La calibrazione delle reti idriche in pressione consiste nel determinare il valore di quei parametri che nel problema di verifica costituiscono l’input del problema, ossia scabrezza delle condotte e portata erogata ai nodi, utilizzando misure su campo di portata effettuate nelle condotte e di pressione ai nodi. Tra gli approcci classici alla calibrazione si ricordano i metodi euristici, espliciti e impliciti. Le prime tecniche di calibrazione risalgono a Walski (1983) e Bhave (1988), mentre negli ultimi anni particolare attenzione è stata rivolta ai metodi impliciti (Veltri et al., 1994), che tengono conto dei dati misurati tramite funzioni in cui compaiono come parametri gli scarti tra valori misurati e quelli ottenuti dall’output dei modelli di simulazione. Tale approccio ha consentito di svincolarsi dalla scelta di un set di valori iniziali e ha indotto la ricerca verso tecniche che cercano la soluzione al problema di calibrazione con procedure basate sulla ricerca del minimo di una funzione obbiettivo. Tale tipo di approccio, a eccezione di alcuni casi è stato per lo più riferito a reti teoriche. Nel presente lavoro ci si pone l’obbiettivo di valutare come migliora la calibrazione delle scabrezze di una rete idrica all’aumentare del numero di misure. Il calcolo viene effettuato utilizzando un modello di calibrazione (UNINET), messo a punto presso il Dipartimento di Difesa del Suolo dell’Università della Calabria e basato su tecniche di natura statistica che verranno brevemente descritte.
MIGLIORAMENTO DELLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLA CALIBRAZIONE DELLE RETI IDRICHE AL CRESCERE DEL NUMERO DI MISURATORI
VELTRI, Paolo;FIORINI MOROSINI, Attilio;
2012-01-01
Abstract
La calibrazione delle reti idriche in pressione consiste nel determinare il valore di quei parametri che nel problema di verifica costituiscono l’input del problema, ossia scabrezza delle condotte e portata erogata ai nodi, utilizzando misure su campo di portata effettuate nelle condotte e di pressione ai nodi. Tra gli approcci classici alla calibrazione si ricordano i metodi euristici, espliciti e impliciti. Le prime tecniche di calibrazione risalgono a Walski (1983) e Bhave (1988), mentre negli ultimi anni particolare attenzione è stata rivolta ai metodi impliciti (Veltri et al., 1994), che tengono conto dei dati misurati tramite funzioni in cui compaiono come parametri gli scarti tra valori misurati e quelli ottenuti dall’output dei modelli di simulazione. Tale approccio ha consentito di svincolarsi dalla scelta di un set di valori iniziali e ha indotto la ricerca verso tecniche che cercano la soluzione al problema di calibrazione con procedure basate sulla ricerca del minimo di una funzione obbiettivo. Tale tipo di approccio, a eccezione di alcuni casi è stato per lo più riferito a reti teoriche. Nel presente lavoro ci si pone l’obbiettivo di valutare come migliora la calibrazione delle scabrezze di una rete idrica all’aumentare del numero di misure. Il calcolo viene effettuato utilizzando un modello di calibrazione (UNINET), messo a punto presso il Dipartimento di Difesa del Suolo dell’Università della Calabria e basato su tecniche di natura statistica che verranno brevemente descritte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.