La rappresentazione del conflitto nella produzione epico-eroica del secondo Cinquecento è fortemente condizionata da profondi mutamenti sociopolitici e da un capillare processo di formalizzazione della guerra che rifunzionalizza la presenza del fenomeno bellico all’interno del tessuto testuale. La tipologia della guerra, in un periodo di fervida codificazione dell’epos moderno, assume nella scrittura epica una valenza nodale con prevedibili ripercussioni sulla sfera degli amori che rivestono un ruolo solo ancillare. La critica si è più volte soffermata sulla nuova visione della guerra presentata in questi testi e, in particolare, sulla presenza dei vari tecnicismi bellici poco considerati nell’epica classica, desunti in modo evidente dalla trattatistica militare coeva.
Introduzione al panel
Angelo Chiarelli
2024-01-01
Abstract
La rappresentazione del conflitto nella produzione epico-eroica del secondo Cinquecento è fortemente condizionata da profondi mutamenti sociopolitici e da un capillare processo di formalizzazione della guerra che rifunzionalizza la presenza del fenomeno bellico all’interno del tessuto testuale. La tipologia della guerra, in un periodo di fervida codificazione dell’epos moderno, assume nella scrittura epica una valenza nodale con prevedibili ripercussioni sulla sfera degli amori che rivestono un ruolo solo ancillare. La critica si è più volte soffermata sulla nuova visione della guerra presentata in questi testi e, in particolare, sulla presenza dei vari tecnicismi bellici poco considerati nell’epica classica, desunti in modo evidente dalla trattatistica militare coeva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.