Nonostante i forti, continui e pressanti moniti, rimasto inalterato l’immobilismo spiazzante del Parlamento in tema di questioni inerenti ai diritti dei pazienti che chiedono, al verificarsi di precise circostanze di malattia e di sofferenza, di terminare in modo dignitoso la propria esistenza, la Corte costituzionale è stata chiamata ancora una volta a pronunciarsi in tema di fine vita. Lo ha fatto con la sentenza n. 135 del 2024, che è la quarta decisione in tema che la Corte deposita in sei anni.

La Corte costituzionale ritorna ancora sull’aiuto al suicidio, ma non scrive l’ultima parola

Ugo Adamo
2024-01-01

Abstract

Nonostante i forti, continui e pressanti moniti, rimasto inalterato l’immobilismo spiazzante del Parlamento in tema di questioni inerenti ai diritti dei pazienti che chiedono, al verificarsi di precise circostanze di malattia e di sofferenza, di terminare in modo dignitoso la propria esistenza, la Corte costituzionale è stata chiamata ancora una volta a pronunciarsi in tema di fine vita. Lo ha fatto con la sentenza n. 135 del 2024, che è la quarta decisione in tema che la Corte deposita in sei anni.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/372357
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