La prima opera di Puccini ha tutte le caratteristiche del lavoro di un esordiente. Se da un lato in essa si scorgono tutte le tracce delle diverse influenze che hanno segnato gli anni della sua formazione, dall'altro lato vi si può anche leggere lo sforzo di un giovane compositore desideroso di affermare una propria originalità e una nuova idea di teatro musicale. Quei caratteri che diventeranno distintivi dello stile del futuro compositore sono ancora poco più che abbozzati, ma la fisionomia artistica che tratteggiano è già molto ben riconoscibile. Con le Villi Puccini paga il suo debito nei confronti della moda dell’opera di ambientazione fantastica di derivazione tedesca (in particolare il Freischütz), riletta attraverso il filtro delle idee e dello stile scapigliato di Ferdinando Fontana, ma anche nei confronti del fenomeno del sinfonismo, dell’infatuazione wagneriana, del modello di Catalani e addirittura del melodramma tradizionale, delle cui convenzioni formali è ancora presente qualche rimanenza in alcune pagine dell’opera. Accanto a questi elementi che riflettono le esperienze formative del giovane Puccini studente del Conservatorio di Milano si possono però già intravvedere gli ingredienti basilari di quello che sarà il puccinismo maturo: il tema dell’amore come fonte di dolore, il tema del ricordo della felicità perduta espresso tramite l’utilizzo di reminiscenze musicali, la scena di disperazione del protagonista di fronte alla morte, ma soprattutto il primo dispiegarsi di un melodismo che lascia già chiaramente intuire quello di cui sarà capace in futuro la penna del compositore.

Gli esordi sperimentali di un compositore alla ricerca di se stesso

targa
2024-01-01

Abstract

La prima opera di Puccini ha tutte le caratteristiche del lavoro di un esordiente. Se da un lato in essa si scorgono tutte le tracce delle diverse influenze che hanno segnato gli anni della sua formazione, dall'altro lato vi si può anche leggere lo sforzo di un giovane compositore desideroso di affermare una propria originalità e una nuova idea di teatro musicale. Quei caratteri che diventeranno distintivi dello stile del futuro compositore sono ancora poco più che abbozzati, ma la fisionomia artistica che tratteggiano è già molto ben riconoscibile. Con le Villi Puccini paga il suo debito nei confronti della moda dell’opera di ambientazione fantastica di derivazione tedesca (in particolare il Freischütz), riletta attraverso il filtro delle idee e dello stile scapigliato di Ferdinando Fontana, ma anche nei confronti del fenomeno del sinfonismo, dell’infatuazione wagneriana, del modello di Catalani e addirittura del melodramma tradizionale, delle cui convenzioni formali è ancora presente qualche rimanenza in alcune pagine dell’opera. Accanto a questi elementi che riflettono le esperienze formative del giovane Puccini studente del Conservatorio di Milano si possono però già intravvedere gli ingredienti basilari di quello che sarà il puccinismo maturo: il tema dell’amore come fonte di dolore, il tema del ricordo della felicità perduta espresso tramite l’utilizzo di reminiscenze musicali, la scena di disperazione del protagonista di fronte alla morte, ma soprattutto il primo dispiegarsi di un melodismo che lascia già chiaramente intuire quello di cui sarà capace in futuro la penna del compositore.
2024
978-88-99577-57-5
Puccini; Le villi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/365160
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