L’avvenire della patria e dello Stato nel Medioevo: il Dante politico di Giovanni Gentile

The essay focuses on the interpretation that Giovanni Gentile gave of the political Dante, who in the first half of the 20th century traced in the Florentine poet the first draft of the ideal and reversing project of the Italian nation-state, destined to acquire expressive power through the development of literature and language. It is shown that to the recovery of Dante in the culture of his time Gentile devoted very dense pages, making it the subject of an organic and accomplished treatment in which he dwells mainly on the cultural reasons for the modern political thought that emerged because of the influence of Humanism and the Italian Renaissance on the genesis of the new world. Gentile, as his intellectual production shows, always remained convinced that from the pen of Dante Italy was born both as a homeland and as a state, in the folds of the European process of formation and legitimization of the first embryos of nation-states.

Il contributo è incentrato sull’interpretazione che del Dante politico diede Giovanni Gentile, che nella prima metà del ‘900 rintracciò nel poeta fiorentino la prima bozza di progetto ideale e inverante dello Stato-nazione italiano, destinato ad acquisire potenza espressiva attraverso lo sviluppo della letteratura e della lingua. Si dimostra che al recupero di Dante nella cultura del suo tempo Gentile ha dedicato pagine molto dense, facendone oggetto di una trattazione organica e compiuta in cui si sofferma principalmente sulle ragioni culturali del pensiero politico moderno emerso per l’influenza dell’Umanesimo e del Rinascimento italiano sulla genesi del mondo nuovo. Gentile, come dimostra la sua produzione intellettuale, rimase sempre convinto del fatto che dalla penna di Dante nacque l’Italia sia come patria che come Stato, nelle pieghe del processo europeo di formazione e legittimazione dei primi embrioni di Stato-nazione.