The long life lived by an elderly person has determined, during its course, many educational sequences and different ways to establish relationships with the outside world, as well as with himself. Therefore, in this season of life, he has to analyze and to take as parts of himself many formative dynamics. The senior person, thus, seeks to reorganize the threads of his existence, clarifying the key problems of his past and fostering the memory; he cultivates both the recent memory, as witness of his life experience, and the oldest, as "narration" of the cultural heritage from which he comes. The long, internalized, experience of life characterizes the old age as a privileged moment to rise towards the completion of the educational and training path which the person lived for the entire course of his existence; at the end of this existential process, the detachment from the material things puts the elderly person in the ideal condition - as external observer - to accomplish this delicate (and not at all obvious) educational mission. The contact with the memory allows the elderly person to become a mentor who teaches telling "tales": the senior person through the stories of his life conveys information and codes about culture and values that fulfill a number of educational objectives, that are fundamental to develop and maintain identity.

La lunga vita vissuta dall’anziano ha determinato, nel suo corso, numerose successioni educative, diversi modi di relazionarsi al mondo esterno, oltre che a se stesso, quindi molteplici dinamiche formative da analizzare e da assumersi, in questa stagione della vita, come parti di sé. Il vecchio cerca così di riordinare le trame della sua esistenza, dipanando i bandoli del suo passato e coltivando la memoria, quella recente come l’esperienza della sua vita e quella più antica come “narrazione” del patrimonio culturale da cui proviene. La lunga esperienza di vita, interiorizzata, caratterizza la vecchiaia come momento privilegiato per ascendere verso il completamento del percorso educativo e formativo che la persona ha vissuto, per l’intero corso della sua esistenza; alla fine di questo iter esistenziale, il distacco dalla materialità pone il vecchio nella condizione ideale – in quanto osservatore esterno – per portare a termine questa delicata (e per niente scontata) missione educativa. Lo stare in contatto con la memoria fa dell’anziano un mèntore che educa attraverso la narrazione di “storie”: mediante il racconto delle storie di vita l’anziano veicola informazioni e codici culturali e valoriali che adempiono a diverse finalità educative, fondamentali per sviluppare e mantenere l’identità.

L’autobiografia come dinamica educativa e formativa dell’anziano

BOSSIO, Francesco
2015-01-01

Abstract

The long life lived by an elderly person has determined, during its course, many educational sequences and different ways to establish relationships with the outside world, as well as with himself. Therefore, in this season of life, he has to analyze and to take as parts of himself many formative dynamics. The senior person, thus, seeks to reorganize the threads of his existence, clarifying the key problems of his past and fostering the memory; he cultivates both the recent memory, as witness of his life experience, and the oldest, as "narration" of the cultural heritage from which he comes. The long, internalized, experience of life characterizes the old age as a privileged moment to rise towards the completion of the educational and training path which the person lived for the entire course of his existence; at the end of this existential process, the detachment from the material things puts the elderly person in the ideal condition - as external observer - to accomplish this delicate (and not at all obvious) educational mission. The contact with the memory allows the elderly person to become a mentor who teaches telling "tales": the senior person through the stories of his life conveys information and codes about culture and values that fulfill a number of educational objectives, that are fundamental to develop and maintain identity.
2015
La lunga vita vissuta dall’anziano ha determinato, nel suo corso, numerose successioni educative, diversi modi di relazionarsi al mondo esterno, oltre che a se stesso, quindi molteplici dinamiche formative da analizzare e da assumersi, in questa stagione della vita, come parti di sé. Il vecchio cerca così di riordinare le trame della sua esistenza, dipanando i bandoli del suo passato e coltivando la memoria, quella recente come l’esperienza della sua vita e quella più antica come “narrazione” del patrimonio culturale da cui proviene. La lunga esperienza di vita, interiorizzata, caratterizza la vecchiaia come momento privilegiato per ascendere verso il completamento del percorso educativo e formativo che la persona ha vissuto, per l’intero corso della sua esistenza; alla fine di questo iter esistenziale, il distacco dalla materialità pone il vecchio nella condizione ideale – in quanto osservatore esterno – per portare a termine questa delicata (e per niente scontata) missione educativa. Lo stare in contatto con la memoria fa dell’anziano un mèntore che educa attraverso la narrazione di “storie”: mediante il racconto delle storie di vita l’anziano veicola informazioni e codici culturali e valoriali che adempiono a diverse finalità educative, fondamentali per sviluppare e mantenere l’identità.
senescence; autobiography; narrative, identity, training
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/141751
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