del corretto equilibrio patrimoniale, finanziario ed economico e, conseguentemente, riveste un ruolo di rilievo anche nella valutazione dello stato di crisi d’impresa. Nonostante le ultime modifiche apportate dal D. Lgs. N. 83 del 17 giugno 2022 al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza abbiano eliminato la previsione di un sistema di allerta mediante l’individuazione, da parte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CND CEC), di un set di indicatori, l’obbligo previsto a carico dell’imprenditore (individuale o collettivo) di rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario nonché di verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale richiede, di fatto, di utilizzare le metodologie dell’analisi di bilancio ai fini dell’emersione tempestiva della crisi. È opportuno, tuttavia, evidenziare che, pur fondamentale ai fini della va lutazione del rischio d’impresa, l’analisi di bilancio presenta dei limiti. Tali limiti possono essere parzialmente superati valutando opportunamente altri documenti e informazioni anche di carattere qualitativo utili a verificare le prospettive future ed i presupposti per l’effettiva continuità aziendale. Al riguardo, da un lato, è certamente utile e opportuna l’individuazione dei principali indicatori segnalati dalle migliori prassi e predittivi di uno stato di difficoltà che rende probabile l’insolvenza; dall’altro lato, sarebbe auspicabile utilizzare anche informazioni e indicatori ulteriori (ad esempio, investimenti in innovazione, grado di soddisfazione di clienti e dipendenti, piani e strategie future) utili a stimare i risultati previsionali e, pertanto, le prospettive di continuità aziendale. Il capitolo approfondisce nei successivi paragrafi le previsioni del nuovo Codice in tema di emersione tempestiva della crisi, analizzandone l’evoluzione, che ha condotto all’accantonamento del sistema di allerta come originariamente previsto e all’introduzione di un test pratico quale strumento che assiste l’impresa nella fase successiva alla rilevazione della crisi e non più funzionale alla sua emersione anticipata. Tenuto conto del ruolo che continua a rivestire l’analisi di bilancio anche nel nuovo impianto normativo, si de scrivono le migliori prassi a livello nazionale e internazionale individuando i soggetti (associazioni di professionisti, banche, istituzioni finanziarie, agenzie di rating) alla cui attività fare riferimento per la selezione degli indicatori predittivi della crisi di impresa. Infine, sono riportate riflessioni e considera zioni di sintesi sulle disposizioni del nuovo Codice in tema della diagnosi tempestiva dello stato di crisi anche con riferimento alle diverse modifiche che lo hanno interessato.
LA RILEVAZIONE TEMPESTIVA DELLA CRISI DI IMPRESA NELLA PRASSI NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Antonio Ricciardi;Silvia Tommaso
2023-01-01
Abstract
La Direttiva europea 1023/2019 del 20 giugno 2019, nella sua finalità di recuperare l’impresa in difficoltà ed evitarne la liquidazione, prevede che gli Stati membri si dotino di early warning tools. Pur non richiamando la Direttiva in maniera esplicita l’individuazione di indicatori predittivi di una situa zione di difficoltà, certamente l’attivazione di strumenti di allerta non può prescindere dal calcolo ed interpretazione di indici di bilancio esplicativi dell’andamento dell’impresa. L’analisi del bilancio per indici rappresenta, infatti, uno strumento efficace per apprezzare lo “stato di salute” di un’impresa, valutare l’esistenza del corretto equilibrio patrimoniale, finanziario ed economico e, conseguentemente, riveste un ruolo di rilievo anche nella valutazione dello stato di crisi d’impresa. Nonostante le ultime modifiche apportate dal D. Lgs. N. 83 del 17 giugno 2022 al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza abbiano eliminato la previsione di un sistema di allerta mediante l’individuazione, da parte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CND CEC), di un set di indicatori, l’obbligo previsto a carico dell’imprenditore (individuale o collettivo) di rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario nonché di verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale richiede, di fatto, di utilizzare le metodologie dell’analisi di bilancio ai fini dell’emersione tempestiva della crisi. È opportuno, tuttavia, evidenziare che, pur fondamentale ai fini della va lutazione del rischio d’impresa, l’analisi di bilancio presenta dei limiti. Tali limiti possono essere parzialmente superati valutando opportunamente altri documenti e informazioni anche di carattere qualitativo utili a verificare le prospettive future ed i presupposti per l’effettiva continuità aziendale. Al riguardo, da un lato, è certamente utile e opportuna l’individuazione dei principali indicatori segnalati dalle migliori prassi e predittivi di uno stato di difficoltà che rende probabile l’insolvenza; dall’altro lato, sarebbe auspicabile utilizzare anche informazioni e indicatori ulteriori (ad esempio, investimenti in innovazione, grado di soddisfazione di clienti e dipendenti, piani e strategie future) utili a stimare i risultati previsionali e, pertanto, le prospettive di continuità aziendale. Il capitolo approfondisce nei successivi paragrafi le previsioni del nuovo Codice in tema di emersione tempestiva della crisi, analizzandone l’evoluzione, che ha condotto all’accantonamento del sistema di allerta come originariamente previsto e all’introduzione di un test pratico quale strumento che assiste l’impresa nella fase successiva alla rilevazione della crisi e non più funzionale alla sua emersione anticipata. Tenuto conto del ruolo che continua a rivestire l’analisi di bilancio anche nel nuovo impianto normativo, si de scrivono le migliori prassi a livello nazionale e internazionale individuando i soggetti (associazioni di professionisti, banche, istituzioni finanziarie, agenzie di rating) alla cui attività fare riferimento per la selezione degli indicatori predittivi della crisi di impresa. Infine, sono riportate riflessioni e considera zioni di sintesi sulle disposizioni del nuovo Codice in tema della diagnosi tempestiva dello stato di crisi anche con riferimento alle diverse modifiche che lo hanno interessato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.