This articles stems from a paper presented at the final Round Table of the Fourth Study Meeting of Analitica (Rimini 2006) dedicated to Luciano Berio's piano work Rounds. The Author, using the analytical method formulated by Allen Forte, studies the materials proposed by the composer and their formal disposition. By carefully evaluating the identity of the smallest musical cells and their evolution, we can define the particular formal build of the piece. «Rounds, just like Circles, not only highlights the alternation and contrast between different compositional techniques: it also reveals a relevant series of recovered scalar structures, textures and specific pitch that have a definite impact on the whole formal aspect. If the reprise of the initial elements is especially evident in the fourth episode of the second part – and not at the end of the first part when the musician performs the D.C. al Fine – in which way does that certain "closure" of the form, that we are so used to in the western classical music culture, fulfill itself? […] In this piece, the repetition of the first part and its "weak" conclusion result as a substantial "re-opening" of the form. It is therefore an open form, in spite of its Da Capo. It is a form that constantly reaches forward, searching for its ideal "closure". Rounds indeed: like circles, in eternal recurrence.» (pp. 114-115)

L'articolo nasce da una relazione presentata alla Tavola Rotonda su "Rounds" di Luciano Berio, che concludeva il IV Incontro di Studio di Analitica (Rimini,Istituto Musicale Pareggiato "G. Lettimi", 18-3-2006). Nell'articolo si studiano l'insieme dei materiali proposti dal compositore e la loro disposizione formale utilizzando in particolare la metodologia analitica proposta in diversi lavori degli anni '70 da Allen Forte. Analizzando l'identità delle cellule musicali più minute e i loro percorsi di intreccio e allontanamento, si arriva a definire la particolare costituzione formale del pezzo. "Rounds, al pari di Circles, ha evidenziato non solo l’alternanza e la contrapposizione tra tecniche compositive diverse, ma anche una rilevante serie di riprese di strutture scalari, di texture e di altezze specifiche che hanno una conseguenza importante dal punto di vista formale complessivo. Poiché la ripresa degli elementi iniziali del pezzo avviene soprattutto nel IV episodio della seconda parte il risultato è quello di una sostanziale 'riapertura' della forma. Una forma aperta quindi, a dispetto del suo 'da capo', una forma che rimanderebbe continuamente avanti alla ricerca della sua “chiusura” ideale: rounds, appunto, come cerchi, ovvero infiniti ritorni. 'Charme des impossibilités', avrebbe detto Messiaen." (pp. 114-115)

Aspetti formali, nuclei generativi e percorsi interpretativi in Rounds (1967) di Luciano Berio

POZZI, Egidio
2006-01-01

Abstract

This articles stems from a paper presented at the final Round Table of the Fourth Study Meeting of Analitica (Rimini 2006) dedicated to Luciano Berio's piano work Rounds. The Author, using the analytical method formulated by Allen Forte, studies the materials proposed by the composer and their formal disposition. By carefully evaluating the identity of the smallest musical cells and their evolution, we can define the particular formal build of the piece. «Rounds, just like Circles, not only highlights the alternation and contrast between different compositional techniques: it also reveals a relevant series of recovered scalar structures, textures and specific pitch that have a definite impact on the whole formal aspect. If the reprise of the initial elements is especially evident in the fourth episode of the second part – and not at the end of the first part when the musician performs the D.C. al Fine – in which way does that certain "closure" of the form, that we are so used to in the western classical music culture, fulfill itself? […] In this piece, the repetition of the first part and its "weak" conclusion result as a substantial "re-opening" of the form. It is therefore an open form, in spite of its Da Capo. It is a form that constantly reaches forward, searching for its ideal "closure". Rounds indeed: like circles, in eternal recurrence.» (pp. 114-115)
2006
L'articolo nasce da una relazione presentata alla Tavola Rotonda su "Rounds" di Luciano Berio, che concludeva il IV Incontro di Studio di Analitica (Rimini,Istituto Musicale Pareggiato "G. Lettimi", 18-3-2006). Nell'articolo si studiano l'insieme dei materiali proposti dal compositore e la loro disposizione formale utilizzando in particolare la metodologia analitica proposta in diversi lavori degli anni '70 da Allen Forte. Analizzando l'identità delle cellule musicali più minute e i loro percorsi di intreccio e allontanamento, si arriva a definire la particolare costituzione formale del pezzo. "Rounds, al pari di Circles, ha evidenziato non solo l’alternanza e la contrapposizione tra tecniche compositive diverse, ma anche una rilevante serie di riprese di strutture scalari, di texture e di altezze specifiche che hanno una conseguenza importante dal punto di vista formale complessivo. Poiché la ripresa degli elementi iniziali del pezzo avviene soprattutto nel IV episodio della seconda parte il risultato è quello di una sostanziale 'riapertura' della forma. Una forma aperta quindi, a dispetto del suo 'da capo', una forma che rimanderebbe continuamente avanti alla ricerca della sua “chiusura” ideale: rounds, appunto, come cerchi, ovvero infiniti ritorni. 'Charme des impossibilités', avrebbe detto Messiaen." (pp. 114-115)
Berio; Rounds; Forte; forma; analisi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.11770/159345
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