In the mid-18th century, the awareness of the perishability of forest resources started to spread throughout Italy, supported by the budding science of silviculture. The latter had enjoyed from the very beginning the reputation of "high" knowledge representing the necessity of supply of the urban markets, in contrast with another method of forest use, which was fruit of local practices and knowledge. Recently, a new historiographic approach has persuaded scholars to reassess the importance and the value of peasant practices, supplying a critical interpretation of the cultural assumptions of silviculture. The necessity of this economic branch to optimise the yield in wood led to deliberate disregard for the complexity of the knowledge of the peasants as well as its economic and environmental value. There is a risk, however, that a dualistic approach aimed at counterposing high knowledge against customary practices may obliterate the experience of knowledge integration. In the Papal State, the activity of qualified agronomist or land surveyors Was seen as an element Of mediation between the culture of the peasants on the one side and of? the other the culture of the highest administration, which indirectly represented the dictates of silviculture. Being an expression of a hybrid culture, the experts "conversed" with peasant knowledge - they were able to recognise the broader knowledge as well as naming the specific uses that the peasants put into practice. Although perhaps efficient on the cultural level, their mediating activity did not prove decisive in determining the government's practice concerning forest conservation.

A metà del XVIII secolo, la consapevolezza della deperibilità delle risorse forestali iniziò a diffondersi in tutta Italia, sostenuta dalla nascente scienza della silvicoltura. Quest’ultima aveva goduto fin dall’inizio della reputazione di una conoscenza “alta”, in accordo con la necessità di assicurare un costante approvvigionamento dei mercati urbani, in contrasto con un altro metodo di utilizzo delle foreste, frutto delle pratiche e delle conoscenze locali. Recentemente, un nuovo approccio storiografico ha convinto gli studiosi a rivalutare l'importanza e il valore delle pratiche contadine, fornendo un’interpretazione critica dei presupposti culturali della silvicoltura. I presupposti scientifici della selvicoltura hanno comportato un ridimensionamento ai limiti dell’incomprensione della complessità delle conoscenze dei contadini e del loro valore economico e ambientale. Esiste tuttavia il rischio che un approccio dualistico volto a contrapporre il sapere alto alle pratiche consuetudinarie possa cancellare l’esperienza dell’integrazione delle conoscenze. Nello Stato Pontificio, l’attività degli agronomi o agrimensori era considerata come un elemento di mediazione tra la cultura dei contadini da un lato e quella dell’amministrazione dall’altro, informata ai principi della silvicoltura. Essendo espressione di una cultura ibrida, gli esperti “dialogavano” con i saperi contadini: erano in grado di riconoscere e di denominare gli usi specifici che i contadini mettevano in pratica.

Agronomi o agrimensori? La percezione dei saperi contadini e delle pratiche locali nell'amministrazione pontificia tra Sette e Ottocento

R. Sansa
2009-01-01

Abstract

In the mid-18th century, the awareness of the perishability of forest resources started to spread throughout Italy, supported by the budding science of silviculture. The latter had enjoyed from the very beginning the reputation of "high" knowledge representing the necessity of supply of the urban markets, in contrast with another method of forest use, which was fruit of local practices and knowledge. Recently, a new historiographic approach has persuaded scholars to reassess the importance and the value of peasant practices, supplying a critical interpretation of the cultural assumptions of silviculture. The necessity of this economic branch to optimise the yield in wood led to deliberate disregard for the complexity of the knowledge of the peasants as well as its economic and environmental value. There is a risk, however, that a dualistic approach aimed at counterposing high knowledge against customary practices may obliterate the experience of knowledge integration. In the Papal State, the activity of qualified agronomist or land surveyors Was seen as an element Of mediation between the culture of the peasants on the one side and of? the other the culture of the highest administration, which indirectly represented the dictates of silviculture. Being an expression of a hybrid culture, the experts "conversed" with peasant knowledge - they were able to recognise the broader knowledge as well as naming the specific uses that the peasants put into practice. Although perhaps efficient on the cultural level, their mediating activity did not prove decisive in determining the government's practice concerning forest conservation.
2009
A metà del XVIII secolo, la consapevolezza della deperibilità delle risorse forestali iniziò a diffondersi in tutta Italia, sostenuta dalla nascente scienza della silvicoltura. Quest’ultima aveva goduto fin dall’inizio della reputazione di una conoscenza “alta”, in accordo con la necessità di assicurare un costante approvvigionamento dei mercati urbani, in contrasto con un altro metodo di utilizzo delle foreste, frutto delle pratiche e delle conoscenze locali. Recentemente, un nuovo approccio storiografico ha convinto gli studiosi a rivalutare l'importanza e il valore delle pratiche contadine, fornendo un’interpretazione critica dei presupposti culturali della silvicoltura. I presupposti scientifici della selvicoltura hanno comportato un ridimensionamento ai limiti dell’incomprensione della complessità delle conoscenze dei contadini e del loro valore economico e ambientale. Esiste tuttavia il rischio che un approccio dualistico volto a contrapporre il sapere alto alle pratiche consuetudinarie possa cancellare l’esperienza dell’integrazione delle conoscenze. Nello Stato Pontificio, l’attività degli agronomi o agrimensori era considerata come un elemento di mediazione tra la cultura dei contadini da un lato e quella dell’amministrazione dall’altro, informata ai principi della silvicoltura. Essendo espressione di una cultura ibrida, gli esperti “dialogavano” con i saperi contadini: erano in grado di riconoscere e di denominare gli usi specifici che i contadini mettevano in pratica.
Forestry, Local Knowledge, Forest Resources, Pontifical States, Early Modern Period
Selvicoltura, saperi locali. risorse forestali, Stato pontificio, età moderna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/157637
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