Il turismo delle radici (Perri, 2020), fenomeno legato alla riscoperta delle proprie origini e identità culturali, trova un’interessante convergenza con il turismo delle seconde case (Romita, 1999; 2010). Questa forma di turismo non è solo un’occasione di viaggio ma anche un processo di riscoperta personale, con ricadute significative sul territorio, che spesso coinvolge abitazioni familiari e/o luoghi significativi per la storia personale e collettiva dei viaggiatori Per i turisti delle radici, l’abitazione nel luogo di origine rappresenta un punto di contatto con il passato, un luogo dove la memoria individuale e collettiva si intrecciano, rendendo il viaggio un’esperienza ancor più intima e trasformativa. Questo lavoro si colloca nell’ambito delle teorie sull’attaccamento al luogo (Giani Gallino, 2007), e cerca di esplorare il ruolo delle abitazioni secondarie come spazi di connessione identitaria e di ospitalità. Si rifà agli approcci sociologici che vedono l’abitazione come simbolo di appartenenza (Mallet, 2004), ed agli studi sul turismo sostenibile, con particolare riferimento a quelli incentrati sui processi di rigenerazione dei borghi e dei centri storici abbandonati. La ricerca combina interviste qualitative con turisti delle radici, un'analisi etnografica degli spazi abitativi visitati, e un’analisi quantitativa dei flussi turistici verso regioni italiane con alta densità di seconde case. Le ipotesi di lavoro di base sono che la casa nel luogo di origine rappresenti: a) un simbolo identitario per il turista; b) una risorsa economica e culturale per il territorio; c) un luogo della memoria ed un simbolo del legame affettivo con il territorio. I risultati della ricerca hanno evidenziato come il possesso di una casa nel luogo di origine, stimola l’attaccamento al luogo ed anche il bisogno “affettivo” di ritornarvi. In conclusione, l’abitare temporaneo in questi luoghi non si limita alla residenza fisica ma diventa un’esperienza simbolica e relazionale, pertanto specifiche politiche locali potrebbero incentivare il recupero di abitazioni in disuso, e stimolare economie locali ed il rafforzamento dell’identità culturale.
Oltre le mura: la casa come simbolo e risorsa nel turismo delle radici
Antonella Perri
;Tullio Romita
2024-01-01
Abstract
Il turismo delle radici (Perri, 2020), fenomeno legato alla riscoperta delle proprie origini e identità culturali, trova un’interessante convergenza con il turismo delle seconde case (Romita, 1999; 2010). Questa forma di turismo non è solo un’occasione di viaggio ma anche un processo di riscoperta personale, con ricadute significative sul territorio, che spesso coinvolge abitazioni familiari e/o luoghi significativi per la storia personale e collettiva dei viaggiatori Per i turisti delle radici, l’abitazione nel luogo di origine rappresenta un punto di contatto con il passato, un luogo dove la memoria individuale e collettiva si intrecciano, rendendo il viaggio un’esperienza ancor più intima e trasformativa. Questo lavoro si colloca nell’ambito delle teorie sull’attaccamento al luogo (Giani Gallino, 2007), e cerca di esplorare il ruolo delle abitazioni secondarie come spazi di connessione identitaria e di ospitalità. Si rifà agli approcci sociologici che vedono l’abitazione come simbolo di appartenenza (Mallet, 2004), ed agli studi sul turismo sostenibile, con particolare riferimento a quelli incentrati sui processi di rigenerazione dei borghi e dei centri storici abbandonati. La ricerca combina interviste qualitative con turisti delle radici, un'analisi etnografica degli spazi abitativi visitati, e un’analisi quantitativa dei flussi turistici verso regioni italiane con alta densità di seconde case. Le ipotesi di lavoro di base sono che la casa nel luogo di origine rappresenti: a) un simbolo identitario per il turista; b) una risorsa economica e culturale per il territorio; c) un luogo della memoria ed un simbolo del legame affettivo con il territorio. I risultati della ricerca hanno evidenziato come il possesso di una casa nel luogo di origine, stimola l’attaccamento al luogo ed anche il bisogno “affettivo” di ritornarvi. In conclusione, l’abitare temporaneo in questi luoghi non si limita alla residenza fisica ma diventa un’esperienza simbolica e relazionale, pertanto specifiche politiche locali potrebbero incentivare il recupero di abitazioni in disuso, e stimolare economie locali ed il rafforzamento dell’identità culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.