Quali sono le credenze, le immagini e le “parole” che condizionano il modo con cui la “scuola” interpreta la disabilità? E in che misura queste rappresentazioni condizionano le politiche e le pratiche educative, le relazioni e i diritti delle persone che la vivono? Il volume offre uno sguardo critico e multidisciplinare sul rapporto tra disabilità e scuola, intrecciando la Pedagogia Speciale con i Disability Studies e i Critical Disability Studies. A partire dall’analisi delle rappresentazioni sociali, l’autrice esplora la costruzione culturale della disabilità nei contesti educativi, mettendo in luce i rischi legati a narrazioni medicalizzanti o stereotipate. Attraverso riflessioni teoriche, analisi empiriche e strumenti operativi, l’autrice propone di ripensare l’inclusione come progetto politico ed etico, orientato al riconoscimento delle differenze e alla giustizia sociale. Il volume, rivolto a insegnanti, educatori, formatori e ricercatori, invita a interrogare criticamente l’“habitus” scolastico e a promuovere una riflessività professionale capace di trasformare le pratiche e i contesti. Educare in modo inclusivo significa valorizzare la diversità e l’apprendimento euristico, riconoscere i limiti del proprio sguardo e coltivare nuove domande. È in questo spazio incerto, fatto di relazioni e possibilità, che può nascere una scuola più giusta per tutte e tutti.
Immaginari e disabilità. Il ruolo trasformativo della Pedagogia Speciale.
Straniero A. M.
2025-01-01
Abstract
Quali sono le credenze, le immagini e le “parole” che condizionano il modo con cui la “scuola” interpreta la disabilità? E in che misura queste rappresentazioni condizionano le politiche e le pratiche educative, le relazioni e i diritti delle persone che la vivono? Il volume offre uno sguardo critico e multidisciplinare sul rapporto tra disabilità e scuola, intrecciando la Pedagogia Speciale con i Disability Studies e i Critical Disability Studies. A partire dall’analisi delle rappresentazioni sociali, l’autrice esplora la costruzione culturale della disabilità nei contesti educativi, mettendo in luce i rischi legati a narrazioni medicalizzanti o stereotipate. Attraverso riflessioni teoriche, analisi empiriche e strumenti operativi, l’autrice propone di ripensare l’inclusione come progetto politico ed etico, orientato al riconoscimento delle differenze e alla giustizia sociale. Il volume, rivolto a insegnanti, educatori, formatori e ricercatori, invita a interrogare criticamente l’“habitus” scolastico e a promuovere una riflessività professionale capace di trasformare le pratiche e i contesti. Educare in modo inclusivo significa valorizzare la diversità e l’apprendimento euristico, riconoscere i limiti del proprio sguardo e coltivare nuove domande. È in questo spazio incerto, fatto di relazioni e possibilità, che può nascere una scuola più giusta per tutte e tutti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


