Il saggio prende ad oggetto del suo discorso, partendo dal pensiero di Jacques Rancière, lo statuto dell'immagine come operazione-tra-immagini e sistemi di discorsività. Non esiste nessuna naturalità sensibile dell’immagine, nessuna mitica purezza. L’immagine è sempre iscrizione di un "soprasensibile" sociale nel "sensibile" naturale, determinazione di uno scarto tra la presenza e il discorso, tra una immagine e l’altra, che non la rende mai pacificamente identica a se stessa. Il saggio prende in analisi oltre ad autori quali Benjamin, Warburg, Didi-Huberman, registi come Ejzenstejn, Epstein e Godard, che ha espressamente messo in opera nelle "Histoire(s)" e teorizzato il carattere non "unitario" dell'immagine:«La base è sempre due, presentare sempre all’inizio due immagini anziché una, è questo che io chiamo l’immagine, l’immagine fatta di due».
Lo spazio-tra dell'immagine
DE GAETANO, Roberto
2009-01-01
Abstract
Il saggio prende ad oggetto del suo discorso, partendo dal pensiero di Jacques Rancière, lo statuto dell'immagine come operazione-tra-immagini e sistemi di discorsività. Non esiste nessuna naturalità sensibile dell’immagine, nessuna mitica purezza. L’immagine è sempre iscrizione di un "soprasensibile" sociale nel "sensibile" naturale, determinazione di uno scarto tra la presenza e il discorso, tra una immagine e l’altra, che non la rende mai pacificamente identica a se stessa. Il saggio prende in analisi oltre ad autori quali Benjamin, Warburg, Didi-Huberman, registi come Ejzenstejn, Epstein e Godard, che ha espressamente messo in opera nelle "Histoire(s)" e teorizzato il carattere non "unitario" dell'immagine:«La base è sempre due, presentare sempre all’inizio due immagini anziché una, è questo che io chiamo l’immagine, l’immagine fatta di due».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.