un livello di risk disclosure non adeguato potrebbe avere diverse implicazioni per il management delle banche in termini di aumento del costo del capitale (di rischio e di credito) e di incremento della volatilità dei corsi azionari. Poiché, però, la diffusione delle informazioni sui rischi non è priva di costi le banche devono cercare di individuare il livello ottimale di disclosure. I risultati dell’indagine condotta sui bilanci delle banche italiane quotate dimostrano che: a. il loro livello medio di disclosure è sensibilmente basso rispetto a quello di un benchmark composto da banche attive a livello internazionale; b. la loro risk disclosure non è in linea con le indicazioni di Basilea II; c. buona parte delle informazioni omesse sono giudicate rilevanti dagli analisti finanziari. La situazione esistente è comunque destinata a cambiare per effetto del recepimento dei principi contabili internazionali e dell’entrata in vigore di Basilea II che assegna un ruolo esplicito alla disciplina del mercato la quale, però, può funzionare efficacemente solo se il mercato dispone di informazioni adeguate per valutare il livello di rischio della banca. Le banche italiane dovranno, volenti o nolenti, abituarsi a un maggior livello di trasparenza e dotarsi di una politica di disclosure adatta a consentire al mercato di differenziare maggiormente il proprio giudizio, distinguendo le banche che sono attrezzate per gestire il rischio da quelle che non lo sono.
La risk disclosure nelle banche italiane quotate alla vigilia di Basilea II
DRAGO, Danilo;MAZZUCA, Maria
2005-01-01
Abstract
un livello di risk disclosure non adeguato potrebbe avere diverse implicazioni per il management delle banche in termini di aumento del costo del capitale (di rischio e di credito) e di incremento della volatilità dei corsi azionari. Poiché, però, la diffusione delle informazioni sui rischi non è priva di costi le banche devono cercare di individuare il livello ottimale di disclosure. I risultati dell’indagine condotta sui bilanci delle banche italiane quotate dimostrano che: a. il loro livello medio di disclosure è sensibilmente basso rispetto a quello di un benchmark composto da banche attive a livello internazionale; b. la loro risk disclosure non è in linea con le indicazioni di Basilea II; c. buona parte delle informazioni omesse sono giudicate rilevanti dagli analisti finanziari. La situazione esistente è comunque destinata a cambiare per effetto del recepimento dei principi contabili internazionali e dell’entrata in vigore di Basilea II che assegna un ruolo esplicito alla disciplina del mercato la quale, però, può funzionare efficacemente solo se il mercato dispone di informazioni adeguate per valutare il livello di rischio della banca. Le banche italiane dovranno, volenti o nolenti, abituarsi a un maggior livello di trasparenza e dotarsi di una politica di disclosure adatta a consentire al mercato di differenziare maggiormente il proprio giudizio, distinguendo le banche che sono attrezzate per gestire il rischio da quelle che non lo sono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.