Essere, tempo e socialità: forma e sostanza delle interazioni virtuali Giorgio Lo Feudo (Università della Calabria) Gli strumenti della comunicazione in generale ed i nuovi media in particolare, tendono a divenire in misura sempre più evidente, utensili e occasioni per una nuova e complessiva rielaborazione delle dinamiche di sedimentazione delle culture e dei criteri di interazione sociale. Le nuove tecnologie dell’interazione sono ormai parte integrante della realtà dell’individuo il quale, per loro tramite, intraprende linee di crescita nuove e profondamente plasmate e modellate da esse. Si tratta di una novità seria e per molti versi rivoluzionaria che, oltre a mettere in discussione i paradigmi della vita “reale”, impone una rilettura delle nozioni di essere, tempo, spazio e, appunto, socialità. L’obiettivo della presente relazione verte in primo luogo sulle interazioni simboliche e in particolare sui rapporti virtuali che, com’è noto, si concretizzano in assenza di ogni fisicità. Tali rapporti pongono allo sguardo dello studioso, ma anche del cittadino, la necessità di riflettere, posizionandosi in un punto di osservazione impensabile solo fino a qualche decennio fa, su ciò che si intende per “essere”, per “ente”, per “esserci”, nonché sulla staticità che le dinamiche temporali assumono nell’ambito, appunto, dei rapporti virtuali, ma che, paradossalmente, vengono da essi trasformati in vere e proprie situazioni/occasioni di spazialità. Un ulteriore momento di forte ripensamento che il virtuale offre alle riflessioni, attiene dunque al valore ontico che la socialità, intesa come messa in circolo e ratifica della validità degli scambi comunicativi, finisce per assumere. La relazione, dunque, affronterà sia le implicazioni filosofiche delle predette interazioni, sia i fondamenti linguistici o più precisamente semiotici di tutto ciò. I riferimenti teorici sono, in questo secondo caso, le nozioni di forma, sostanza e materia che Louis Hjlmslev, sulla scia di Saussure, ha realizzato circa le nozioni di espressione e contenuto. Per quanto invece attiene ai concetti filosofici di essere, tempo, spazio e socialità, ci si rifarà ai contributi dirimenti di Husserl, Heidegger, Gadamer e Peirce. L’approdo finale spera di dimostrare l’assunzione di una valenza per così dire ontologica da parte di una pratica, quella comunicativa, che da sempre viene considerata astratta e soprattutto simbolica. Le interazioni virtuali rappresentano l’avanguardia più spinta del linguaggio e, paradossalmente, proprio in virtù di ciò, esse sono le uniche in grado di curvarsi su se stesse e far emergere una nuova via tramite la quale condurre i dialoganti, verso un universo fisico e corporeo dal quale pensavano, e ancora pensano, di essere totalmente avulsi.

Essere, tempo e socialità. Forma e sostanza delle interazioni virtuali

LO FEUDO, Giorgio
2011-01-01

Abstract

Essere, tempo e socialità: forma e sostanza delle interazioni virtuali Giorgio Lo Feudo (Università della Calabria) Gli strumenti della comunicazione in generale ed i nuovi media in particolare, tendono a divenire in misura sempre più evidente, utensili e occasioni per una nuova e complessiva rielaborazione delle dinamiche di sedimentazione delle culture e dei criteri di interazione sociale. Le nuove tecnologie dell’interazione sono ormai parte integrante della realtà dell’individuo il quale, per loro tramite, intraprende linee di crescita nuove e profondamente plasmate e modellate da esse. Si tratta di una novità seria e per molti versi rivoluzionaria che, oltre a mettere in discussione i paradigmi della vita “reale”, impone una rilettura delle nozioni di essere, tempo, spazio e, appunto, socialità. L’obiettivo della presente relazione verte in primo luogo sulle interazioni simboliche e in particolare sui rapporti virtuali che, com’è noto, si concretizzano in assenza di ogni fisicità. Tali rapporti pongono allo sguardo dello studioso, ma anche del cittadino, la necessità di riflettere, posizionandosi in un punto di osservazione impensabile solo fino a qualche decennio fa, su ciò che si intende per “essere”, per “ente”, per “esserci”, nonché sulla staticità che le dinamiche temporali assumono nell’ambito, appunto, dei rapporti virtuali, ma che, paradossalmente, vengono da essi trasformati in vere e proprie situazioni/occasioni di spazialità. Un ulteriore momento di forte ripensamento che il virtuale offre alle riflessioni, attiene dunque al valore ontico che la socialità, intesa come messa in circolo e ratifica della validità degli scambi comunicativi, finisce per assumere. La relazione, dunque, affronterà sia le implicazioni filosofiche delle predette interazioni, sia i fondamenti linguistici o più precisamente semiotici di tutto ciò. I riferimenti teorici sono, in questo secondo caso, le nozioni di forma, sostanza e materia che Louis Hjlmslev, sulla scia di Saussure, ha realizzato circa le nozioni di espressione e contenuto. Per quanto invece attiene ai concetti filosofici di essere, tempo, spazio e socialità, ci si rifarà ai contributi dirimenti di Husserl, Heidegger, Gadamer e Peirce. L’approdo finale spera di dimostrare l’assunzione di una valenza per così dire ontologica da parte di una pratica, quella comunicativa, che da sempre viene considerata astratta e soprattutto simbolica. Le interazioni virtuali rappresentano l’avanguardia più spinta del linguaggio e, paradossalmente, proprio in virtù di ciò, esse sono le uniche in grado di curvarsi su se stesse e far emergere una nuova via tramite la quale condurre i dialoganti, verso un universo fisico e corporeo dal quale pensavano, e ancora pensano, di essere totalmente avulsi.
2011
ontologico; ontico; semantico; comunicazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/132347
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