Nel carnevale di Alessandria del Carretto accanto al corpo apollineo dei pulcinella “belli”, espressione dell’eleganza e dell’apparenza, vi è il corpo dionisiaco dei pulcinella “brutti”, espressione dell’istinto e della materialità. I “brutti”, dall’aspetto grottesco e terrificante, camminano curvi come fossero storpi, scatenano lo scompiglio e la paura; i “belli”, dall’aspetto seducente ed enigmatico, danzano con grazia e si avvicinano alla gente con fare amichevole. Nella mascherata di Alessandria del Carretto, Apollo e Dioniso non si pongono come antitesi, ma come doppio: l’uno non è il contrario dell’altro ma l’altro volto. Impulsi opposti vivono l’uno accanto all’altro, caos e ordine si danno convegno senza annullarsi o sminuirsi a vicenda. La bellezza dell’apollineo e l’eccesso dionisiaco si fondono, tra le le due spinte si crea un equilibrio sul piano simbolico. La comunità arriva all’apice della sua creatività proprio per merito della tensione delle due divinità: i “brutti” manifestano le loro pulsioni dionisiache, i “belli” le canalizzano nell’arte plastica. In piazza le due anime non vengono però a contatto e non si danno battaglia. Tra le maschere dei “belli” e dei “brutti”, che a volte si guardano a distanza, è come se vi fosse la consapevolezza che l’assenza delle une determinerà la fine delle altre, che senza una parità antitetica gli uomini perderebbero la loro carica vitale. La dialettica degli opposti sviluppata periodicamente una volta all’anno attraverso la messa in scena, celebra la continua lotta tra natura e cultura.
La dialettica degli opposti in un carnevale calabrese
SOLE, Giovanni
2007-01-01
Abstract
Nel carnevale di Alessandria del Carretto accanto al corpo apollineo dei pulcinella “belli”, espressione dell’eleganza e dell’apparenza, vi è il corpo dionisiaco dei pulcinella “brutti”, espressione dell’istinto e della materialità. I “brutti”, dall’aspetto grottesco e terrificante, camminano curvi come fossero storpi, scatenano lo scompiglio e la paura; i “belli”, dall’aspetto seducente ed enigmatico, danzano con grazia e si avvicinano alla gente con fare amichevole. Nella mascherata di Alessandria del Carretto, Apollo e Dioniso non si pongono come antitesi, ma come doppio: l’uno non è il contrario dell’altro ma l’altro volto. Impulsi opposti vivono l’uno accanto all’altro, caos e ordine si danno convegno senza annullarsi o sminuirsi a vicenda. La bellezza dell’apollineo e l’eccesso dionisiaco si fondono, tra le le due spinte si crea un equilibrio sul piano simbolico. La comunità arriva all’apice della sua creatività proprio per merito della tensione delle due divinità: i “brutti” manifestano le loro pulsioni dionisiache, i “belli” le canalizzano nell’arte plastica. In piazza le due anime non vengono però a contatto e non si danno battaglia. Tra le maschere dei “belli” e dei “brutti”, che a volte si guardano a distanza, è come se vi fosse la consapevolezza che l’assenza delle une determinerà la fine delle altre, che senza una parità antitetica gli uomini perderebbero la loro carica vitale. La dialettica degli opposti sviluppata periodicamente una volta all’anno attraverso la messa in scena, celebra la continua lotta tra natura e cultura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.