La teoria della percezione è probabilmente uno degli aspetti della filosofia dello Stagirita più delicati da avvicinare, a causa della tanto inevitabile quanto anacronistica tendenza ad esaminarla alla luce della distinzione, originatasi solo a partire da Cartesio, tra mentale e fisico.1 Le formule con cui Aristotele descrive in generale la percezione, non esplicitamente espresse in questi termini, finiscono col risultare per ciò stesso irrimediabilmente ambigue al lettore contemporaneo. A testimoniarlo, la serie di controversie tra i sostenitori di una loro interpretazione in chiave «materialista» o «fisicalista», e quelli che le intendono invece esclusivamente in riferimento a un processo mentale e di coscienza. Secondo alcuni, infatti, il filosofo teorizzerebbe la sensazione come attività cognitiva cui non si accompagna alcun processo fisiologico nel soggetto; per altri, in maniera diametralmente opposta, la sensazione non sarebbe altro che un normale processo di alterazione negli organi sensori. Diversamente, si è sostenuto che entrambi gli aspetti (mentale e fisico) siano rintracciabili nella sua teoria, che taluni credono essere sorprendentemente in linea con gli orientamenti «funzionalisti» della psicologia contemporanea. Né è mancato chi ha scorto nelle tesi dello Stagirita un'insanabile contraddizione di fondo tra le opposte istanze, responsabile di varie incoerenze e oscurità disseminate in essa, che la conducono al fallimento
Aspetti mentali e aspetti fisici nella concezione aristotelica della percezione
ZANATTA, Marcello
2014-01-01
Abstract
La teoria della percezione è probabilmente uno degli aspetti della filosofia dello Stagirita più delicati da avvicinare, a causa della tanto inevitabile quanto anacronistica tendenza ad esaminarla alla luce della distinzione, originatasi solo a partire da Cartesio, tra mentale e fisico.1 Le formule con cui Aristotele descrive in generale la percezione, non esplicitamente espresse in questi termini, finiscono col risultare per ciò stesso irrimediabilmente ambigue al lettore contemporaneo. A testimoniarlo, la serie di controversie tra i sostenitori di una loro interpretazione in chiave «materialista» o «fisicalista», e quelli che le intendono invece esclusivamente in riferimento a un processo mentale e di coscienza. Secondo alcuni, infatti, il filosofo teorizzerebbe la sensazione come attività cognitiva cui non si accompagna alcun processo fisiologico nel soggetto; per altri, in maniera diametralmente opposta, la sensazione non sarebbe altro che un normale processo di alterazione negli organi sensori. Diversamente, si è sostenuto che entrambi gli aspetti (mentale e fisico) siano rintracciabili nella sua teoria, che taluni credono essere sorprendentemente in linea con gli orientamenti «funzionalisti» della psicologia contemporanea. Né è mancato chi ha scorto nelle tesi dello Stagirita un'insanabile contraddizione di fondo tra le opposte istanze, responsabile di varie incoerenze e oscurità disseminate in essa, che la conducono al fallimentoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.