L'articolo propone un aggiornamento della condizione dell'istruzione in Calabria; regione che si connota ancora come quella con la più elevata presenza di popolazione analfabeta e con rilevanti difficoltà sul fronte della qualità dell’istruzione. La tesi sostenuta in precedenti lavori descrive l'istruzione regionale come un sistema duale: per un verso, e per una parte ancora ristretta della popolazione, è opportunità di crescita e di sviluppo, per un altro verso, e per i più, è forza conservatrice, atta a riprodurre le disuguaglianze sociali esistenti. Volendo utilizzare una metafora, l’istruzione può essere descritta come un sistema di mobilità costituito da tre convogli, che procedono su binari differenti e soprattutto con diverse velocità: sul primo salgono quanti sono diretti verso le mete più ambite e prestigiose e la loro velocità di viaggio non è inferiore a quella registrata mediamente nel resto del Paese dal dopoguerra ad oggi; sul secondo salgono quanti si preparano ad un viaggio meno sicuro e che prevede diverse fermate intermedie, alcune a poca distanza dalla stazione di partenza (quelle che definiscono i confini della dispersione scolastica); sul terzo, infine, prendono posto quanti non lasciano affatto la stazione di partenza e neanche iniziano il percorso formativo primario. Quest’ultimo gruppo di passeggeri potenziali si è con il tempo considerevolmente ridotto e, nonostante l’affollamento che continua a caratterizzare il secondo convoglio, il gruppo dei passeggeri del primo treno è andato con il tempo irrobustendosi. Queste trasformazioni, confermate soprattutto dai dati dell’ultimo censimento Istat (2001), spingono a mettere in questione la tesi fino ad ora sostenuta. Forse il sistema dell’istruzione ha perso la sua connotazione ambivalente? Se gli analfabeti sono sempre di meno, si può finalmente sostenere che le opportunità formali di istruzione in questa regione sono diventate delle concrete chance di crescita e promozione della persona?

L'istruzione dei calabresi: ancora un sistema duale?

LICURSI, Sabina
2010-01-01

Abstract

L'articolo propone un aggiornamento della condizione dell'istruzione in Calabria; regione che si connota ancora come quella con la più elevata presenza di popolazione analfabeta e con rilevanti difficoltà sul fronte della qualità dell’istruzione. La tesi sostenuta in precedenti lavori descrive l'istruzione regionale come un sistema duale: per un verso, e per una parte ancora ristretta della popolazione, è opportunità di crescita e di sviluppo, per un altro verso, e per i più, è forza conservatrice, atta a riprodurre le disuguaglianze sociali esistenti. Volendo utilizzare una metafora, l’istruzione può essere descritta come un sistema di mobilità costituito da tre convogli, che procedono su binari differenti e soprattutto con diverse velocità: sul primo salgono quanti sono diretti verso le mete più ambite e prestigiose e la loro velocità di viaggio non è inferiore a quella registrata mediamente nel resto del Paese dal dopoguerra ad oggi; sul secondo salgono quanti si preparano ad un viaggio meno sicuro e che prevede diverse fermate intermedie, alcune a poca distanza dalla stazione di partenza (quelle che definiscono i confini della dispersione scolastica); sul terzo, infine, prendono posto quanti non lasciano affatto la stazione di partenza e neanche iniziano il percorso formativo primario. Quest’ultimo gruppo di passeggeri potenziali si è con il tempo considerevolmente ridotto e, nonostante l’affollamento che continua a caratterizzare il secondo convoglio, il gruppo dei passeggeri del primo treno è andato con il tempo irrobustendosi. Queste trasformazioni, confermate soprattutto dai dati dell’ultimo censimento Istat (2001), spingono a mettere in questione la tesi fino ad ora sostenuta. Forse il sistema dell’istruzione ha perso la sua connotazione ambivalente? Se gli analfabeti sono sempre di meno, si può finalmente sostenere che le opportunità formali di istruzione in questa regione sono diventate delle concrete chance di crescita e promozione della persona?
2010
mobilità sociale; politiche sociali; sud
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/155915
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