Language, music and identity: a jargon’s second life. Abstract: The use of Italian geographical dialects in literature, theatre, music and films, in such particular moments and circumstances, has been widely commented by scholars. In the case of pop songs, the choice of using a local dialect involves the relationship between words and music, instances regarding identity, sharing psychological and positive attitudes towards dialect considered as a mother tongue. Of course, these aspects become particularly central with respect to the Italian linguistic repertoire. The problem of understanding the meaning is central to any discussion in favour of, or against, the use of dialect but, as in the case of English, people still listen to the music, notwithstanding the incomplete comprehension of texts. The case studied here is a further attempt to experiment with linguistic potential; a trade jargon, created by metal workers and tinkers of a village in the province of Cosenza, Dipignano, was shared by the whole community and became an identity marker, giving a sense of belonging. The code has been recently used by a poet for his poems describing life and feelings of the tinkers in a very striking style; to compose the music was a challenging task for the Dedalus. It was also an interesting possibility for widening the Italian repertoire and a main topic for ethno- and socio-linguists. Jargon- ethnolinguistics- sociolinguistics- linguistic repertoire- Italian as a common code.

L’impiego dei dialetti geografici nelle produzioni letterarie, teatrali, cinematografiche e musicali nel terzo millennio è al centro di numerosissimi studi di natura più o meno scientifica. In particolare, l’uso del dialetto nei testi delle canzoni apre, o riapre, la questione del rapporto tra testo e melodia, tra i concetti di condivisione, appartenenza e comprensibilità e anche tra i codici del repertorio, con il loro peso specifico. L’idea che l’italiano, variamente descritto e commentato nei saggi di sociolinguistica, sia carente sul piano espressivo, che non ricopra sempre e per tutti il ruolo di lingua condivisa, o non incarni l’identità profonda o anche solo che sia poco duttile nell’uso di chi lo deve impiegare, porta a cercare e percorrere altre strade linguistiche. Nel caso studiato, addirittura il riferimento è ad un gergo di mestiere, divenuto nel periodo del suo massimo sviluppo lingua di una comunità intera: l’Ammascante di Dipignano (Cs). Rinato come lingua poetica per Franco Araniti, è stato forgiato in canzoni dalla musica del collettivo Dedalus; l’esperimento è stato analizzato in questo lavoro di etno e socio- linguistica, mediante modelli analitici già testati. Il gergo, che nasce già come ‘esperimento’ sociolinguistico, si presta ottimamente a dimostrare quali siano le carenze espressive e inventive di una lingua che fatica ad essere comune e familiare.

Lingua, musica e identità: la doppia vita di un gergo

MADDALON, Marta
2015-01-01

Abstract

Language, music and identity: a jargon’s second life. Abstract: The use of Italian geographical dialects in literature, theatre, music and films, in such particular moments and circumstances, has been widely commented by scholars. In the case of pop songs, the choice of using a local dialect involves the relationship between words and music, instances regarding identity, sharing psychological and positive attitudes towards dialect considered as a mother tongue. Of course, these aspects become particularly central with respect to the Italian linguistic repertoire. The problem of understanding the meaning is central to any discussion in favour of, or against, the use of dialect but, as in the case of English, people still listen to the music, notwithstanding the incomplete comprehension of texts. The case studied here is a further attempt to experiment with linguistic potential; a trade jargon, created by metal workers and tinkers of a village in the province of Cosenza, Dipignano, was shared by the whole community and became an identity marker, giving a sense of belonging. The code has been recently used by a poet for his poems describing life and feelings of the tinkers in a very striking style; to compose the music was a challenging task for the Dedalus. It was also an interesting possibility for widening the Italian repertoire and a main topic for ethno- and socio-linguists. Jargon- ethnolinguistics- sociolinguistics- linguistic repertoire- Italian as a common code.
2015
L’impiego dei dialetti geografici nelle produzioni letterarie, teatrali, cinematografiche e musicali nel terzo millennio è al centro di numerosissimi studi di natura più o meno scientifica. In particolare, l’uso del dialetto nei testi delle canzoni apre, o riapre, la questione del rapporto tra testo e melodia, tra i concetti di condivisione, appartenenza e comprensibilità e anche tra i codici del repertorio, con il loro peso specifico. L’idea che l’italiano, variamente descritto e commentato nei saggi di sociolinguistica, sia carente sul piano espressivo, che non ricopra sempre e per tutti il ruolo di lingua condivisa, o non incarni l’identità profonda o anche solo che sia poco duttile nell’uso di chi lo deve impiegare, porta a cercare e percorrere altre strade linguistiche. Nel caso studiato, addirittura il riferimento è ad un gergo di mestiere, divenuto nel periodo del suo massimo sviluppo lingua di una comunità intera: l’Ammascante di Dipignano (Cs). Rinato come lingua poetica per Franco Araniti, è stato forgiato in canzoni dalla musica del collettivo Dedalus; l’esperimento è stato analizzato in questo lavoro di etno e socio- linguistica, mediante modelli analitici già testati. Il gergo, che nasce già come ‘esperimento’ sociolinguistico, si presta ottimamente a dimostrare quali siano le carenze espressive e inventive di una lingua che fatica ad essere comune e familiare.
jargon; ethnolinguistics; sociolinguistics
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/144666
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