Carlo Fanelli Gli spazi del teatro in età moderna (ABSTRACT) Il ciclo di affreschi di palazzo Schifanoia a Ferrara, oltre a rappresentare il primo riferimento figurativo della «prima città moderna di Europa» (Burckardt) sancisce, a livello simbolico, l’anello di congiunzione fra cultura artistica e simbolismo cortigiano. La tensione figurativa dei dipinti si accosta a quella teatrale, «il moto è dal teatro alla città» (Zorzi), definendo un comune orizzonte allegorico con lo spettacolo rinascimentale. Definendo una “immagine” della città, la Ferrara di Schifanoia, diviene “città ideale”, eterotopia congiunta alla «città della fantasia» della Cassaria ariostesca che fissa il prototipo della scena prospettica rinascimentale, «forma simbolica» e «spazio totalmente razionale, infinito e omogeneo […] puramente matematico che ignora il concetto di infinito» (Panofsky), nel cui gioco autoriflessivo si inscrive la comunicazione del potere e dello “stile” curtense. Divenuta una prassi di tutta l’attività teatrale coeva, ad essa si incrociano un piano razionale ed uno sensibile la cui reciprocità, nella dinamica teatrale determinata dall’ekphrasis, attrezza lo spettatore-uomo di corte nell’atto di guardare e poi di osservare la scena “oltre il visibile” sperimentando, attraverso un atto mentale, la possibilità di integrare con la sua immaginazione il quadro oggettivo della visione che da specchio dell’apparire teatrale, si configura come definizione di uno spazio e di un luogo definiti.

Gli spazi del teatro a Ferrara in età moderna

Fanelli C.
2025-01-01

Abstract

Carlo Fanelli Gli spazi del teatro in età moderna (ABSTRACT) Il ciclo di affreschi di palazzo Schifanoia a Ferrara, oltre a rappresentare il primo riferimento figurativo della «prima città moderna di Europa» (Burckardt) sancisce, a livello simbolico, l’anello di congiunzione fra cultura artistica e simbolismo cortigiano. La tensione figurativa dei dipinti si accosta a quella teatrale, «il moto è dal teatro alla città» (Zorzi), definendo un comune orizzonte allegorico con lo spettacolo rinascimentale. Definendo una “immagine” della città, la Ferrara di Schifanoia, diviene “città ideale”, eterotopia congiunta alla «città della fantasia» della Cassaria ariostesca che fissa il prototipo della scena prospettica rinascimentale, «forma simbolica» e «spazio totalmente razionale, infinito e omogeneo […] puramente matematico che ignora il concetto di infinito» (Panofsky), nel cui gioco autoriflessivo si inscrive la comunicazione del potere e dello “stile” curtense. Divenuta una prassi di tutta l’attività teatrale coeva, ad essa si incrociano un piano razionale ed uno sensibile la cui reciprocità, nella dinamica teatrale determinata dall’ekphrasis, attrezza lo spettatore-uomo di corte nell’atto di guardare e poi di osservare la scena “oltre il visibile” sperimentando, attraverso un atto mentale, la possibilità di integrare con la sua immaginazione il quadro oggettivo della visione che da specchio dell’apparire teatrale, si configura come definizione di uno spazio e di un luogo definiti.
2025
978-88-98670-99-4
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