La letteratura prodotta negli ultimi anni ha definito con una certa precisione la figura sociale del turista delle radici (Perri, 2020), che possiamo riassumere nel seguente modo: si tratta di una persona che residente in un luogo diverso da quello in cui è nato/a intraprende un viaggio temporaneo e con finalità non strumentali verso la destinazione d’orine propria, o della propria famiglia (in questo caso ci troviamo di fronte al turismo genealogico). Tuttavia, la solo recente diffusa attenzione verso il fenomeno sociale in questione, ha prodotto una letteratura scientifica che rende difficile da comporla in un insieme organizzato di studi e ricerche. L’insieme di conoscenze attualmente disponibili non favoriscono l’inquadramento compiuto del fenomeno, oltre che dal punto di vista concettuale, anche da quello che ne consente di focalizzarne la sua effettiva essenza, ed anche, per poterne individuare le, talvolta lievi, differenze tra le diverse forme di viaggio delle radici, fra le quali, ad esempio, quello genealogico. Al momento, scarseggiano gli studi rigorosi sulle effettive motivazioni che spingono le persone ad attuare questo tipo di viaggio, e le analisi che si occupino del viaggio delle radici inteso nella sua accezione turistica, ovvero che si approcciano ad esso considerandolo proprio come una specifica forma di turismo. Tuttavia, a partire da questo contesto, in questa sede intendiamo proporre una riflessione su un aspetto specifico del fenomeno in questione, ovvero come la comunità ospitante percepisce e valuta la figura sociale del turista delle radici. Una riflessione, questa, che rappresenta un approfondimento di un itinerario di lettura del turismo delle radici che ha trovato un suo indirizzo rilevante in uno scritto pubblicato oltre dieci anni fa (Romita e Perri, 2009a). In questo lavoro, partendo dalla condizione di estraneità che appartiene a tutti i turisti, evidenzieremo come nel caso del turista delle radici porta con sé un’identità prodotto di una individualità malleabile, più o meno incerta e complessa, che si manifesta talvolta esaltando l’appartenenza prevalente alla cultura originaria ed altre volte elogiando quella collegata ai luoghi in cui ora vive. In altri termini, per i turisti delle radici il concetto di “luogo” porta con sé una costante ridefinizione dei concetti di attaccamento ed appartenenza ai luoghi. Tale situazione ha ricadute rilevanti nella percezione che hanno di questa figura sociale le comunità d’origine ospitanti, che, confuse dal sentimento di appartenenza/non appartenenza alla propria comunità, che talora anche esplicitamente manifestano i viaggiatori delle radici, e che è conseguenza dell’identità multipla che caratterizza il viaggiatore delle radici, arrivano a non riuscire a comprendere razionalmente il fatto che la presenza di questi conterranei ha natura prevalentemente turistica. Quando ciò accade, il flusso di viaggiatori delle radici che si determina sul proprio territorio non viene puntualmente percepito come fenomeno turistico, e ciò genera oltre che un danno culturale, anche un danno economico e sociale per la comunità locale ospitante.

Tullio Romita

Tullio Romita
2024-01-01

Abstract

La letteratura prodotta negli ultimi anni ha definito con una certa precisione la figura sociale del turista delle radici (Perri, 2020), che possiamo riassumere nel seguente modo: si tratta di una persona che residente in un luogo diverso da quello in cui è nato/a intraprende un viaggio temporaneo e con finalità non strumentali verso la destinazione d’orine propria, o della propria famiglia (in questo caso ci troviamo di fronte al turismo genealogico). Tuttavia, la solo recente diffusa attenzione verso il fenomeno sociale in questione, ha prodotto una letteratura scientifica che rende difficile da comporla in un insieme organizzato di studi e ricerche. L’insieme di conoscenze attualmente disponibili non favoriscono l’inquadramento compiuto del fenomeno, oltre che dal punto di vista concettuale, anche da quello che ne consente di focalizzarne la sua effettiva essenza, ed anche, per poterne individuare le, talvolta lievi, differenze tra le diverse forme di viaggio delle radici, fra le quali, ad esempio, quello genealogico. Al momento, scarseggiano gli studi rigorosi sulle effettive motivazioni che spingono le persone ad attuare questo tipo di viaggio, e le analisi che si occupino del viaggio delle radici inteso nella sua accezione turistica, ovvero che si approcciano ad esso considerandolo proprio come una specifica forma di turismo. Tuttavia, a partire da questo contesto, in questa sede intendiamo proporre una riflessione su un aspetto specifico del fenomeno in questione, ovvero come la comunità ospitante percepisce e valuta la figura sociale del turista delle radici. Una riflessione, questa, che rappresenta un approfondimento di un itinerario di lettura del turismo delle radici che ha trovato un suo indirizzo rilevante in uno scritto pubblicato oltre dieci anni fa (Romita e Perri, 2009a). In questo lavoro, partendo dalla condizione di estraneità che appartiene a tutti i turisti, evidenzieremo come nel caso del turista delle radici porta con sé un’identità prodotto di una individualità malleabile, più o meno incerta e complessa, che si manifesta talvolta esaltando l’appartenenza prevalente alla cultura originaria ed altre volte elogiando quella collegata ai luoghi in cui ora vive. In altri termini, per i turisti delle radici il concetto di “luogo” porta con sé una costante ridefinizione dei concetti di attaccamento ed appartenenza ai luoghi. Tale situazione ha ricadute rilevanti nella percezione che hanno di questa figura sociale le comunità d’origine ospitanti, che, confuse dal sentimento di appartenenza/non appartenenza alla propria comunità, che talora anche esplicitamente manifestano i viaggiatori delle radici, e che è conseguenza dell’identità multipla che caratterizza il viaggiatore delle radici, arrivano a non riuscire a comprendere razionalmente il fatto che la presenza di questi conterranei ha natura prevalentemente turistica. Quando ciò accade, il flusso di viaggiatori delle radici che si determina sul proprio territorio non viene puntualmente percepito come fenomeno turistico, e ciò genera oltre che un danno culturale, anche un danno economico e sociale per la comunità locale ospitante.
2024
978-2-931089-47-7
Identità multipla; turismo delle radici; comunità ospitante; luogo d’origine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/379876
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