Nella prima parte dell’intervento vengono presentati i concetti di socievolezza e di sfera pubblica. Il concetto di socievolezza (Geselligkeit) è stato proposto da Georg Simmel in una relazione presentata nel 1910 al primo convegno dell'Associazione Tedesca di Sociologia; ricompare in Lineamenti fondamentali della sociologia, uscito nel 1917; entrambe le collocazioni suggeriscono la rilevanza che il tema aveva per l'autore. Quanto al concetto di sfera pubblica (Öffentlichkeit), la sua più influente elaborazione è in Storia e critica dell’opinione pubblica di Jürgen Habermas, del 1962; rivisitato anche alla luce delle discussioni cui ha dato luogo, ricompare in diversi scritti successivi di Habermas, tra cui Fatti e norme, del 1992. Nella prospettiva di questo intervento, socievolezza e sfera pubblica vengono intese prevalentemente come tipi di conversazioni, dotati di regole, strutture e funzioni diverse. In concreto, tuttavia, i diversi tipi di conversazione si intrecciano tra di loro nelle pratiche comunicative ordinarie. Ciò è particolarmente evidente nelle pratiche che si dispiegano in quelli che Ray Oldenburg ha denominato i “luoghi terzi”, quegli spazi intermedi tra l’ambito professionale e quello famigliare caratterizzati da una socialità prevalentemente informale, al cui interno le persone hanno modo di impegnarsi in conversazioni spontanee sugli argomenti più vari. Fra i luoghi terzi, nel corso della modernità ha rivestito particolare importanza il caffè. La seconda parte dell’intervento si concentra così - per quanto sinteticamente - sull’analisi di ciò che i caffè hanno significato per la vita sociale in Europa, sulle loro funzioni e sui modi in cui le conversazioni vi si sono dispiegate. Questa analisi suggerisce tanto la ricchezza analitica e la vitalità dei concetti di socievolezza e di sfera pubblica (pur imponendone a volte qualche specificazione), quanto i modi in cui, in concreto, i diversi tipi di conversazione vivono gli uni negli altri. A favorire l’emersione di un tipo o di un altro di conversazione, e simmetricamente di una funzione o di un’altra dei luoghi in cui le conversazioni si intrecciano, sono largamente il contesto storico e il sistema di esigenze e di opportunità avvertito da gruppi sociali determinati. Nelle società contemporanee luoghi come i caffè non sono scomparsi: si sono però via via trasformati. Fra queste trasformazioni va annoverato il parziale dislocarsi di pratiche comunicative legate alla socievolezza e alla sfera pubblica sul web. Diversi autori parlano oggi di una “cultura del caffè virtuale”. Ma se tale cultura esiste, la storia dei caffè del passato ne costituisce una sorta di preistoria, e i concetti che servono a leggere quest’ultima possono, con opportuni adeguamenti, essere utili anche per leggere forme e funzioni di alcune delle interazioni comunicative che oggi nel web si dispiegano.
Socievolezza e sfera pubblica. Tipi di conversazione nei luoghi terzi
JEDLOWSKI, Paolo
2011-01-01
Abstract
Nella prima parte dell’intervento vengono presentati i concetti di socievolezza e di sfera pubblica. Il concetto di socievolezza (Geselligkeit) è stato proposto da Georg Simmel in una relazione presentata nel 1910 al primo convegno dell'Associazione Tedesca di Sociologia; ricompare in Lineamenti fondamentali della sociologia, uscito nel 1917; entrambe le collocazioni suggeriscono la rilevanza che il tema aveva per l'autore. Quanto al concetto di sfera pubblica (Öffentlichkeit), la sua più influente elaborazione è in Storia e critica dell’opinione pubblica di Jürgen Habermas, del 1962; rivisitato anche alla luce delle discussioni cui ha dato luogo, ricompare in diversi scritti successivi di Habermas, tra cui Fatti e norme, del 1992. Nella prospettiva di questo intervento, socievolezza e sfera pubblica vengono intese prevalentemente come tipi di conversazioni, dotati di regole, strutture e funzioni diverse. In concreto, tuttavia, i diversi tipi di conversazione si intrecciano tra di loro nelle pratiche comunicative ordinarie. Ciò è particolarmente evidente nelle pratiche che si dispiegano in quelli che Ray Oldenburg ha denominato i “luoghi terzi”, quegli spazi intermedi tra l’ambito professionale e quello famigliare caratterizzati da una socialità prevalentemente informale, al cui interno le persone hanno modo di impegnarsi in conversazioni spontanee sugli argomenti più vari. Fra i luoghi terzi, nel corso della modernità ha rivestito particolare importanza il caffè. La seconda parte dell’intervento si concentra così - per quanto sinteticamente - sull’analisi di ciò che i caffè hanno significato per la vita sociale in Europa, sulle loro funzioni e sui modi in cui le conversazioni vi si sono dispiegate. Questa analisi suggerisce tanto la ricchezza analitica e la vitalità dei concetti di socievolezza e di sfera pubblica (pur imponendone a volte qualche specificazione), quanto i modi in cui, in concreto, i diversi tipi di conversazione vivono gli uni negli altri. A favorire l’emersione di un tipo o di un altro di conversazione, e simmetricamente di una funzione o di un’altra dei luoghi in cui le conversazioni si intrecciano, sono largamente il contesto storico e il sistema di esigenze e di opportunità avvertito da gruppi sociali determinati. Nelle società contemporanee luoghi come i caffè non sono scomparsi: si sono però via via trasformati. Fra queste trasformazioni va annoverato il parziale dislocarsi di pratiche comunicative legate alla socievolezza e alla sfera pubblica sul web. Diversi autori parlano oggi di una “cultura del caffè virtuale”. Ma se tale cultura esiste, la storia dei caffè del passato ne costituisce una sorta di preistoria, e i concetti che servono a leggere quest’ultima possono, con opportuni adeguamenti, essere utili anche per leggere forme e funzioni di alcune delle interazioni comunicative che oggi nel web si dispiegano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.