Il saggio prende in esame una delle raccolte di lettere facete di maggior successo del secondo Cinquecento, l'"Argute et facete lettere" di Cesare Rao. L'analisi mostra come questo epistolario sia un esempio emblematico di scrittura fondata sul riuso di materiali altrui. Infatti, molte delle lettere raccolte sono riscrittura di testi di altri autori, come Anton Francesco Doni, Giulio Landi, Ortensio Lando, Cornelio Agrippa e Pietro Messia. All'interno dei testi analizzati, uno spazio notevole è riservato all'"Oratione in lode dell'Ignoranza", di cui sono studiate le diverse strategie di riuso dei materiali prelevati da Doni e da Lando. L'articolo procede con l'analisi dell'elogio asinino, di cui si rinviene la natura di plagio nei confronti del "Dialogo del Contentioso" dello spagnolo Pietro Messia.
"«L’argute, et facete lettere» di Cesare Rao: paradossi e plagi (tra Doni, Lando, Agrippa e Pedro Mexía)"
FIGORILLI, Maria Cristina
2004-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame una delle raccolte di lettere facete di maggior successo del secondo Cinquecento, l'"Argute et facete lettere" di Cesare Rao. L'analisi mostra come questo epistolario sia un esempio emblematico di scrittura fondata sul riuso di materiali altrui. Infatti, molte delle lettere raccolte sono riscrittura di testi di altri autori, come Anton Francesco Doni, Giulio Landi, Ortensio Lando, Cornelio Agrippa e Pietro Messia. All'interno dei testi analizzati, uno spazio notevole è riservato all'"Oratione in lode dell'Ignoranza", di cui sono studiate le diverse strategie di riuso dei materiali prelevati da Doni e da Lando. L'articolo procede con l'analisi dell'elogio asinino, di cui si rinviene la natura di plagio nei confronti del "Dialogo del Contentioso" dello spagnolo Pietro Messia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.