Il saggio si occupa dell’istituto delle convenzioni non onerose per l’amministrazione, introdotto dal nuovo codice dei contratti pubblici.Il tema è affrontato in riferimento alle teoria generale, in particolare analizzando i singoli elementi essenziali della fattispecie ed il ruolo di principi, come quello di buona fede, nell’ambito dell’attività in senso ampio consensuale dell’amministrazione.Si tratta di una disciplina trasversale rispetto ai diversi livelli di regolazione e di governo, che presenta, fra l’altro, connessioni con la disciplina urbanistica.Nel testo è proposta una lettura dei diversi profili problematici, relativi alla disciplina applicabile (anche con riferimento ai limiti dell’esclusione dalla soggezione alle previsioni del codice dei contratti), all’autotutela (anche civilistica), all’estensione dell’obbligo di provvedere rispetto alle proposte di modifica dei piani urbanistici attraverso l’offerta di realizzazione di opere a titolo gratuito ed alla configurabilità, in tal caso, di garanzie di partecipazione per i cittadini.Particolare attenzione è rivolta al profilo causale, sia per l’interesse teorico, sia perché, in relazione all’attuale crisi finanziaria dello Stato, la sua ricostruzione condiziona la concreta applicazione della norma, incidendo in maniera significava sui possibili equilibri che possono trovare, nella convenzione, gli interessi pubblici e quelli privati.Partendo dal complesso inquadramento della causa nell’ambito della teoria generale, viene proposta un’elaborazione in termini amministrativistici della teoria della causa in concreto, per tentare di definire l’ambito della gratuità e di offrire adeguata rappresentazione agli interessi delle parti. Come particolare profilo applicativo è indagato quello dell’urbanistica consensuale, che si propone come momento di convergenza delle problematiche legate alla gratuità ed alla contrattualistica per la realizzazione di opere pubbliche.Dal punto di vista metodologico, all’esito dell’analisi, nonostante che lo strumento di attuazione sia la convenzione, tenuto conto della sua funzione e delle peculiarità della sua regolazione, è proposta una collocazione dell’istituto nell’ambito dell’attività dell’amministrazione appartenente alla disciplina dei contratti passivi, ma nell’area intermedia a prevalenza pubblicistica.I singoli aspetti sono trattati nell’avvertita esigenza di una dogmatica che, tenuto conto dell’apporto della tradizione civilistica, deve riuscire a rendersi da essa autonoma per offrire categorie e criteri di analisi idonei a garantire, al contempo, lo specifico valore della funzione amministrativa ed il rilievo, peculiare nell’amministrazione consensuale, degli interessi dei privati.
L’esclusione dalla normativa sugli appalti delle convenzioni non onerose per l'amministrazione
D'ALESSANDRO, Daniele
2017-01-01
Abstract
Il saggio si occupa dell’istituto delle convenzioni non onerose per l’amministrazione, introdotto dal nuovo codice dei contratti pubblici.Il tema è affrontato in riferimento alle teoria generale, in particolare analizzando i singoli elementi essenziali della fattispecie ed il ruolo di principi, come quello di buona fede, nell’ambito dell’attività in senso ampio consensuale dell’amministrazione.Si tratta di una disciplina trasversale rispetto ai diversi livelli di regolazione e di governo, che presenta, fra l’altro, connessioni con la disciplina urbanistica.Nel testo è proposta una lettura dei diversi profili problematici, relativi alla disciplina applicabile (anche con riferimento ai limiti dell’esclusione dalla soggezione alle previsioni del codice dei contratti), all’autotutela (anche civilistica), all’estensione dell’obbligo di provvedere rispetto alle proposte di modifica dei piani urbanistici attraverso l’offerta di realizzazione di opere a titolo gratuito ed alla configurabilità, in tal caso, di garanzie di partecipazione per i cittadini.Particolare attenzione è rivolta al profilo causale, sia per l’interesse teorico, sia perché, in relazione all’attuale crisi finanziaria dello Stato, la sua ricostruzione condiziona la concreta applicazione della norma, incidendo in maniera significava sui possibili equilibri che possono trovare, nella convenzione, gli interessi pubblici e quelli privati.Partendo dal complesso inquadramento della causa nell’ambito della teoria generale, viene proposta un’elaborazione in termini amministrativistici della teoria della causa in concreto, per tentare di definire l’ambito della gratuità e di offrire adeguata rappresentazione agli interessi delle parti. Come particolare profilo applicativo è indagato quello dell’urbanistica consensuale, che si propone come momento di convergenza delle problematiche legate alla gratuità ed alla contrattualistica per la realizzazione di opere pubbliche.Dal punto di vista metodologico, all’esito dell’analisi, nonostante che lo strumento di attuazione sia la convenzione, tenuto conto della sua funzione e delle peculiarità della sua regolazione, è proposta una collocazione dell’istituto nell’ambito dell’attività dell’amministrazione appartenente alla disciplina dei contratti passivi, ma nell’area intermedia a prevalenza pubblicistica.I singoli aspetti sono trattati nell’avvertita esigenza di una dogmatica che, tenuto conto dell’apporto della tradizione civilistica, deve riuscire a rendersi da essa autonoma per offrire categorie e criteri di analisi idonei a garantire, al contempo, lo specifico valore della funzione amministrativa ed il rilievo, peculiare nell’amministrazione consensuale, degli interessi dei privati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.