Il territorio della Calabria risulta ampiamente interessato dallepiù svariate fenomenologie franose che mostrano una particolareintensità nell’ambito delle rocce cristalline interessate, spesso, daprofondi processi di alterazione (GUZZETTA, 1974; IETTO, 1975).Con riferimento a quest’ultimo aspetto è noto che nelle aree incui sono presenti rocce cristalline, diffusamente presenti in tuttoil globo, la stabilità dei versanti, e più in generale la dinamicaevolutiva degli stessi, risulta fortemente condizionata daglispessori di roccia attaccati dai processi d’alterazione edall’intensità raggiunta dagli stessi (DEERE & PATTON, 1971;CASCINI et alii, 1992; LACERDA & SANTOS, 2000; CALCATERRAet alii, 1996; BORRELLI et alii, 2012).In relazione a quanto evidenziato, alcune esperienzedisponibili in letteratura delineano l’utilità della cartografia delgrado di alterazione e dei profili di alterazionenell’identificazione di elementi di omogeneità per definitecategorie di instabilità di versante (Cascini et alii, 1992; Borrelliet alii (2012). Pertanto, si è ritenuto di approfondire l’utilizzodella metodologia proposta da CASCINI et alii (1992), GULLÀ &MATANO (1994), BORRELLI et alii (2012) in un contesto diparticolare complessità geologico-strutturale. In particolare, lapresenza di fenomeni franosi che periodicamente produconoingenti danni ha fatto cadere la scelta su di un’area campione,dell’estensione di circa 57 km2, posta nel comprensorio delcomune di Longobucco (CS), corrispondente alla porzioneoccidentale del bacino del Fiume Trionto, la quale risultaparticolarmente complessa e significativa nel contesto regionale.

Carta del grado di alterazione e categorie di frane nell’alta valle del Fiume Trionto (Calabria, Italia)

CRITELLI, Salvatore
;
2012-01-01

Abstract

Il territorio della Calabria risulta ampiamente interessato dallepiù svariate fenomenologie franose che mostrano una particolareintensità nell’ambito delle rocce cristalline interessate, spesso, daprofondi processi di alterazione (GUZZETTA, 1974; IETTO, 1975).Con riferimento a quest’ultimo aspetto è noto che nelle aree incui sono presenti rocce cristalline, diffusamente presenti in tuttoil globo, la stabilità dei versanti, e più in generale la dinamicaevolutiva degli stessi, risulta fortemente condizionata daglispessori di roccia attaccati dai processi d’alterazione edall’intensità raggiunta dagli stessi (DEERE & PATTON, 1971;CASCINI et alii, 1992; LACERDA & SANTOS, 2000; CALCATERRAet alii, 1996; BORRELLI et alii, 2012).In relazione a quanto evidenziato, alcune esperienzedisponibili in letteratura delineano l’utilità della cartografia delgrado di alterazione e dei profili di alterazionenell’identificazione di elementi di omogeneità per definitecategorie di instabilità di versante (Cascini et alii, 1992; Borrelliet alii (2012). Pertanto, si è ritenuto di approfondire l’utilizzodella metodologia proposta da CASCINI et alii (1992), GULLÀ &MATANO (1994), BORRELLI et alii (2012) in un contesto diparticolare complessità geologico-strutturale. In particolare, lapresenza di fenomeni franosi che periodicamente produconoingenti danni ha fatto cadere la scelta su di un’area campione,dell’estensione di circa 57 km2, posta nel comprensorio delcomune di Longobucco (CS), corrispondente alla porzioneoccidentale del bacino del Fiume Trionto, la quale risultaparticolarmente complessa e significativa nel contesto regionale.
2012
Alterazione; Categorie di frane; Profili di alterazione
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