I sociologi e la letteratura

Per quanto sia attività sfuggente, spesso tutt’altro che metodica, intrecciata con la quotidianità, da parte di noi sociologi riflettere sul rapporto che abbiamo con la letteratura può rivelarsi particolarmente proficuo. Di quante immagini tratte dalla narrativa facciamo uso per interpretare il sociale che costituisce l’oggetto delle nostre ricerche? Quante chiavi di lettura, anche originali, ci vengono dal rapporto con i testi letterari con i quali intratteniamo un fecondo dialogo? Quante volte le caratterizzazioni letterarie del sociale ci aiutano nella difficile attività che consiste nello sciogliere, che poi è anche uno scegliere, gli elementi essenziali di quella realtà che si presenta nella sua grumosità rappresa di senso comune? Le immagi- ni, gli interrogativi, il senso delle storie che la letteratura ci offre, così come gli stili, sono parte di quel quotidiano brusìo della mente, gemito della curiosità del ricercatore sociale: coinvolgimento in un discorso in cui il sé è sollecitato dalla realtà quotidiana nella quale è immerso a cercare significati, nuovi codici e nuove mappe per aggirarsi nel mondo.