Il rapporto tra comunicazione, tecnologie e educazione è un fenomeno molto articolato e complesso che richiede di essere osservato ed analizzato da diversi punti di vista. Si tratta, per noi, da un lato di assegnare un posto centrale all’educazione e alla didattica e, dall’altro, dopo aver effettuato una breve rassegna delle tecnologie e dei loro fondamenti concettuali, di proporre un’ipotesi/progettuale di ricerca, mirata a collegare gli stessi percorsi in modo da vedere interagire e muoversi in sinergia le tecnologie e le didattiche sia generale che disciplinari. L’obiettivo è quello, attraverso un uso adeguato e pedagogicamente corretto delle tecnologie, di rendere qualitativamente migliore l’offerta formativa e conseguire quantitativamente risultati soddisfacenti. Obiettivo di grande rilevanza a condizione, però, che non venga messa in forse e la qualità degli studi e la qualità dell’offerta erogata. L’attuale concetto di formazione ha messo in crisi la dimensione quantitativa del sapere e ha sviluppato una dimensione epistemologica del tutto nuova del processo formativo , in quanto non è più coincidente con un determinato gruppo di contenuti, ma è sempre più legato ai processi dinamici dei soggetti. È riferito, cioè, alle dimensioni culturali dello sperimentare, del comprendere e del valutare unito alla capacità di prendere ed assumere decisioni motivate in modo consapevole ed autonomo. È un concetto legato all’acquisizione degli alfabeti indispensabili per comunicare, produrre, saper riflettere sulle conoscenze e successivamente alla capacità, da parte di ciascun soggetto, di saper combinare in maniera creativa gli alfabeti acquisiti, saperli rielaborare per generare nuovi saperi e saperli utilizzare in rapporto alle personali esigenze lavorative e sociali in modo da consentire al soggetto di sapersi orientare autonomamente nella molteplicità e diversità dei contesti, nella logica dell’apprendimento per tutta la vita (lifelong learning). In sintesi, per formazione, oggi, è da intendersi: il far acquisire ad ogni persona-soggetto una propria autonomia e flessibilità cognitiva, in modo da renderlo autonomo sia nel padroneggiare le competenze possedute e saperle utilizzare nella quotidianità del proprio vissuto esperienziale sia nell’essere in grado di impadronirsi dei nuovi saperi. Il filo rosso, pertanto, che rende sostanzialmente ragionata e motivata la rassegna proposta, è costituito dalla rivendicazione della necessaria “comunicazione” ed “interazione” dialettica e sinergica tra il modello pedagogico-didattico e il modello comunicativo-tecnologico. Diventa essenziale, cioè, che tra le due ontologie e le due epistemologie, quella pedagogico-didattica e quella tecnologico-comunicativa, si possano individuare degli elementi in comune, in modo che insieme possano rappresentare un nuovo e specifico campo di indagine per la ricerca scientifica e, quindi, costituiscano un unico dominio scientifico, sintesi e simbiosi delle due parole-chiave comunicazione e educazione. Nuovo dominio e campo di indagine che forse opportunamente e correttamente possiamo incominciare ad individuare nelle Tecnologie della Comunicazione Educativa . Queste dovrebbero rappresentare un nuovo dominio scientifico, avente una propria specifica epistemologia e una propria ontologia, sintesi e simbiosi ragionata e motivata dei due domini, che lo costituiscono (tecnologia e didattica) e che trovano il loro punto di incontro e giustificazione e legittimazione scientifica nel concetto di formazione oggi. Fino a quando, pertanto, i due settori conserveranno una propria individuale specificità e non riusciranno a dialogare, a riflettere, a trovare insieme i loro punti di criticità, diventa estremamente difficile qualificare l’azione formativa. Se ognuno cercherà una propria superiorità, a discapito dell’altro, i risultati, in termini di efficacia e di efficienza, non saranno sicuramente soddisfacenti.

Comunicazione e Tecnologie Educative

DE PIETRO, Orlando
2008-01-01

Abstract

Il rapporto tra comunicazione, tecnologie e educazione è un fenomeno molto articolato e complesso che richiede di essere osservato ed analizzato da diversi punti di vista. Si tratta, per noi, da un lato di assegnare un posto centrale all’educazione e alla didattica e, dall’altro, dopo aver effettuato una breve rassegna delle tecnologie e dei loro fondamenti concettuali, di proporre un’ipotesi/progettuale di ricerca, mirata a collegare gli stessi percorsi in modo da vedere interagire e muoversi in sinergia le tecnologie e le didattiche sia generale che disciplinari. L’obiettivo è quello, attraverso un uso adeguato e pedagogicamente corretto delle tecnologie, di rendere qualitativamente migliore l’offerta formativa e conseguire quantitativamente risultati soddisfacenti. Obiettivo di grande rilevanza a condizione, però, che non venga messa in forse e la qualità degli studi e la qualità dell’offerta erogata. L’attuale concetto di formazione ha messo in crisi la dimensione quantitativa del sapere e ha sviluppato una dimensione epistemologica del tutto nuova del processo formativo , in quanto non è più coincidente con un determinato gruppo di contenuti, ma è sempre più legato ai processi dinamici dei soggetti. È riferito, cioè, alle dimensioni culturali dello sperimentare, del comprendere e del valutare unito alla capacità di prendere ed assumere decisioni motivate in modo consapevole ed autonomo. È un concetto legato all’acquisizione degli alfabeti indispensabili per comunicare, produrre, saper riflettere sulle conoscenze e successivamente alla capacità, da parte di ciascun soggetto, di saper combinare in maniera creativa gli alfabeti acquisiti, saperli rielaborare per generare nuovi saperi e saperli utilizzare in rapporto alle personali esigenze lavorative e sociali in modo da consentire al soggetto di sapersi orientare autonomamente nella molteplicità e diversità dei contesti, nella logica dell’apprendimento per tutta la vita (lifelong learning). In sintesi, per formazione, oggi, è da intendersi: il far acquisire ad ogni persona-soggetto una propria autonomia e flessibilità cognitiva, in modo da renderlo autonomo sia nel padroneggiare le competenze possedute e saperle utilizzare nella quotidianità del proprio vissuto esperienziale sia nell’essere in grado di impadronirsi dei nuovi saperi. Il filo rosso, pertanto, che rende sostanzialmente ragionata e motivata la rassegna proposta, è costituito dalla rivendicazione della necessaria “comunicazione” ed “interazione” dialettica e sinergica tra il modello pedagogico-didattico e il modello comunicativo-tecnologico. Diventa essenziale, cioè, che tra le due ontologie e le due epistemologie, quella pedagogico-didattica e quella tecnologico-comunicativa, si possano individuare degli elementi in comune, in modo che insieme possano rappresentare un nuovo e specifico campo di indagine per la ricerca scientifica e, quindi, costituiscano un unico dominio scientifico, sintesi e simbiosi delle due parole-chiave comunicazione e educazione. Nuovo dominio e campo di indagine che forse opportunamente e correttamente possiamo incominciare ad individuare nelle Tecnologie della Comunicazione Educativa . Queste dovrebbero rappresentare un nuovo dominio scientifico, avente una propria specifica epistemologia e una propria ontologia, sintesi e simbiosi ragionata e motivata dei due domini, che lo costituiscono (tecnologia e didattica) e che trovano il loro punto di incontro e giustificazione e legittimazione scientifica nel concetto di formazione oggi. Fino a quando, pertanto, i due settori conserveranno una propria individuale specificità e non riusciranno a dialogare, a riflettere, a trovare insieme i loro punti di criticità, diventa estremamente difficile qualificare l’azione formativa. Se ognuno cercherà una propria superiorità, a discapito dell’altro, i risultati, in termini di efficacia e di efficienza, non saranno sicuramente soddisfacenti.
2008
Tecnologie educative; Pedagogia-Didattica; e-Learning
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/122644
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